
Cammino di San Benedetto
Un itinerario di oltre 300 chilometri che parte da Norcia, ai piedi dei Monti Sibillini, attraversa l’alta valle dell’Aniene fino a Subiaco, per poi scendere nella valle del Liri fino a Cassino: un cammino che unisce i luoghi più significativi della vita di san Benedetto da Norcia.
Uno straordinario viaggio di 300 chilometri che collega Norcia, terra natale di San Benedetto, a Montecassino, dove il santo fondò la celebre abbazia. Attraversa l'Umbria e il Lazio, esplorando i luoghi simbolo della spiritualità benedettina e toccando i paesaggi mozzafiato dell'Appennino centrale.
Composto da 16 tappe, il cammino si snoda tra sentieri, carrarecce e strade a basso traffico, attraversando valli rigogliose e monti suggestivi. Oltre a immergersi nella tradizione benedettina, il percorso offre un'opportunità unica di conoscere altri importanti luoghi di culto legati a santi come Rita da Cascia, Francesco d’Assisi e Tommaso d’Aquino, così come figure meno conosciute, tra cui Giuseppe da Leonessa e Agostina Pietrantoni.
Ideale per chi cerca un’esperienza di fede, cultura e natura, il Cammino di San Benedetto è percorribile sia a piedi che in bicicletta, in un'unica avventura o suddiviso in più tappe. Ogni passo è un invito a scoprire la bellezza spirituale e paesaggistica dell’Italia centrale, in un viaggio che celebra la semplicità, la riflessione e il contatto con la natura.
Scheda Tecnica
-
Lunghezza:
307 km -
Tappe:
16 -
Dislivello medio:
470 m -
Partenza:
Norcia -
Arrivo:
Montecassino -
Tipologia:
lineare -
Tema:
spirituale | storico -
Stagione ideale:
primavera | autunno
STORIA
Il Cammino di San Benedetto è un itinerario culturale che unisce due regioni, Umbria e Lazio, lungo le tappe principali della vita di san Benedetto da Norcia. Nato per valorizzare territori ricchi di storia, spiritualità e paesaggi incontaminati, il cammino collega borghi medievali, monasteri millenari e antichi sentieri, da Norcia a Montecassino.
Oltre al valore religioso, rappresenta un viaggio nella tradizione benedettina, che ha profondamente influenzato la cultura europea attraverso l’arte, l’architettura e la trasmissione del sapere nei secoli bui dell’Alto Medioevo.
Il percorso nasce nei primi anni duemila. Ispirandosi all’itinerario biografico di san Benedetto da Norcia, si tracciò un percorso escursionistico che collegasse i luoghi più emblematici della vita del santo: Norcia, Subiaco e Montecassino. Il cammino è stato pensato non solo come pellegrinaggio religioso, ma anche come proposta culturale e turistica, capace di valorizzare l’Italia interna e i suoi paesaggi storici.
Nel corso degli anni, grazie al lavoro delle Regioni Umbria e Lazio, le associazioni locali, i volontari e le amministrazioni, il percorso è stato segnalato, migliorato e promosso, diventando uno dei cammini più importanti del panorama italiano.
SERVIZI
Il Cammino si sviluppa in aree montane, per lo più attraverso borghi e piccoli paesi. In ogni tappa sono presenti più possibilità di alloggio, uno o più negozi di alimentari e almeno una farmacia. Invece non sono sempre disponibili gli sportelli bancomat, e non tutte le strutture sono provviste di POS: perciò si suggerisce di portarsi una riserva di contanti.
SEGNALETICA
Lungo il percorso sono presenti tabelle segnavia di 55×15 cm, che riportano le indicazioni per la meta successiva, le mete intermedie e quella di tappa, insieme alle distanze chilometriche.
Durante il Cammino di San Benedetto i camminatori troveranno disponibili fonti d’acqua per ogni tappa.
PERICOLI
Non ci sono tratti pericolosi, anche se è richiesta un po’ più di attenzione nei sentieri di montagna, specialmente nei tratti in discesa.
FONDO STRADALE
CREDENZIALE
La credenziale si può richiedere sul sito relativo all’Associazione del Cammino per riceverla a casa prima della partenza; oppure ritirarle a Norcia presso l’Ostello Capisterium. Le credenziali sono a OFFERTA LIBERA.
