Diari
05 Mag 2021

“La Via degli Dei è un cammino che ti cambia la vita”

“La mia avventura è nata dall’amore per le passeggiate con mia madre. Quindi, abbiamo deciso di buttarci in questa sfida: compagne di vita, di viaggio e di cammino.” Questo è il racconto di Rebecca che con sua madre ha percorso la Via degli Dei. Immergetevi nella sua storia e non ve ne pentirete!

Da camminatrici sprovvedute  abbiamo improvvisato quello che per noi era il bagaglio ideale: molto poco. La cosa che più ci spaventava infatti era dover portare, oltre a noi stesse, troppi chili sulla schiena. Nel nostro zaino potevi trovare: due borracce (tot 1,5L), un barattolo di arnica provvidenziale da non dimenticare mai, due paia di pantaloncini corti, un paio di pantaloni lunghi, tre magliette,  una felpa e mutande e calze. Fondamentali sono stati ago e filo per i rattoppi e la saponetta per lavare tutto. Nei piedi abbiamo sempre indossato scarpe da ginnastica e infradito birkenstock.  E via, siamo partite con un giusto e umile zaino da Bologna per iniziare la nostra avventura!!  GIORNO 1: Bologna – Badolo partenza ore 07:00 e arrivo ore 14:51, km 26,27. L’emozione ci ha fatto mettere le ali ai piedi, siamo partite dalla fontana di Nettuno e abbiamo percorso i suggestivi portici più lunghi d’Europa fino ad arrivare al Santuario di Madonna di San Luca. Da qui è ufficialmente iniziata l’avventura sulla Via degli Dei, un po’ per l’immersione tra i sentieri e un po’ per la suggestività che regala questi luoghi. Ma aimè non è tutto ora ciò che luccica e il primo giorno è servito da test sul nostro equipaggiamento e sulle nostre capacità: mai più due barrette a pranzo che portano un gran mal di pancia e attenzione alle clavicole livide per via dello zaino!! Tutto serve, saremmo state più prudenti le tappe successive. Lungo il percorso ci sentivamo due bambine alla scoperta di questi luoghi meravigliosi e ammaliate da questa via che davvero può definirsi degli Dei per il suo splendore. La giornata si è conclusa con un grande spavento, arrivate al bivio che portava a Badolo dove noi avremmo alloggiato ci attendeva una discesa ripida e che non aveva nulla a che fare con un sentiero. Ma intrepide e con i piedi stanchi ci siamo avventurate e finalmente siamo arrivate al rifugio.  GIORNO 2: Badolo – Madonna dei Fornelli partenza ore 6:40 e arrivo ore 17:17, km 27,77. Abbiamo iniziato questa giornata in compagnia di alcuni ragazzi conosciuti la sera prima a cena che ci hanno accompagnate lungo tutta la tappa. Il percorso che la sera prima ci era sembrato impossibile appena sveglie ci è sembrato una passeggiata… forse la stanchezza ci aveva giocato brutti scherzi! La giornata è stata davvero bella, con lo spettacolo mozza fiato di Monte Adone e il gelato spettacolare di Monzuno. Il percorso è stato duro, tra salite e asfalto nelle ore più calde di agosto ma né è valsa la pena. La fatica è stata ricambiata da tutto ciò che abbiamo visto e ha riempito i nostri occhi e il nostro cuore, dalla compagnia e dalle soste divertenti e dall’accoglienza ricevuta a Madonna dei Fornelli dal Ristorante Poli dove ci siamo fermate a mangiare e a dormire. Dopo aver fatto una doccia rigenerante abbiamo iniziato la routine del viaggio: lavare tutta la biancheria, le magliette e tuffarci nell’arnica per poter essere in forma il giorno seguente.  GIORNO 3: Madonna dei Fornelli – Monte di Fò partenza ore 7:46 e arrivo ore 12:31, km 18,72. Questa tappa della Via degli Dei è iniziata nel modo migliore possibile: colazione spaziale! Abbiamo subito preso un sentierino e ci siamo addentrate in un boschetto che percorreva l’antica flaminia militare. Tappa decisamente meno impegnativa che ha contribuito a rigenerare le energie e le fatiche dei giorni precedenti. A livello di paesaggio sembrava di essere in una fiaba, gli alberi facevano da riparo naturale al caldo sole di agosto e lasciavano entrare pochi raggi. È stata davvero una tappa magica, percorsa tutta d’un fiato e con l’intento di catturare più ricordi possibili di questo viaggio. Verso la fine della tappa consiglio di andare a vedere il cimitero militare, ne vale davvero la pena, i brividi che suscita sono assicurati.  