Via/Cammino di San Francesco Assisi - Rieti - Roma
Un cammino spirituale e paesaggistico da Assisi a Roma, passando per Rieti, tra luoghi francescani e borghi, per riscoprire sé stessi seguendo le orme di San Francesco.
La Via/Cammino di San Francesco da Assisi a Roma, passando per Rieti, è uno dei percorsi spirituali più intensi d’Italia, capace di unire l’esperienza del pellegrinaggio con un profondo legame alla vita e alla predicazione del Santo di Assisi. Si snoda tra Umbria e Lazio per oltre 250 chilometri, attraversando paesaggi collinari, boschi silenziosi, borghi medievali e luoghi intrisi di memoria francescana. La Via/Cammino di San Francesco collega tra loro i principali luoghi toccati dal Poverello nelle sue itineranze, riproponendo — tappa dopo tappa — l’esperienza umana e spirituale di san Francesco.
Il fascino del cammino sta proprio nella sua aderenza storica e spirituale: i paesaggi che accompagnano il pellegrino sono gli stessi che un tempo rallegrarono il cuore semplice del Santo, le località attraversate conservano il ricordo vivo delle sue parole e dei suoi gesti, e gli abitanti di questa terra sembrano ancora oggi imparentati con il suo spirito. Camminare lungo la Via/Cammino di San Francesco significa immergersi in una spiritualità che parla di amore per le piccole cose, rispetto per il creato e accoglienza dell’altro, chiunque egli sia.
Il percorso tocca luoghi simbolici come Assisi,, Spoleto, la Valnerina e la Cascata delle Marmore, Poggio Bustone, Greccio, Fonte Colombo, fino ad arrivare a Rieti, nella Valle Santa, e da lì attraversare la Sabina e per giungere a Roma, nella maestosità della Basilica di San Pietro. È un cammino che accompagna il viandante nella scoperta di sé, guidato dalla figura di Francesco che, da Assisi a Roma, continua a parlare alla mente e al cuore, offrendo un’arte del vivere che armonizza l’uomo con il mondo, e con gli altri.
In questo senso, il tratto Assisi–Rieti-Roma non è solo un percorso geografico, ma un autentico cammino dello spirito, capace di dare senso e profondità alla quotidianità, e di donare al pellegrino — e a chiunque si metta in cammino con cuore aperto — un regalo prezioso: la possibilità di ritrovare, passo dopo passo, il senso della propria esistenza.
La tratta Via/Cammino di San Francesco Assisi - Rieti - Roma parte dalla tappa numero 17 perché è preceduta dalla tratta Firenze - La Verna, o in alternativa Rimini - La Verna, e dalla tratta La Verna - Assisi.
Scheda Tecnica
-
Lunghezza:
246 km -
Tappe:
14 -
Dislivello medio:
530 m -
Partenza:
Assisi -
Arrivo:
Roma - Piazza San Pietro -
Tipologia:
lineare -
Tema:
spirituale
STORIA
Le vie e Cammini di San Francesco è un insieme di percorsi che ripercorrono i luoghi attraversati e vissuti da San Francesco d’Assisi durante la sua vita e missione. Si tratta di un itinerario spirituale e culturale che attraversa alcune delle regioni più suggestive del Centro Italia — Umbria, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna — connettendo santuari, eremi, monasteri, pievi e borghi storici legati alla memoria del Santo. La storia del Cammino affonda le radici nel Medioevo, quando i pellegrini cominciarono a visitare i luoghi francescani per devozione, in particolare Assisi, dove Francesco nacque e morì, ma anche La Verna, dove ricevette le stimmate, e Rieti, dove trascorse lunghi periodi in quelli che ora sono i quattro Santuari francescani. Con il tempo, questi itinerari spontanei si consolidarono in tratte organizzate, tracciate secondo i movimenti documentati del Santo e i luoghi di accoglienza monastica. Nel corso dei secoli, molti di questi sentieri vennero dimenticati o inglobati da altre vie storiche, ma negli ultimi decenni si è assistito a una rinascita dei cammini francescani, grazie a un crescente interesse per il turismo lento, il pellegrinaggio e il contatto autentico con la natura e la spiritualità. Oggi il cammino è una rete riconosciuta di itinerari — come la Via di Francesco da Firenze a La Verna, la via di Francesco da La Verna ad Assisi, il Cammino di San Francesco da Rimini a La Verna, la Via di san Francesco da Assisi a Roma,l’anello della Valle Santa di Rieti — che offrono ai pellegrini moderni la possibilità di camminare nei passi del Poverello d’Assisi, riscoprendo il valore del silenzio, della semplicità e della fraternità.