Il testimonium di avvenuto pellegrinaggio si ritira a Montecassino presentando la credenziale timbrata (non esiste una percorrenza minima).
CAMMINO IN TENDA
Sul percorso non esistono camping attrezzati; tuttavia è possibile piantare la tenda presso la maggioranza degli agriturismi, o in altre aree nei paesi: chiedere all’Associazione “Amici del Cammino” presenti su ogni tappa.
LA MAPPA DEL CAMMINO
CONTATTI
PORTALI REGIONALI
ALTRI SITI UTILI
Italia.it – Cammini Spirituali
Iniziativa “Cammini Aperti” – Iniziativa finanziata con il Fondo Sviluppo e Coesione, Piano Sviluppo e Coesione a titolarità del Ministero della Cultura, “I cammini religiosi di San Francesco, San Benedetto e Santa Scolastica – Azioni trasversali” di cui è beneficiario il Ministero del Turismo.
TAPPA 01
TAPPA 01: Da Norcia a Cascia
Partenza: Norcia
Arrivo: Cascia
Distanza: 17.3 km
Dislivello: +535m / – 461 m
Il cammino parte da Norcia, luogo natale di San Benedetto, incastonata ai piedi dei Monti Sibillini. La cittadina, famosa per l’aria salubre e la gastronomia che spazia dalla norcineria ai piatti a base di funghi e tartufo, accoglie il pellegrino con la suggestiva piazza dedicata al santo, dove si affaccia la Basilica di San Benedetto, di cui resta l’elegante facciata gotica sopravvissuta al sisma. Al centro, la statua del santo pare indicare la via da seguire. Il primo tratto si sviluppa sull’altopiano di Santa Scolastica, tra campi coltivati e paesaggi aperti. Si procede con passo tranquillo, circondati dai profili ondulati dell’Appennino. Si affronta poi una sella da valicare: una salita impegnativa ma appagante, che introduce a un panorama che via via si apre verso la valle sottostante. La discesa verso Cascia accompagna il pellegrino in un ambiente sempre più dolce, tra borghi rurali e scorci di grande quiete. Cascia, paese natale di Santa Rita, è meta di intensa devozione. La Basilica e il Monastero dedicati alla “Santa degli Impossibili” accolgono ogni anno migliaia di pellegrini, soprattutto il 22 maggio, giorno della sua festa. Una sosta in questo luogo di fede è occasione per raccogliere pensieri e preghiere, tra il silenzio del convento e l’eco delle montagne.
TAPPA 02
TAPPA 02: Da Cascia a Monteleone di Spoleto
Partenza: Cascia
Arrivo: Monteleone di Spoleto
Distanza: 17.9 km
Dislivello: +688 m/ – 413 m
Lasciata Cascia, il cammino imbocca il suggestivo Sentiero di Santa Rita, un tracciato scavato nella roccia a picco sul torrente Corno. Il panorama è emozionante e il passo si fa meditativo mentre si raggiunge Roccaporena, il borgo dove nel 1381 nacque Santa Rita. Qui il pellegrino può visitare la casa natale della Santa e salire i 300 gradini che conducono al Sacro Scoglio, sperone roccioso dove Rita era solita ritirarsi in preghiera. La tradizione narra che vi abbia pregato tanto intensamente da lasciare impresse nella roccia le impronte delle ginocchia e dei gomiti. Attraverso boschi silenziosi e sentieri immersi nel verde, il cammino si fa più solitario e si guadagna quota fino a raggiungere Monteleone di Spoleto, borgo medievale arroccato a oltre 1000 metri d’altitudine. Circondato da una natura incontaminata e dominato da un antico castello, il paese accoglie con il fascino delle sue pietre antiche e dei suoi vicoli. Qui si conserva una fedele riproduzione della celebre Biga di Monteleone, un raffinato carro da parata del VI secolo a.C. rinvenuto nel 1902 nei pressi del borgo. Il reperto originale, trafugato all’epoca, è oggi esposto al Metropolitan Museum di New York. Un frammento di storia antichissima che testimonia l’importanza di queste terre ben prima dell’epoca francescana.
