Un cammino tra emozioni e silenzi: il diario di Luca sul Cammino dei Borghi Silenti
Alcuni cammini non sono solo sentieri da percorrere, ma esperienze che ci invitano a scoprire una nuova dimensione del viaggio: quella fatta di lentezza, di sguardi attenti e di incontri capaci di trasformare una giornata in un ricordo indelebile. Per Luca, il Cammino dei Borghi Silenti è stato tutto questo: un itinerario che svela il fascino nascosto dell’Umbria più autentica, tra natura rigogliosa e borghi in cui il tempo sembra essersi fermato. Un cammino che non si conclude con l’ultima tappa, ma che continua a vivere attraverso i ricordi e le emozioni che porta con sé. Per chi ama la bellezza delle scoperta e delle novità, buona lettura e buon cammino!
Tappa 01: Tenaglie – Melezzole
24 km
Sveglia all’ alba stamattina per poter raggiungere Tenaglie in orario e poter partire presto per la prima tappa di questo cammino che farò in solitaria. Una tappa impegnativa e lunga, per il terreno, per il dislivello e soprattutto per il gran caldo. Tenaglie, piccolo borgo del Comune di Montecchio (TR), mi ha accolto ancora dormiente. Il tempo di recuperare la credenziale, controllare lo zaino e via per questa avventura. I primi passaggi mi fanno capire che sudore e fatica sono termini che non mancheranno nel mio vocabolario odierno ma, al tempo stesso, mi rendo conto di quanto belli, verdi e suggestivi siano i panorami che accompagnano i miei primi passi.
Intraprendere un cammino richiede una preparazione accurata, soprattutto se è la tua prima esperienza. Per consigli pratici su come organizzare al meglio il tuo viaggio, dall’equipaggiamento necessario alla pianificazione delle tappe, consulta la nostra Guida al Primo Cammino.
Dopo circa 7 km raggiungo Guardea che più che un borgo è una graziosa cittadina che mi permette di fare una sosta recuperando il primo timbro e rifornendomi di acqua. Il caldo è sempre più importante e viaggiare con le borracce vuote è improponibile. Terminata la sosta mi rimetto in marcia con direzione Santa Restituta, frazione del Comune di Avigliano Umbro. Mi hanno sempre presentato questo luogo come un luogo magico e così si presenta anche ai miei occhi. Ci arrivo alle 14 dopo aver affrontato alcuni tratti con dislivelli “interessanti” ed appena entro nel borgo vengo rapito dalla bellezza delle costruzioni in pietra, dal silenzio rumoroso dei suoi 7 residenti e da Moreno che mi accoglie con il secondo timbro in una mano ed una bibita fresca nell’ altra. Una gentilezza semplice, sincera, inaspettata, che mi ha commosso.
Ascoltati gli utili consigli di Moreno ho ripreso a camminare verso la mia meta godendo di alcuni tratti boschivi che mi hanno permesso di potermi difendere dal caldo sempre più presente. Uscito dal percorso per dirigermi verso Melezzole, punto di arrivo della prima tappa, decido di allungare verso Toscolano, altra frazione di Avigliano Umbro, non dirigendomi alla Tenuta dei Ciclamini di Mogol. Come in precedenza, a colpirmi è il silenzio di questo luogo e quattro ragazzini che seduti ad un tavolo cercano di riempire il loro tempo in qualsiasi modo. Già, il tempo. In questi borghi sembra essersi fermato e solo i viandanti che li attraversano sembrano dar loro una sorta di attualità.
Raggiungere Melezzole non è cosa semplice perché per farlo c’è un ultimo strappo che, sommato a quelli fatti in precedenza e alla stanchezza che comincia a farsi sentire, sembra essere insormontabile. Ma un camminatore sa che deve essere pronto ad affrontare qualsiasi difficoltà si presenti anche a pochi metri dall’ arrivo e così con passi lenti e costanti arrivo al donativo del paese che questa sera mi permetterà di riposare. La proprietaria è una signora simpaticissima a cui piace confrontarsi con gli ospiti della sua struttura. Mi ha raccontato di quanto sia stato e sia tutt’ ora importante questo Cammino per questi luoghi sempre meno popolati e sempre più dimenticati. Inizialmente era restia e diffidente, non voleva gente in casa sua perché non sapeva cosa fosse un cammino e cosa significasse la parola donativo. Poi ha voluto provare ed oggi è felice di accogliere chi come me vuole conoscere questi luoghi. Il Cammino ha dato loro una speranza perché li ha fatti conoscere ed apprezzare e soprattutto ha fatto ripartire una piccola ma significativa economia. Anche questo è il potere di un Cammino!