SEGNALETICA
La segnaletica ufficiale del cammino è la seguente:
- Tau color ocra/giallo su sfondo blu, con la scritta “Via di Francesco” o “Cammino di Francesco”. Il Tau è il segno distintivo del francescanesimo e il logo ufficiale del cammino.
- Strisce bianche e azzurre parallele (simili alla segnaletica CAI, ma con colori specifici del cammino).
- Frecce gialle talvolta con il Tau.
Nella regione Lazio il marchio è riprodotto in carattere stampatello maiuscolo leggermente stilizzato. La parola Cammino è posta lateralmente a destra al di sopra del resto della dicitura, mentre è affiancata alla sua sinistra dal disegno che raffigura il busto di un frate con le braccia aperte rivolte verso l’alto laddove spiccano un uccello, una stella e dei puntini.
CREDENZIALE
Cos’è la Credenziale del pellegrino?
La Credenziale è un documento di viaggio distingue il pellegrino da ogni altro viaggiatore. Su di essa, ad ogni tappa, si appongono le date e i timbri dei luoghi di ospitalità. Viene rilasciata da una autorità religiosa che si assume la responsabilità di ciò che essa afferma, pertanto ne deve essere fatto un uso responsabile e corretto. Coloro che intendono effettuare un pellegrinaggio a piedi, in bicicletta o a cavallo o con altri mezzi si impegnano ad accettarne il senso e lo spirito.
La Credenziale della Via di Francesco è approvata dalla Conferenza Episcopale Umbra, dalla Custodia Generale del Sacro Convento O.F.M. Conv. Assisi, dalla Provincia Serafica di San Francesco O.F.M. dell’Umbria, dalla Provincia Serafica O.F.M. Cappuccini dell’Umbria, dalla Provincia Serafica di San Francesco O.F.M. Conv. dell’Umbria e dalla Provincia di San Francesco d’Assisi del T.O.R. .
Come si ottiene?
La Credenziale del pellegrino va richiesta almeno 3 settimane prima della partenza ( 2 mesi per spedizioni fuori dall’Italia) per consentire l’invio tramite servizio postale. Se non siete certi del giorno esatto di partenza, indicatelo nel modulo di richiesta qui sotto. Il servizio di invio è gratuito ed è svolto a cura dell’Ufficio della Credenziale presso la PiccolAccoglienza della Diocesi di Gubbio. Si consiglia un’offerta libera all’ufficio della Credenziale per coprire le spese di spedizione e sostenere i costi del servizio.
PER SAPERNE DI PIÙ
PORTALI REGIONALI
ALTRI SITI UTILI
Italia.it – Cammini Spirituali
Iniziativa “Cammini Aperti” – Iniziativa finanziata con il Fondo Sviluppo e Coesione, Piano Sviluppo e Coesione a titolarità del Ministero della Cultura, “I cammini religiosi di San Francesco, San Benedetto e Santa Scolastica – Azioni trasversali” di cui è beneficiario il Ministero del Turismo.