TAPPA 03
TAPPA 03: Monteleone di Spoleto – Leonessa
Partenza: Monteleone di Spoleto
Arrivo: Leonessa
Distanza: 13.1 km
Dislivello: +256 m/ – 238 m
Una tappa rilassante e senza salite, che segna il passaggio dall’Umbria al Lazio attraversando l’altopiano leonessano, a quota 1.000 metri, con lo sfondo imponente dei monti Reatini. Il paesaggio si apre, la camminata è ampia e luminosa, accompagnata dalla quiete dell’altopiano e dai profili lontani delle cime appenniniche. La meta è Leonessa, città fondata nel 1278 da Carlo d’Angiò al confine settentrionale del Regno di Napoli. Il suo centro storico, raccolto e ben conservato, testimonia l’antica prosperità raggiunta nel Cinquecento, quando l’imperatore Carlo V la donò alla figlia Margherita d’Austria. Il cuore della cittadina è piazza VII Aprile, dove sorge la chiesa di San Pietro, con il suo campanile gotico e le due chiese sovrapposte. Accanto, la Collegiata offre una splendida vista sulla valle. A breve distanza si trova la chiesa di San Francesco, costruita poco dopo la fondazione della città e testimonianza preziosa della spiritualità dell’epoca. Completano il percorso culturale il Santuario di San Giuseppe e la chiesa di Santa Maria del Popolo, lungo l’elegante corso San Giuseppe. Leonessa accoglie il pellegrino con la sua storia, la sua architettura e un’atmosfera sospesa nel tempo.
TAPPA 04
TAPPA 04: Leonessa – Poggio Bustone
Partenza: Leonessa
Arrivo: Poggio Bustone
Distanza: 14.1 km
Dislivello: +550 m/ – 700 m
Questa tappa regala l’esperienza dell’alta quota, raggiungendo i 1.500 metri sul livello del mare: è il punto più elevato dell’intero Cammino. Si attraversano i monti Reatini, lungo un itinerario impegnativo ma straordinariamente suggestivo, tra ampie faggete e vedute spettacolari sulla Valle Santa. Dopo la salita iniziale si giunge ai Prati di San Bartolomeo, un’ampia radura dove un tempo sorgeva un oratorio e oggi pascolano liberamente cavalli e bovini. Poco oltre, sul crinale, si incontra un cippo in pietra che un tempo segnava il confine tra il Regno di Napoli e lo Stato della Chiesa. Nei pressi si trova anche l’unica fonte della tappa, la sorgente Petrinara, utile per una sosta rigenerante. La discesa conduce al paese di Poggio Bustone, noto per aver dato i natali a Lucio Battisti e per la sua gustosa porchetta, ma soprattutto caro alla memoria francescana. Qui sorge il convento di San Giacomo, costruito presso le grotte dove Francesco si ritirava in preghiera. Dal convento, un sentiero immerso nel bosco conduce al Sacro Speco: la grotta dove il Santo ricevette il perdono dei suoi peccati giovanili. La vista che si apre da lassù, sulla Valle Reatina, è tra le più belle del cammino.
TAPPA 05
Tappa 05: Poggio Bustone – Rieti
Partenza: Poggio Bustone
Arrivo: Rieti
Distanza: 17.4 km
Dislivello: +200 m/ – 610 m
Una tappa che attraversa la Valle Santa Reatina, cuore della spiritualità francescana, tra boschi ombrosi e scorci panoramici mozzafiato, con destinazione Rieti, antica capitale della Sabina. Il cammino scende dolcemente da Poggio Bustone e raggiunge Cantalice, borgo sorprendente per la sua struttura verticale, aggrappata al fianco della montagna. In basso, fuori dal centro abitato, si trova il Santuario di San Felice all’Acqua, dedicato al primo santo cappuccino: la tradizione racconta che con il suo bastone fece sgorgare acqua da una roccia per dissetare i pastori. Proseguendo tra sentieri e tratti ombreggiati si arriva al Santuario de “La Foresta”, luogo caro a San Francesco, che qui trovò rifugio in attesa di cure agli occhi. Nel silenzio della natura, il Santo compose, presumibilmente, l’inno delle creature, uno dei più alti canti spirituali della storia. La tappa si conclude nella città di Rieti, attraversando la sua cinta muraria medievale e sfiorando monumenti d’epoca romana, come l’antico ponte sul Velino e i suggestivi sotterranei della Via Salaria. In centro, la Cattedrale di Santa Maria Assunta accoglie i pellegrini: nella cripta, secondo la tradizione, pregava anche Francesco durante i suoi soggiorni nella Valle Santa.