GIORNO 4: Monte di Fò – San Piero a Sieve partenza ore 7:40 e arrivo ore 15.30, km 25,50. Abbiamo imparato a prendercela più con calma e a goderci di più la nostra avventura, camminare un po’ più lentamente e fare più tappe possibile per ammirare i luoghi che ci circondano e vivere il momento. Giornata magica, ma come d’altronde anche tutte le altre. Abbiamo percorso boschi, pascoli e campi coltivati. Il paesaggio inizia a cambiare e divenire più simile a quello toscano. Alla ricerca di qualcosa di buono da mangiare ci siamo ritrovate a Sant’Agata, un paesino davvero caratteristico nel quale abbiamo incontrato un signore molto gentile che ci ha consigliato, una volta terminato il nostro gelato, di andare a riposare in un fiumiciattolo a poche centinaia di metri da li. Ne è valsa davvero la pena! E anche questa volta siamo state sorprese al nostro arrivo, ad accoglierci nella nostra camera da Nonna Mary, una signora gentilissima che ci ha consigliato di cenare da Bona Ugo. Posto buonissimo con cucina tipica! Qui abbiamo ritrovato le stesse ragazze conosciute nel primo alloggiamento a Badolo, è bello come un’unica passione possa unire tante persone diverse fra loro.  GIORNO 5: San Piero a Sieve – Olmo partenza ore 6:46 e arrivo ore 14:13, km 21. Tappa che sembrava impegnativa, l’occhio ha ripagato ogni fatica! Abbiamo attraversato paesaggi molto tipici e abbiamo intrapreso la  salita “superato il Purgatorio ammirate il Paradiso” che conduce al Convento di Monte Senario.. ovviamente era chiuso per lavori di ristrutturazione, il gelato anche in questo caso ci ha consolate. La salita l’abbiamo affrontata in compagnia di due ragazzi gentilissimi con cui è stato davvero un piacere condividere l’amore per i cammini e le esperienze vissute di ciascuno. Siamo passate alla volta di Olmo per un suggestivo parco ai piedi del convento dedicato a tutte le persone che cercano un posto tranquillo per riposare e stare in pace immerse nella natura. Al termine di questa tappa e arrivate in Hotel abbiamo assaporato un grandioso (per dimensioni sicuramente) panino per poi riposare aspettando una cena davvero spettacolare. GIORNO 6: Olmo – Firenze ore 8:13 e arrivo ore 12:38, km 18. La giornata è iniziata con tanta tristezza e malinconia da ultimo giorno sulla Via degli Dei, abbiamo camminato il più lentamente possibile per non far finire mai questa avventura. Poco dopo la partenza abbiamo incontrato un amico, un cinghiale a pochi metri da noi! Io non me ne sono nemmeno accorta, poi richiamata dalla mamma ho potuto ammirare l’animale che indisturbato si procurava cibo. L’avventura è continuata attraversando lo spartiacque MugelloValle del Mugnone e giocando sulle balle di fieno incontrate nel nostro percorso. Passate a Fiesole per il nostro consueto caffè abbiamo proseguito verso Firenze. Una volta giunte in questa splendida città ci siamo sentite smarrite e molto a disagio, tutti ci guardavano in modo strano, c’era frastuono e frenesia e noi abituate ai boschi non sapevamo nemmeno più camminare sul marciapiede. Arrivate in Piazza della Signoria e del Duomo abbiamo rincontrato alcuni dei nostri compagni di viaggio che avevamo incontrato lungo le diverse tappe ed è stato davvero emozionante, ci siamo sentite meno sole e con una grande esperienza da condividere.

Che dire, la Via degli Dei è un cammino che ti cambia la vita, con zaino in spalla e guida alla mano si può percorrere un tratto d’Italia davvero magnifico. Ciò che ti lascia nel cuore è davvero tanto, conoscere diverse persone accomunate tutte da questa passione è una cosa davvero emozionante, non ti viene voglia di scambiare il numero di telefono come si farebbe in città ma semplicemente di condividere silenzi, sorrisi e paesaggi. Una volta tornati alla normalità non si è più gli stessi, fai tesoro della tranquillità e dei momenti di pace, cerchi di apprezzare tutte le cose anche le più piccole a cui prima nemmeno facevi caso.  Si dice che ci sia il mal d’Africa ma io sono convinta esista anche il mal di cammino, si ha sempre tanta voglia di ripartire alla volta di un’altra avventura.  

Rebecca

Articolo di
Cammini d'Italia