TAPPA 17
TAPPA 17: Da Assisi a Foligno
Partenza: Assisi
Arrivo: Foligno
Distanza: 19.2 km
Dislivello: +274/ – 412 m
Fondo stradale: Asfalto (15%) e sterrato (85%)
Dopo aver visitato e meditato nei luoghi più significativi della vita di San Francesco ad Assisi, il cammino comincia e prosegue in direzione di Roma e della Basilica di San Pietro, cuore della cristianità. La prima tappa conduce da Assisi a Foligno, per un totale di circa 20 km tra natura, arte e spiritualità. Si parte dalla Basilica Inferiore di San Francesco, passando poi per la Basilica di Santa Chiara, prima di lasciare la città attraverso Porta Nuova. Da qui, il percorso attraversa le nuove aree residenziali di Assisi, per poi immergersi gradualmente nella quiete della campagna umbra. Superato il Belvedere del Buon Ladrone, si cammina con il Monte Subasio sulla sinistra e, a destra, il paesaggio modellato dagli uliveti secolari, tipici della regione. Il cammino si sviluppa su un falsopiano, quasi sempre su viabilità secondaria, con scarso traffico veicolare. Raggiunto il bivio con la Via degli Ulivi, si svolta a sinistra. Qui si incontrano due edicole votive, e inizia uno dei tratti più piacevoli del percorso, con splendide vedute sulla Valle di Assisi. Si alternano tratti asfaltati e sterrati, fino a raggiungere la Maestà di Mascicone, un’edicola votiva arricchita da ex voto, accanto alla quale si trova una fontanella utile per una sosta. Poco dopo si entra nel borgo di Spello, attraverso la suggestiva Porta Montanara. La cittadina, con le sue stradine fiorite e i tesori artistici, merita una sosta: conserva capolavori come gli affreschi del Pinturicchio nella Cappella Baglioni e un’atmosfera sospesa nel tempo. Da Spello si riprende il cammino verso Foligno, inizialmente su una strada asfaltata secondaria. All’ingresso della città, occorre prestare attenzione all’attraversamento di viale Firenze, dove il traffico può essere sostenuto. Dopo aver oltrepassato il ponte sul fiume Topino, si giunge in Piazza San Giacomo, con la chiesa omonima dedicata al santo patrono dei pellegrini. Da qui, si prosegue fino a Piazza della Repubblica, il cuore storico di Foligno. Una targa commemorativa ricorda che fu proprio in questo luogo che Francesco, ancora giovane mercante, vendette le stoffe del padre per finanziare la ricostruzione della Chiesa di San Damiano — gesto che segnò l’inizio della sua radicale scelta di vita.
TAPPA 17a
TAPPA 17a: Da Assisi a Foligno – Direttrice escursionistica
Partenza: Assisi
Arrivo: Foligno
Distanza: 22.1 km
Dislivello: +850 m/ – 989 m
Fondo stradale: Asfalto (65%) e sterrato (35%)
La variante escursionistica da Assisi a Foligno offre al pellegrino un’esperienza più intensa e immersiva, attraverso i boschi del Parco del Monte Subasio, camminando all’ombra di lecci e querce e lontano dai centri abitati. Pur essendo più impegnativa rispetto al tracciato principale, questa variante regala paesaggi mozzafiato e una connessione profonda con la natura, che ripaga pienamente ogni fatica. Si parte da Porta Perlici, all’estremità nord di Assisi, per salire in direzione dell’Eremo delle Carceri, luogo di raccoglimento e meditazione frequentato da San Francesco. Il sentiero si inoltra tra i boschi del Monte Subasio, lungo tratti stretti, sassosi e isolati, completamente avvolti dal silenzio e dalla spiritualità del luogo. Questo tratto iniziale, per via del dislivello e del fondo sconnesso, richiede un minimo di allenamento e preparazione fisica, ma offre al pellegrino uno dei paesaggi più suggestivi dell’intera Via. Quando si raggiungono i punti più alti, e la Piana di Assisi si apre in tutta la sua vastità, il senso di spazio e di assoluto lascia un’impressione indelebile. Proseguendo lungo la costa del monte, tra fatica ed esultanza, si attraversano boschi di lecci e roverelle, in un ambiente ancora integro, fatto di luce e ombra, di silenzio e suoni naturali. È una camminata che riflette l’alternanza tra ascesa e discesa, tra contemplazione e movimento, tipica dello spirito francescano. Poco a poco, si abbandona l’ambiente selvatico per scendere verso la fascia degli uliveti, che accompagna l’arrivo alla cittadina di Spello, incastonata ai piedi del Monte Subasio. Attraversando il centro storico, si passa sotto la Porta Consolare, imponente testimonianza di epoca romana, ancora intatta. Da qui il cammino riprende lungo un tratto asfaltato e pianeggiante, fino a raggiungere Foligno, città semplice e accogliente. Qui, i viandanti vengono ricevuti con la cordialità schietta della gente umbra, e possono iniziare un nuovo capitolo del viaggio verso Roma o concludere, per alcuni, un ciclo di scoperta spirituale e naturale.