TAPPA 06
Tappa 06: Rieti – Rocca Sinibalda
Partenza: Rieti
Arrivo: Rocca Sinibalda
Distanza: 20.2 km
Dislivello: +450 m/ – 320 m
Lasciata Rieti, il cammino segue un tratto dell’antica Via Salaria, tra filari di tigli e la quiete della campagna sabina. Si costeggia per un tratto il fiume Turano, le cui acque limpide accompagnano i passi fino all’inizio dell’impegnativa salita verso Belmonte in Sabina. Il piccolo borgo si arrampica su un crinale che divide due valli, regalando ampie vedute sul paesaggio circostante. Una breve sosta a Belmonte è l’occasione per rifiatare e assaporare il silenzio della montagna. Da qui si riparte su un percorso panoramico, in leggera discesa, tra oliveti e boschi, fino a raggiungere Rocca Sinibalda. Il borgo è sovrastato da un’imponente fortezza dalla pianta a forma di aquila, costruita nel 1084 e trasformata nei secoli in un raffinato castello rinascimentale. Dal 1200 al 1500 appartenne alla famiglia Mareri, da cui discese Filippa Mareri, prima santa francescana, coeva di Francesco d’Assisi. La presenza del suo spirito è ancora percepibile tra le mura del paese, che sembra custodire intatto il tempo.
TAPPA 07
Tappa 07: Rocca Sinibalda – Castel di Tora
Partenza: Rocca Sinibalda
Arrivo: Castel di Tora
Distanza: 15 km
Dislivello: +300 m/ – 250 m
La tappa si snoda nella verde e silenziosa valle del fiume Turano, dove il tempo sembra scorrere più lentamente. Si cammina tra boschi e coltivi fino a raggiungere il minuscolo borgo di Posticciola, adagiato su uno sperone roccioso. Qui, il passato contadino rivive nei locali dell’antico lavatoio e nel piccolo ma prezioso Museo delle Tradizioni. Poco sotto il paese, il Ponte Romano – in realtà ricostruzione medievale dell’XI secolo su un precedente manufatto romano – racconta storie di viandanti e commerci lungo l’antica valle. Oltrepassata la diga sul fiume, il cammino prosegue costeggiando il lago del Turano. Per circa dieci chilometri, il sentiero segue la linea sinuosa dell’acqua, tra riflessi boschivi e silenzi interrotti solo dal vento. Castel di Tora appare quasi all’improvviso, aggrappato alla collina come un presepe di pietra. Inserito tra i borghi più belli d’Italia, il suo centro storico è un labirinto di vicoli e scorci incantevoli, dove ogni angolo regala una vista diversa sul lago sottostante. Il passo si fa lento, per godere appieno della bellezza intatta di questo luogo.
TAPPA 08
Tappa 08: Castel di Tora – Orvinio
Partenza: Castel di Tora
Arrivo: Orvinio
Distanza: 13.5 km
Dislivello: +750 m/ – 540 m
La tappa si apre con una salita decisa lungo un sentiero panoramico, che regala scorci spettacolari sul lago del Turano. Tra cespugli di ginestre e animali in libertà, il passo rallenta naturalmente, invitando a frequenti soste per ammirare il paesaggio. Dopo un breve tratto nel bosco, si raggiunge il valico a 1.160 metri di altitudine: lo sguardo si apre su vaste vallate, e poco più in basso si scorge Pozzaglia Sabina, paese di montagna legato alla figura di sant’Agostina Pietrantoni, patrona degli infermieri. Nel piccolo borgo è possibile visitare la sua casa natale e la chiesa che ne custodisce le spoglie. Si prosegue poi verso il Piano di Orvinio, un’ampia e silenziosa radura dove si erge l’abbazia di Santa Maria del Piano, affascinante testimonianza dell’architettura romanica del IX secolo, sorta — secondo la tradizione — per celebrare una vittoria di Carlo Magno contro i Saraceni. La giornata si conclude a Orvinio, uno dei borghi più belli del Lazio, incastonato nel Parco Regionale dei Monti Lucretili. Da non perdere la chiesa di Santa Maria dei Raccomandati e quella di San Giacomo, dalla pianta ottagonale e attribuita a Gian Lorenzo Bernini. Un luogo sospeso tra arte, spiritualità e natura.