Tappa 02: Melezzole – Morre
17 km
“Ho deciso di fare il Cammino in solitaria” dicevo inizialmente. “Vedrai che non sarai mai solo…troverai sempre qualcuno sulla tua strada” mi hanno risposto Roberto e Antonella, persone amiche con cui mi sono confrontato non appena mi sono deciso, essendo anche loro camminatori, ma che lo hanno già portato a termine. È così è stato, almeno in questa seconda tappa. Ieri, arrivato al donativo di Melezzole, ho incontrato Fabiano, direttore commerciale di un’azienda tessile di Lecco: era già arrivato e si stava godendo il meritato riposo mentre io ero stanco ed accaldato.
“Sei Luca, giusto?” mi dice alzandosi dal letto come se mi conoscesse da tempo. “Sono io!” gli ho risposto con un filo di voce. “Stasera ceno con due ragazzi di Bergamo….se ti va di aggregarti?” Dopo tanti chilometri con me stesso non disdegnavo un po’ di compagnia. E così stamattina, assieme a Fabiano, Matteo e Chiara, siamo partiti da Melezzole quando il sole doveva ancora sorgere del tutto. Nemmeno il tempo di renderci conto della tappa che ci attendeva che ci ritroviamo ad affrontare una salita di tutto rispetto che ci conduce alla Posta del Prete (Mt. 801), una spianata che ti regala una visuale a 360° prima di arrivare al punto più alto dell’intero Cammino, ovvero il Monte Croce di Serra (Mt. 994).
“Dalla cima non puoi far altro che scendere” pensavo tra me e me. Ed in effetti per un paio di chilometri è andata così ma poi ” quando pensi che sia finita…è proprio allora che comincia la salita”! Venditti non pensava certo al Cammino dei Borghi Silenti quando ha scritto questo testo ma la frase rispecchia quello che ci siamo ritrovati terminata la discesa dal Croce di Serra. Un continuo sali scendi fortunatamente dentro un meraviglioso bosco che ha attenuato il caldo. A dissetarci ci hanno pensato invece due ragazzi di Melezzole che hanno pensato bene di creare un punto di ristoro nel tragitto con acqua, caffè, birra e crostata: una tenerezza incredibile!
Un’ ulteriore prova di come un Cammino metta in moto un’intera comunità generando entusiasmo. Proseguiamo con direzione Morre scendendo di circa 400 mt., anche qui all’ interno di un bosco fresco e silenzioso in cui si sentiva forte solo il rumore del nostro passo deciso ad arrivare. I tanti rovi pieni zeppi di more ci danno sollievo e ci consentono un’ulteriore sosta per una fugace “merenda in movimento”. Terminata la discesa, attraversiamo la strada provinciale e ci immettiamo in un sentiero stretto e carico di vegetazione dove anche la luce solare faceva fatica ad entrare; lo percorriamo per un paio di chilometri prima di affrontare l’ultima faticosa salita che ci porta a Morruzze. Ormai la meta è vicina e ci fermiamo solo per un ultimo sorso di acqua.
Leggendo questo diario, ti sei innamorato dei borghi silenziosi che Luca ha attraversato? L’Italia è ricca di gioielli simili, spesso poco conosciuti. Scopri altre storie di borghi autentici e suggestivi esplorando i nostri articoli dedicati a questi luoghi senza tempo. Il cammino di Gianluca, ad esempio, è stato incredibile.
Ancora un paio di chilometri e Morre si presenta a noi! Frazione del Comune di Baschi, ci accoglie silenziosa…a far rumore solo il tintinnio dei bicchieri del Circolo ACLI in cui mi dirigo per un bicchiere di acqua fresco e per le indicazioni del mio donativo. Nel frattempo, saluto Fabiano che ha trovato posto a Collelungo, quindi, ha ancora un po’ di strada da affrontare ed il suo ginocchio gli chiede riposo. Non so se domani lo incontrerò, partirà molto presto e metterà insieme due tappe. “Mi raggiungerai sicuramente” dice, forse sarà così ma gli porgo ugualmente la mia mano per salutarlo e ringraziarlo dei passi condivisi insieme oggi.