TAPPA 18
TAPPA 18: Da Foligno a Trevi
Partenza: Foligno
Arrivo: Trevi
Distanza: 12.4 km
Dislivello: +326 m/ – 142 m
Fondo stradale: Asfalto (40%) e sterrato (60%)
Dalla pianura di Foligno, passo dopo passo, il cammino si eleva gradualmente verso la collina di Trevi, attraversando uno dei paesaggi più tipici dell’Umbria: i terrazzamenti di ulivi protetti da antichi muretti a secco. Con i suoi circa 13 km, questa tappa è piacevole ma impegnativa, soprattutto nell’ultima parte. Si lascia Foligno uscendo da Porta Romana, seguendo un tratto su strada asfaltata che costeggia l’antichissima Via Flaminia in direzione del Castello di Sant’Eraclio. Qui è consigliata una breve sosta presso l’imponente fontana cinquecentesca del paese, utile per rifornirsi d’acqua. Il cammino prosegue su una carrareccia comoda e ben segnata, dove la pendenza aumenta dolcemente ma senza affaticare. Si cammina tra gli ulivi, immersi nel verde ordinato della collina, fino a raggiungere nuovamente la strada asfaltata che attraversa le piccole frazioni di Matigge e Santa Maria in Valle. Lungo il percorso, bar e botteghe animati dagli anziani del posto diventano occasioni di incontro autentico, per ascoltare storie locali e concedersi una pausa conviviale. Dalla Chiesa di Santa Maria in Valle, il cammino riprende su una strada sterrata panoramica, che regala vedute uniche sulla valle umbra, tra luci dorate e profili di borghi in lontananza. Poco dopo, si lascia il fondo sterrato per affrontare l’ultima salita del giorno, quella che conduce nel cuore di Trevi. È un’ascesa che merita di essere vissuta con lentezza, seguendo il ritmo della campagna e lasciandosi ispirare dalla pace dei luoghi. In cima alla collina, Trevi accoglie il viandante con i suoi conventi, vicoli e monumenti in pietra, in un borgo che conserva intatta la sua identità. La sera, dopo la fatica, il corpo trova conforto nei piatti della tradizione umbra, conditi con il celebre olio extravergine DOP di Trevi: frutto prezioso di quegli stessi ulivi che hanno accompagnato il cammino.
TAPPA 19
TAPPA 19: Da Trevi a Poreta
Partenza: Trevi
Arrivo: Poreta
Distanza: 12 km
Dislivello: +421 m/ – 500 m
Fondo stradale: Asfalto (40%) e sterrato (60%)
Il cammino si snoda tra colline panoramiche affacciate sulla valle spoletana, lungo un itinerario di circa 12 km che alterna oliveti ordinati a campi aperti, piccoli centri abitati ed eremi silenziosi. Siamo nel cuore della Fascia Olivata Assisi-Spoleto, riconosciuta come“paesaggio culturale vivente”, ovvero un’opera “combinata della natura e dell’uomo”. Da Trevi al castello di Poreta, la tappa è adatta a tutti, ma le continue salite e discese richiedono un passo lento, regolare, e qualche sosta rigenerante lungo il tragitto. Si parte in discesa da Trevi, fino a raggiungere il Monastero della Madonna delle Lacrime — informarsi sugli orari d’apertura — dove si lascia la strada asfaltata per entrare su un sentiero panoramico. Si attraversa il piccolo abitato di Alvanischio, per poi risalire lungo un tratto immerso negli uliveti terrazzati. Qui l’intervento dell’uomo si fonde con il paesaggio: i muretti a secco, curvati ad arco come lunette di pietra, testimoniano una delle opere di ingegneria agricola più complesse e affascinanti dell’intera area mediterranea, realizzate per coltivare l’olivo in un ambiente difficile ma fertile. Si raggiunge quindi una fonte d’acqua in località I Camponi, utile per una sosta, e da lì si prosegue prima su asfalto, poi su strada sterrata fino a un antico monastero. La vista si apre poi sulle mura bianche del castello di Campello, che si stagliano con eleganza sul paesaggio collinare. Una sosta a Lenano permette di rifornirsi d’acqua, mentre il cammino continua in discesa, accompagnato da piccole edicole votive dedicate alla Madonna, segni di devozione popolare che punteggiano il percorso con discrezione e spiritualità. L’arrivo a Poreta segna la fine della tappa. Per chi ha ancora energie, è possibile salire fino al castello di Poreta, che domina la zona e sarà protagonista dell’inizio della tappa successiva.