TAPPA 09
Tappa 09: Orvinio – Mandela
Partenza: Orvinio
Arrivo: Mandela
Distanza: 20.1 km
Dislivello: +600 m/ – 940 m
Si lascia Orvinio camminando quasi esclusivamente su sentieri immersi nel Parco Regionale dei Monti Lucretili. Il percorso inizia in salita fino alla località Praterelle, per poi inoltrarsi in un fitto bosco di querce che conduce a quota 1.100 metri. Una volta raggiunta la cresta, si apre una lunga e piacevole discesa tra cespugli di ginestre e ampi panorami sulla campagna sabina, fino al borgo di Licenza. Qui si trova la celebre villa del poeta Orazio, immersa nella natura che tanto ispirò i suoi versi. Lasciato il paese, si risale brevemente verso un crinale panoramico affacciato sulla valle del fiume Aniene, con vedute che spaziano dai vicini monti Ruffi fino alle più lontane cime dei Simbruini. Da Pian di Papa, un’ampia radura dove papa Giovanni Paolo II amava sostare in meditazione, si scende tra i boschi fino a Mandela, piccolo borgo dominato da un’imponente torre medievale. L’ultima parte della tappa conduce a Vicovaro, dove sulla rupe di San Cosimato si erge un suggestivo convento, costruito sopra un antico complesso di eremi benedettini e resti di acquedotti romani, nel punto più stretto e spettacolare della valle dell’Aniene.
TAPPA 10
Tappa 10: Mandela – Subiaco
Partenza: Mandela
Arrivo: Subiaco
Distanza: 29.2 km
Dislivello: +250 m/ – 200 m
Una tappa interamente pianeggiante, che si snoda su sentieri immersi nel bosco seguendo il corso del fiume Aniene, in un paesaggio silenzioso e rigenerante. Lungo il cammino non si attraversano centri abitati, ma brevi deviazioni permettono di visitare suggestivi borghi come Anticoli Corrado, con le sue case colorate affacciate sulla valle, Marano Equo e Agosta, abbarbicati alle rocce. La meta è Subiaco, luogo chiave della vicenda spirituale di san Benedetto. Qui il Santo visse trent’anni: prima in solitudine, poi come guida di piccole comunità monastiche. Il cuore del suo cammino è il Sacro Speco, il monastero costruito sull’eremo originario. Un complesso unico, addossato alla parete del Monte Taleo, che racchiude due chiese sovrapposte, interamente affrescate nel Trecento con episodi della vita di san Benedetto e scene evangeliche. La grotta dove il Santo visse per tre anni in preghiera è ancora oggi visibile: un luogo di raccoglimento profondo. Su una parete, spicca un affresco che raffigura san Francesco d’Assisi, giunto qui in pellegrinaggio nel 1224. Poco più in basso, il Monastero di Santa Scolastica accoglie i visitatori con il suo chiostro cosmatesco, il campanile più antico del Lazio e una biblioteca di oltre 150.000 volumi. È qui che, nel 1465, venne stampato il primo libro in Italia da due allievi di Gutenberg, segnando un’altra tappa fondamentale della cultura europea.
Tappa 11
Tappa 11: Subiaco – Trevi nel Lazio
Partenza: Subiaco
Arrivo: Trevi nel Lazio
Distanza: 17.1 km
Dislivello: +430 m/ – 150m
Con l’undicesima tappa si entra nel cuore della Ciociaria, terra di antiche tradizioni, sapori autentici e borghi ricchi di storia. Il percorso segue una tranquilla strada forestale lungo il corso dell’Aniene, immerso nella natura protetta del Parco dei Monti Simbruini. Lungo il cammino si incontrano luoghi di straordinaria bellezza naturalistica. Poco dopo la partenza, il laghetto di San Benedetto sorprende con le sue acque limpide e smeraldine, che gli sono valse il soprannome di “Caraibi di Roma”. Poco oltre, ci si imbatte nella Cascata di Trevi, tra le più scenografiche del Lazio, nascosta nel bosco e incastonata in un luogo suggestivo dove, in epoca romana, nasceva l’Anio Novus, il principale acquedotto che riforniva Roma. Si prosegue tra boschi e sentieri fino a raggiungere Trevi nel Lazio, borgo di antiche origini arroccato su uno sperone roccioso. In epoca romana fu così importante da meritarsi il titolo di Augusta, per l’abbondanza delle sue acque. Da visitare il Castello Caetani, con la sua mole severa e panoramica, e la Collegiata di Santa Maria Assunta, che custodisce un pregevole organo monumentale del 1634. Trevi è il luogo ideale per concludere una giornata di cammino, tra silenzi antichi e scorci che raccontano storie millenarie.