Con Matteo e Chiara ci vedremo a cena. Dall’ altro lato del bancone un ragazzo è intento a lavare due bicchieri e sul tavolino alla mia destra due ragazzini giocano a carte mentre io fisso il mio sguardo sul costo di una tazzina di caffè. Novanta centesimi, solo novanta centesimi, continuo a ripeterlo mentre sorrido pensando a quanto possa essere faticoso continuare a fornire questo servizio a questa frazione con prezzi che da noi sono superati da secoli! “Quanto ti devo?” domando io, “Nulla” risponde lui “In fin dei conti è solo un bicchiere d’acqua ed oggi la tappa non prevedeva fontane quindi immagino che sia assetato…anzi ne vuoi un altro?” “No grazie…basta così!” Lo saluto e mi dirigo al donativo continuando a pensare che anche questo è il potere di un Cammino!
Tappa 03: Morre – Civitella del Lago
16 km
“Stanco eh?! Domani è più corta ma c’è Scoppieto…preparati!”
Voleva solo avvisarmi l’uomo dalla maglia rossa di Morre. “Non la toglierò mai, nemmeno al mio funerale vorrò qualcosa di nero addosso!” Ha un’idea convinta in testa questo signore che guardo con ammirazione e simpatia dettata dal suo nome di battesimo e dalla foto del “Che” ben esposta nella camera che mi stava consegnando; quella stessa camera che lascio alle 7:30 per dirigermi, sempre assieme a Matteo e Chiara, verso Civitella del Lago. Già, Matteo e Chiara, due ragazzi bergamaschi, già con diversi chilometri nelle loro gambe nonostante la loro giovane età. Riservati ma molto cordiali e simpatici. Anche loro partiti in solitaria, mi hanno permesso di poter affrontare con loro queste tappe, ognuno con il proprio passo e la propria autonomia, ma insieme!
Si sono conosciuti facendo volontariato nelle ambulanze; per Matteo, poi, è diventato il lavoro attuale. Lei invece, laureata, lavora in un importante società di revisione. È stata la cena di ieri a farci conoscere un po’ di più; così parlando delle nostre attività lavorative mi sono permesso qualche domanda su quello che è stato il periodo Covid nella città più colpita dall’ epidemia. Ascoltavo in silenzio quello che i ragazzi mi raccontavano e pensavo che, mentre quelle immagini, che tutti ricordiamo, io le avevo viste nei telegiornali, loro invece le hanno vissute.
Tornando alla tappa, si scende subito per diversi metri. Collelungo è più in alto ma prima di arrivarci c’è una discesa e la affrontiamo volentieri. Come le altre frazioni, è concentrato all’ interno di quella che era il castello. Case piene di fiori e ben curate, ci danno il benvenuto ma siamo appena all’inizio e proseguiamo spediti il cammino con direzione Acqualoreto. Giungiamo in questo gioiellino dopo circa un’ora di strade sterrate: pausa per un caffè al bar ed una visita obbligata a questo che è un borgo stupendo. Superato l’arco principale, una piccola libreria ti accoglie e ti accompagna all’ interno; possono sembrare tutti uguali questi Borghi e, forse in parte lo sono, ma ognuno ti riserva qualcosa di diverso, ti trasferisce emozioni personalissime. Ci godiamo per qualche minuto ancora questa bellezza per poi partire alla scoperta dell’Eremo della Pasquarella.
Si scende ancora per poi risalire per poi riscendere ed è così che il percorso ci fa arrivare alla meta, una splendida edificazione risalente all’ XI Secolo dove la leggenda narra che alcuni abitanti di Acqualoreto, trovata l’immagine della Madonna, la portarono nella chiesa parrocchiale ma da lì scompariva perché quell’ immagine ritornava sempre sul greto del fosso. Purtroppo, non è visitabile e quindi, rifocillati, affrontiamo la salita che ci condurrà a Scoppieto. In silenzio, ricercando ogni minimo luogo d’ ombra, dopo circa 40 minuti portiamo a termine i 400 mt di dislivello raggiungendo la piazza alla ricerca di una fonte di acqua e….del Galletto!
“Cercate il Galletto?” mi domanda un signore. “È a casa a pranzo a quest’ora ma quelle che stanno uscendo sono le figlie” Chiediamo loro di poterlo incontrare ma con questo caldo il simpatico novantaquattrenne è bene che stia in casa e quindi non insistiamo. “Una domanda però…perché viene chiamato il Galletto?” domandiamo già sicuri della risposta “Papà da giovane assomigliava a Walter Chiari e ha…saltato parecchio!” ci rispondono sorridendo. Lasciamo Scoppieto e ci dirigiamo verso Civitella del Lago ormai prossima a noi. Gli ultimi chilometri però pesano come macigni; sarà il caldo sempre più asfissiante a renderli difficili ma la voglia di una doccia è più forte e raggiungiamo Civitella in 30 minuti.