TAPPA 20
TAPPA 20: Da Poreta a Spoleto
Partenza: Poreta
Arrivo: Spoleto
Distanza: 15 km
Dislivello: +579 m/ – 531 m
Fondo stradale: Asfalto (30%) e sterrato (65%) e marciapiede (5%)
Il cammino prosegue verso Spoleto, una delle città più belle e significative dell’Umbria, profondamente legata alla memoria di San Francesco. Il paesaggio attraversato è quello della Valle Spoletana, che il Santo ammirò e lodò per la sua bellezza e armonia con il creato. La tappa, di media difficoltà, si snoda tra boschi, sentieri, piccoli borghi e panorami e offre numerose opportunità di sosta e riflessione. Il percorso presenta inizialmente qualche salita da affrontare con passo regolare, seguita da un lungo tratto in discesa e pianura. Da Poreta, il pellegrino può scegliere tra due opzioni: salire al castello posto in cima alla collina, oppure seguire un tracciato più pianeggiante partendo dalla parte bassa del paese. In entrambi i casi si raggiunge la località La Piaggia, dove è possibile dissetarsi presso una fontana collocata accanto a una edicola votiva, segno della fede radicata in questi luoghi. Si prosegue quindi lungo un sentiero boschivo stretto e ombreggiato, che conduce alla località Osteria, il cui nome richiama l’antica presenza di una locanda per i viandanti. Dopo un breve tratto pianeggiante, inizia una nuova salita nel bosco, protetta dalla fitta vegetazione, che accompagna fino a Bazzano Superiore. Qui si può fare una sosta ristoratrice nella pineta di fronte alla chiesa del paese, dove è disponibile anche una fontanella. Terminate le salite, il cammino prosegue in discesa tra i boschi, fino a raggiungere il Castello di Eggi. Una visita alla Chiesa di San Giovanni Battista permette di ammirare alcuni preziosi affreschi del pittore Lo Spagna, allievo di Perugino, che operò a lungo in Umbria. Proseguendo, il percorso entra nella campagna spoletina su strada asfaltata, conducendo alla scoperta della Basilica di San Salvatore, monumento longobardo riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità UNESCO, uno dei luoghi più significativi di tutto il territorio. Infine, si entra nel centro storico di Spoleto, dove il cammino termina nella magnifica Piazza del Duomo, dominata dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta. Un punto d’arrivo che unisce spiritualità, arte e storia in un unico, memorabile luogo.