TAPPA 12
TAPPA 12: Trevi nel Lazio – Collepardo
Partenza: Trevi nel Lazio
Arrivo: Collepardo
Distanza: 22 km
Dislivello: +600 m/ – 820 m
Si lascia Trevi nel Lazio risalendo una mulattiera immersa nel bosco, fino a raggiungere l’Arco di Trevi, un maestoso arco in pietra di epoca romana, antica dogana situata sul confine tra il territorio di Roma e le terre degli Equi, popolazione italica dalle radici profonde. Il cammino prosegue tra ampi pascoli, dove spesso si incontrano animali allo stato brado e si godono scorci su una natura generosa e incontaminata. La prima tappa intermedia è Guarcino, noto come il “paese delle acque” per l’abbondanza di fontane che offrono acqua minerale di alta qualità, ancora oggi imbottigliata. Il borgo è celebre anche per i suoi amaretti, prelibati dolcetti a base di mandorle dalla lunga tradizione artigianale. Proseguendo si raggiunge Vico nel Lazio, racchiuso da un’imponente cinta muraria medievale perfettamente conservata, che gli ha fatto guadagnare il soprannome di “piccola Carcassonne della Ciociaria”. Le torri e le porte di accesso al paese creano un’atmosfera fuori dal tempo. La meta di tappa è Collepardo, il “paese delle erbe”, noto per una secolare tradizione erboristica sviluppata dai Certosini, un tempo presenti nel vicino monastero di Trisulti. Poco distante dal borgo si trovano due spettacolari fenomeni geologici: il Pozzo d’Antullo, una dolina carsica dalla circonferenza di oltre 300 metri e profonda più di 70, e le Grotte dei Bambocci, così chiamate per le particolari stalattiti dalle forme che ricordano figure infantili, creando un’atmosfera quasi fiabesca. Tuttavia, ad oggi, le grotte sono chiuse fino alla primavera del 2026.
TAPPA 13
TAPPA 13: Collepardo – Casamari
Partenza: Collepardo
Arrivo: Casamari
Distanza: 25 km
Dislivello: +680 m/ – 970 m
Dal centro di Collepardo si riparte in salita lungo un antico tracciato romano, addentrandosi in una splendida riserva forestale. Il percorso conduce alla maestosa Certosa di Trisulti, immersa tra boschi secolari e silenzi monastici. Fondata nel 1204 per volere di Papa Innocenzo III, è uno degli esempi più alti dell’architettura certosina in Italia. Al suo interno si ammirano affreschi, intagli lignei e la farmacia settecentesca, un piccolo capolavoro con arredi originali e antichi alambicchi. Poco più in basso si trova il Santuario della Madonna delle Cese, incastonato nella roccia, dove la devozione popolare si unisce all’atmosfera raccolta del luogo. Tuttavia, il santuario al momento è chiuso per inizio lavori di restauro. Il cammino prosegue in ambiente collinare, tra boschi e scorci sulla campagna ciociara, fino a raggiungere Casamari, una delle abbazie cistercensi più importanti e meglio conservate d’Italia. Fondata nel XII secolo, è un esempio mirabile di gotico cistercense: la sua chiesa abbaziale, austera e luminosa, è una selva di archi e pilastri che stupisce per equilibrio e armonia. Ancora oggi l’abbazia è abitata da una comunità di monaci, che accoglie pellegrini e fedeli e celebra le liturgie in canto gregoriano, rendendo la visita un’esperienza di profonda spiritualità.