Il mio appartamento è nel centro del paese ma non riesco subito a trovarlo. Arrivo nella piazza e chiedo ad una ragazza seduta su degli scalini; da un portoncino si affaccia la mamma che risponde sicura indicandomi la porta. “Ho detto bene Walter?” chiede al marito che era in casa e che immediatamente esce confermando l’indicazione della moglie. Li ringrazio ma non faccio in tempo ad appoggiare lo zaino che, mentre Walter mi racconta delle potenzialità turistiche di questa zona che potrebbe ridare una speranza al territorio, Anna entra subito in casa ed esce con una bottiglia di acqua fresca e dei dolcetti. “Sarai assetato…posso offrirti dell’acqua?” mi chiede forse colpita dalla mia stanchezza. “Guarda….questi sono dei dolcetti…almeno ci mangi qualcosa” Accetto di buon grado e ringraziandoli per la loro generosità, entro in casa stremato ma ancora una volta colpito dalle persone che incontro e che mi fanno sentire a casa.
Le emozioni vissute durante un cammino sono spesso difficili da esprimere a parole. Per trovare ispirazione e riflettere sulle esperienze di viaggio, leggi la nostra raccolta di aforismi e frasi sui cammini e sul viaggio.
Tappa 04: Civitella del Lago – Baschi
14 km
Questa mattina svegliarsi è stato più difficile del solito. Sono arrivato alla 4° tappa e la fine di questo cammino è ormai alle porte. Non è ancora il momento dei bilanci, li farò domenica al rientro, ma la strada è segnata e come tutte le cose, anche questa ha purtroppo una fine. La malinconia accompagna i miei passi ma la mente già pensa al prossimo viaggio perché come dice lo scrittore Fabrizio Caramagna, il “ricercatore di meraviglie” che seguo, “Esistono strade piccole, strette, riservate, nascoste. Quelle che notano in pochi. Quelle che non urlano per rendersi visibili. Sono fatte di passi semplici, muri scrostati, colori segreti e luminosi. E da qualche parte c’è sempre un’emozione che aspetta di essere raccontata. “
Ed io ho sete di raccontare le mie emozioni, non ho certo l’ambizione di avere un pubblico a cui rivolgere i miei pensieri ma solo la voglia di testimoniare i miei sentimenti, di non tenerli rinchiusi dentro di me. La tappa di oggi non presenta particolari difficoltà, è abbastanza lineare a parte lo strappetto di 200 Mt. che ci condurrà a Baschi, il comune che riunisce alcune delle frazioni visitate in questi giorni.
Il silenzio la fa da padrone interrotto soltanto dal rumore delle cicale che ci ricordano che le temperature che accompagnano i nostri passi lenti sono elevate anche se siamo solo alle 9 del mattino. Proseguiamo costeggiando il Lago di Corbara, che si presenta a noi nella sua bellezza, in un panorama carico di vigneti a ricordarci la particolarità del territorio ed il buon vino. E di vino parliamo con il titolare dell’azienda che incontriamo nel percorso: è il sig.Barberani che assieme al fratello, ha preso in mano l’ azienda di famiglia alla terza generazione. Dalle sue parole risuona la passione per il territorio, per la sostenibilità e per la ricerca; il Lago poi aiuta a creare le condizioni per un vino particolare.
Ci vengono offerti alcuni piccoli assaggi che cerco di limitare per affrontare in maniera lucida il resto del cammino, chiedo il timbro nella credenziale e mi rimetto in marcia assieme a Matteo, Chiara, Gilberto e Silvia, due nuovi compagni di viaggio simpaticissimi con cui decidiamo di affrontare queste ultime tappe. Piemontesi, di Biella per la precisione, hanno un’esperienza di trekking e di cammini invidiabilissima. Lui è un’agente di commercio prossimo alla pensione (“sto facendo il conto alla rovescia” dice sorridente) ma soprattutto è una Guida Escursionistica Ambientale ed un famoso Youtuber! Lei è una imprenditrice tessile in pensione con una storia incredibile; solare, fedele sostenitrice dell’attività social del marito. È un piacere ascoltare le loro storie, i loro percorsi fatti, le loro avventure vissute, fanno rimanere stupiti i loro racconti appassionati.