TAPPA 21
TAPPA 21: Da Spoleto a Ceselli
Partenza: Spoleto
Arrivo: Ceselli
Distanza: 15.7 km
Dislivello: +845 m/ – 945 m
Fondo stradale: Asfalto (30%) e sterrato (70%)
Quella che da Spoleto conduce a Ceselli, lungo circa 17 km, è una delle tappe più impegnative della Via di Francesco, ma anche una delle più memorabili. I dislivelli del primo tratto richiedono un buon passo e una certa resistenza, ma le meraviglie che si incontrano lungo il cammino — tra cui il Ponte delle Torri, l’Eremo di Monteluco e la Valnerina — ricompensano ampiamente ogni sforzo. Il cammino si svolge interamente immerso nella natura, attraversando la Valle Spoletana, il cuore del Bosco Sacro di Monteluco e la Valle del fiume Nera, nota anche come Valnerina. È una vera tappa di montagna, con un’importante salita nella prima parte: si consiglia di partire con una buona scorta d’acqua e affrontare il dislivello con calma e determinazione. Da Spoleto, il percorso sale verso la Rocca Albornoziana, che domina la città. Camminando sul suo belvedere, il paesaggio si apre in tutta la sua bellezza: come disse San Francesco, “Nihil iucundius vidi valle mea spoletana” — “Mai nulla vidi di più bello della mia valle spoletana”. Poco dopo si attraversa il maestoso Ponte delle Torri, antico acquedotto romano-medievale che collega simbolicamente la città al Bosco Sacro di Monteluco. Da qui inizia una salita costante tra lecci secolari, su sentieri carichi di storia e silenzio. Già luogo sacro in epoca romana, Monteluco accolse nel V secolo una comunità di eremiti siriani, e fu successivamente amatissimo da San Francesco, che vi trascorse lunghi periodi e vi fondò un convento. Oggi, l’Eremo di Monteluco è un luogo di profonda spiritualità, capace di toccare il cuore anche del viandante più distratto: una sosta qui è imprescindibile. Si riprende poi il sentiero che conduce al punto più elevato della tappa, la Forca di Castel del Monte, spartiacque tra la valle spoletana e la Valnerina. Da qui il cammino si fa più lieve, scendendo tra boschi e romitori nascosti, fino a raggiungere la Valle del fiume Nera. L’arrivo a Ceselli, adagiato in fondo alla valle, segna la conclusione di una giornata intensa, vissuta tra silenzio, fatica e bellezza, che lascia un’impronta profonda nell’animo di chi cammina.
TAPPA 22
TAPPA 22: Da Ceselli ad Arrone
Partenza: Ceselli
Arrivo: Arrone
Distanza: 15.1 km
Dislivello: +130 m/ – 169 m
Fondo stradale: Asfalto (15%) e sterrato (85%)
Dopo le fatiche della tappa montana precedente, questa giornata di cammino rappresenta una vera pausa rigenerante: un percorso in pianura di circa 15 km, sempre accompagnato dal corso tranquillo del fiume Nera, all’ombra di alberi e tra scorci suggestivi della Valnerina. Da Ceselli, si attraversa la SS 209 – Valnerina e, grazie a un ponticello pedonale, si raggiunge la località Osteria di Ceselli. Da qui ha inizio il cammino attraverso la Valle del Parco Fluviale del Nera, un ambiente dove la natura è protagonista assoluta. Il sentiero segue l’andamento sinuoso del fiume, ai piedi di versanti montuosi scoscesi, alternando campi coltivati, boschi selvaggi e il costante sottofondo del gorgoglio del Nera, che accompagna con il suo ritmo il passo del pellegrino. Giunti in località Colleponte, è possibile fare rifornimento d’acqua presso la fontana della piazza. Da lì si riprende il cammino su strada sterrata, in un ambiente sempre più verde e silenzioso. A un certo punto, sulla costa del monte opposto, compare l’imponente Abbazia di San Pietro in Valle, uno dei gioielli della spiritualità e dell’arte dell’Umbria. Chi ha tempo ed energie può compiere una deviazione dalla località Macenano, seguendo la segnaletica CAI bianca e rossa. Oltrepassato un cancelletto (che va sempre richiuso, nel rispetto degli usi agricoli locali), il sentiero conduce a un vecchio casale dipinto di rosso, che risalta vivacemente tra le sfumature verdi della valle. Poco oltre, una seconda fonte d’acqua prepara all’arrivo nel borgo di Arrone. Arrone, di origine romana, è un centro vivo e suggestivo, noto non solo per la sua storia ma anche per la vicinanza alle Cascate delle Marmore e per la presenza di attività legate agli sport fluviali, come canoa, kayak e rafting. È il luogo ideale per concludere la giornata, tra la quiete del borgo e il suono costante dell’acqua.