TAPPA 14
TAPPA 14: Casamari – Arpino
Partenza: Casamari
Arrivo: Arpino
Distanza: 21.9 km
Dislivello: +350 m/ – 180 m
Il tracciato si snoda in un’area piuttosto antropizzata, ma non mancano le sorprese: Isola del Liri accoglie il pellegrino con un colpo d’occhio straordinario. Proprio nel cuore del centro urbano, tra palazzi e piazze, si getta con fragore una cascata alta 30 metri, creando uno spettacolo naturale unico nel suo genere. Una pausa qui, magari con un caffè o un gelato, è quasi d’obbligo. Chi desidera abbreviare la tappa può scegliere una variante più breve che accorcia il percorso di circa 6 km e conduce direttamente ad Arpino. Altrimenti, il cammino prosegue costeggiando il fiume Liri fino alla suggestiva Abbazia di San Domenico a Sora, fondata nel 1011 da San Domenico di Sora sul luogo che la tradizione vuole essere stato la villa natale di Marco Tullio Cicerone. Di grande fascino è la cripta, dove riposano le spoglie del Santo. Il cammino continua lungo il corso del fiume Fibreno, tra paesaggi fluviali e vegetazione rigogliosa, fino a risalire con decisione verso Arpino. Qui si può visitare la maestosa acropoli di Civitavecchia, cinta da imponenti mura megalitiche e impreziosita da un raro arco a sesto acuto, unico nel suo genere in Italia. Arpino è città densa di storia, patria di Cicerone, ma anche custode di panorami e atmosfere che parlano all’anima del viandante.
TAPPA 15
TAPPA 15: Arpino – Roccasecca
Partenza: Arpino
Arrivo: Roccasecca
Distanza: 17.7 km
Dislivello: +440 m/ – 650 m
La tappa si addentra nelle gole del Melfa, un tratto selvaggio e spettacolare dove regnano il silenzio e la natura. Le alte pareti rocciose sono dimora di aquile reali e custodiscono antichi eremi rupestri risalenti ai primi secoli del cristianesimo, come l’Eremo dello Spirito Santo, incastonato nella roccia. Lungo il cammino si incontra un solo centro abitato: Santopadre, adagiato su uno sperone roccioso e affacciato su un paesaggio mozzafiato. Dopo una meritata sosta, si scende al fondo della gola per proseguire lungo il Tracciolino, un’antica strada borbonica scavata nella parete della valle, da percorrere con attenzione ma anche con meraviglia. Si giunge infine a Roccasecca, dominata dai resti del castello medievale in cui, intorno al 1225, nacque San Tommaso d’Aquino. Un’imponente statua del filosofo-teologo accoglie il pellegrino all’ingresso del borgo. Il centro storico, curato e accogliente, conserva anche la più antica chiesa al mondo dedicata al Santo, chiudendo la tappa con un forte richiamo spirituale e culturale.
TAPPA 16
TAPPA 16: Roccasecca – Montecassino
Partenza: Roccasecca
Arrivo: Montecassino
Distanza: 19 km
Dislivello: +450 m/ – 200 m
La tappa finale del Cammino si snoda inizialmente su strade asfaltate secondarie, attraversando piccoli centri abitati come Caprile, dove sorge l’antico eremo di Sant’Angelo in Asprano, e poi Castrocielo, Piedimonte San Germano e Villa Santa Lucia, in un paesaggio collinare sempre più dominato dalla presenza dell’imponente Montecassino. Quando si abbandona l’asfalto per imboccare il sentiero finale, l’attesa cresce. Dopo una curva, l’abbazia di Montecassino appare all’improvviso, maestosa e solenne, arroccata sulla sommità del monte come una visione. L’ingresso accoglie il pellegrino con una sola parola scolpita in grandi lettere: PAX, un invito alla pace che racchiude il senso di tutto il cammino. Il percorso si conclude all’interno della basilica, davanti all’altare maggiore, sotto il quale riposano san Benedetto e santa Scolastica, fratelli nel sangue e nello spirito. Dopo tanti giorni di cammino, fatica e bellezza, il pellegrino trova qui una meta e un inizio: un luogo dove corpo e anima possono finalmente fermarsi, e respirare pace.
Diari del cammino
Cammino di San Benedetto
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