Se anche tu sogni di scoprire nuovi itinerari l’Atlante dei Cammini d’Italia che abbiamo scritto è il punto di partenza perfetto. Con oltre 100 percorsi descritti, offre dettagli su lunghezze, tappe e paesaggi da attraversare, aiutandoti a scegliere l’avventura che fa per te.
Magari io avessi solo una parte della loro perseveranza. E così tra un aneddoto ed una risata arriviamo a Baschi prima di mezzogiorno. È una cittadina tranquilla Baschi poi, essendo sabato, non c’è molto movimento. Fuori dal bar del paese, le poche persone sedute ci osservano e commentano il nostro arrivo. Un corteo funebre poi raccoglie gran parte dei cittadini di questo Borgo e movimenta la giornata. La fame inizia a farsi sentire così ci avviciniamo ad una pizzeria, utile rifugio anche per permettere ai proprietari delle strutture che ci ospiteranno di prepararci le nostre camere che prima delle 14 non saranno pronte.
Le 14 arrivano e mi dirigo all’appartamento che ho prenotato dove mi aspetta la gentile padrona di casa. Anche questa volta l’accoglienza che mi viene riservata è commovente. “Entra Luca, accomodati, benvenuto a casa. Scusaci se ti facciano dormire qui con noi e non negli appartamenti dedicati ai camminatori ma essendo solo abbiamo pensato che qui stavi meglio, ti va bene?” Il profumo del ciambellone appena infornato per la colazione di domani mattina ha riempito la cucina ed io, inebriato, sono rimasto in silenzio non riuscendo a proferire un benché minimo cenno di risposta. “Allora? Non va bene?” “Sta scherzando?” rispondo io “sono io che mi scuso con voi ma non era mia intenzione creare disturbo” rispondo dispiaciuto. “Nessun disturbo, per noi è un piacere!” mi dice mentre mi prepara un caffè con la moka. Ha voglia di parlare, di far conoscere la sua nuova attività legata al cammino aperta poco tempo fa, di presentare i tanti sacrifici messi in campo, per ristrutturare il loro appartamento ed adibirlo ad ospitalità. La ascolto con interesse ed esprimo il mio pensiero con totale serenità ad una persona che ho appena conosciuto. I minuti passano velocemente, rimarrei altro tempo qui ma ho bisogno di una doccia e quindi mi alzo e, con educazione, mi allontano. Tanto so che li troverò pronti a fare di tutto per farmi sentire a casa.
Tappa 05: Baschi – Tenaglie
16 km
La proprietaria della struttura mi saluta stringendomi forte e ringraziandomi per aver accettato la loro ospitalità. Niente lacrime oggi Luca, ok? Mi dicevo questo da quando mi sono alzato; mi sono ripromesso di lasciare al loro posto le emozioni che non ero riuscito a trattenere l’ultima sera del Cammino dei Cappuccini. Ci riuscirò…almeno spero! Quindi zaino in spalla e con Gilberto e Silvia partiamo con passo deciso perché tra tutto sono già le 8 ed il percorso è abbastanza scoperto e arrivare dopo le 13 sarebbe un problema! Ci ritroviamo con Matteo e Chiara dopo una mezz’ora e con loro affrontiamo questi ultimi chilometri.
Anche oggi i sali scendi non mancano, per fortuna le strade sterrate non emettono lo stesso calore dell’asfalto e ci permettono di arrivare meno affaticati ad una piana alberata dove, come una visione, troviamo una borsa frigo con delle bottiglie di acqua (un’oasi insperata!) che qualcuno ha lasciato a disposizione dei viandanti. La piana è un punto di arrivo ma da qui si riparte e ci immergiamo nel Vallone di San Lorenzo, un’area naturale dove è possibile visitare una necropoli etrusca di particolare interesse dove le tombe sono scavate nella pietra ed allineate perché “bisogna conoscere il passato per capire il presente e orientare il futuro” (cit. Tucidide V sec. A.C). Rimaniamo in quest’ area una buona mezz’ora ma il tempo è tiranno e soprattutto il caldo fa sentire la propria intensità. Riprendiamo la marcia alla ricerca di un donativo all’interno di una grotta. Fino ad adesso non sapevo cosa volesse significare ma è bastato vederlo per rendermene conto. Ci arriviamo dopo un paio di chilometri, non trovare la strada era impossibile visti i cartelli che ci orientavano nel percorso.
Il caldo sa essere un temibile nemico, e rischia di rovinarti l’esperienza del cammino. Se stai pianificando un cammino in estate, leggi il nostro approfondimento su come affrontare trekking e cammini durante le stagioni più calde.
“Accomodatevi e toglietevi gli zaini!” esordisce una persona li felice. “Dentro trovate acqua, vino, grappa, salumi, formaggi, bruschette…quello che volete…i pomodori sono dell’orto mio…quello là!”La sua generosità ti travolge ma non fermarsi a bere almeno un bicchiere di acqua è impossibile. “Sul fuoco c’è un sughetto asparagi e salsiccia…tra un po’butto la pasta!” La fame è tanta ma dobbiamo evitare altre interruzioni quindi facciamo la donazione e via! Montecchio e Tenaglie sono vicinissime, ancora un paio di curve e anche l’ultimo borgo sarà conquistato! Montecchio è veramente molto carino e non a caso è tra i “Borghi più belli d’Italia”. Le sue viuzze strette ci conducono all’ interno di quello che probabilmente era il castello con le porte di ingresso e i vicoli a farne da contorno.
“State facendo il Cammino vero?” ci chiede Stefano che assieme ad altre due persone erano seduti su dei gradini. “Bravissimi…benvenuti a Montecchio!” “Bello questo borgo”, dico io. “Una volta era anche più bello, c’erano 3000 persone che ci abitavano…oggi queste case sono tutte chiuse” “Mio nonno faceva il sacrestano ed era il materassaio del paese e riusciva a vivere; oggi è impossibile e devi trasferirti per forza, io abito a Roma ma vengo sempre, qui ci sono le mie radici” Come non capirlo. Lo salutiamo e ci dirigiamo verso Tenaglie, niente potrà fermarci ora. Superiamo la porta e nella piazzetta c’è una finestrella aperta dove una signora è intenta ad intrecciare vimini. Che fai non ti fermi? “Entrate pure…c’è posto!” sollecita un arzillo signore intento a vendere i loro manufatti. Il posto è piccolino ma ci stringiamo ed anche noi riusciamo ad entrare e a renderci conto della straordinaria manualità di questa simpatica coppia. “Io mi chiamo Andreina”
Andreina intreccia la treccia celtica, uno scaccia guai usato dai pellegrini. Un intreccio fatto con le ginestre, un unico movimento che crea una spirale. L’ arzillo signore invece è David, il marito, e fa i cesti “perché è più forte di me…a me vengono lenti”. David è un personaggio illustre, sindacalista prima e Sindaco di Montecchio per 3 legislature poi…”solo perché ero meno somaro degli altri…non per altro!” tiene a sottolineare. Gli chiedo una foto e lui accetta di buon grado mettendosi pure in posa. Ma adesso è veramente ora di andare senza ulteriori fermate. Una discesa ci porta in prossimità di Tenaglie, ma dopo ogni discesa c’è una salita, l’ultima…con in cima il cartello tanto agognato.
Lo superiamo, i chilometri diventano metri e la fatica si trasforma in gioia; il peso dello zaino scompare e ci avviciniamo all’ arrivo, non prima dell’ultima foto di un gruppo che ritrova anche Nico ed Annamaria, “i veneti” come li abbiamo sempre chiamati che, partiti prima, ci hanno aspettato alla panchina gigante. Ci mettiamo tutti intorno a questo nostro trofeo mentre Gilberto scatta l’ultimo bellissimo ricordo! Arriviamo insieme, le emozioni sovrastano il silenzio del Borgo; ci scambiamo abbracci e sorrisi sinceri che sostituiscono le lacrime. Si, ci sono riuscito questa volta anche perché forse è stato diverso il significato del Cammino ed il carico emotivo che lo ha accompagnato. Noi ci sediamo mentre Nico corre al bar ad ordinare le birre, oggi è il suo compleanno e lo dobbiamo festeggiare come si deve. Mettiamo l’ultimo timbro nella credenziale a sancire il termine del percorso, prendiamo la meritata pergamena e ci salutiamo con un arrivederci perché questa esperienza non può concludersi qui e di passi da fare ce ne sono ancora tanti. Ero partito per ritrovare me stesso e la mia interiorità ed ho trovato persone belle e sincere che hanno accompagnato i miei passi. A voi il mio grazie per quanto siete riusciti a darmi.
Se anche tu hai voglia di condividere la tua esperienza di cammino con la nostra community, inviaci una mail a info@camminiditalia.org e ti invieremo tutte le informazioni necessarie per raccontare la tua avventura. Puoi anche unirti alla nostra Community su Facebook e condividere direttamente il tuo racconto lì.