TAPPA 23
TAPPA 23: Da Arrone a Piediluco
Partenza: Arrone
Arrivo: Piediluco
Distanza: 12.8 km
Dislivello: +244 m/ – 105 m
Fondo stradale: Asfalto (25%) e sterrato (75%)
Dalle acque del fiume Nera al fiume Velino, fino alle sponde del lago di Piediluco: questa tappa di circa 13 km è tra le più piacevoli e rigeneranti dell’intero cammino. Il percorso, accessibile a tutti nella sua prima parte, offre anche la possibilità di una deviazione imperdibile alla Cascata delle Marmore, tra le più alte d’Europa. La partenza è dal borgo di Arrone, camminando lungo la riva del fiume Nera. Si supera il Convento di San Francesco, mentre il percorso segue un tratto pianeggiante, ombreggiato e accompagnato dal suono costante del fiume: un sollievo durante le giornate più calde. Dopo circa 6 km in piano, si giunge alla Cascata delle Marmore, spettacolo naturale creato dall’ingegno dell’uomo in epoca romana e perfezionato nei secoli. È naturale fermarsi per una sosta panoramica, magari per visitare i sentieri del Parco della Cascata (verificando gli orari di rilascio dell’acqua su marmorefalls.it). Lasciata la Cascata, il cammino riprende con una salita moderata: si abbandona il Nera per seguire il corso del fiume Velino, che conduce dolcemente verso la meta. Il paesaggio muta: le acque si placano e si aprono ai riflessi del Lago di Piediluco, che si svela all’orizzonte. Gli ultimi passi si fanno lenti, come in una passeggiata contemplativa lungo le rive del lago. In breve, si entra nel paese di Piediluco, antico borgo di pescatori, più volte ritratto dagli artisti del Grand Tour. Il Santuario di San Francesco, affacciato sul lago, conserva la memoria del passaggio del Santo. Piediluco e il suo lago rappresentano l’ultima tappa in Umbria, prima di entrare nella Valle Santa di Rieti, cuore spirituale del Lazio e nuova tappa verso Roma.
TAPPA 23a
TAPPA 23a: Da Arrone a Terni – Altra direttrice
Partenza: Arrone
Arrivo: Terni
Distanza: 15.7 km
Dislivello: +258 m/ – 376 m
Fondo stradale: Asfalto (50%) e sterrato (50%)
Dalla Cascata delle Marmore alla città di San Valentino, il cammino prosegue sui passi di San Francesco d’Assisi, inaugurando la variante della Via di Francesco verso Roma che, attraverso il Santuario di Greccio, permette di entrare nella Valle Santa di Rieti. Le tappe successive, Terni – Stroncone – Greccio – Rieti, si ricongiungeranno poi con il percorso principale proveniente dal Lago di Piediluco e da Poggio Bustone. Da Arrone, si segue inizialmente il tracciato principale della Via, superando il Convento di San Francesco ed entrando nel borgo di Castel di Lago, dal caratteristico impianto medievale. Il cammino procede in piano, seguendo il corso del fiume Nera, fino al bivio cruciale: qui la variante per Terni si separa dal percorso diretto a Piediluco, che prosegue in leggera salita. In prossimità della biglietteria della Cascata delle Marmore, si svolta seguendo la direzione per San Liberatore e il Belvedere di Pennarossa, dal quale si ammira una insolita vista sulle Cascate delle Marmore. Anche se la SS 209 – Valnerina conduce rapidamente a Terni, non è raccomandata per i pellegrini, poiché molto trafficata e priva di protezioni per i pedoni. Il percorso consigliato si sviluppa su viabilità secondaria, con una salita costante e a tratti impegnativa fino alla località di San Liberatore. È importante affrontare questa parte con passo regolare e paziente, poiché rappresenta la principale difficoltà altimetrica della giornata. Da San Liberatore in poi, il cammino si fa più agevole: una lunga discesa lungo strade secondarie porta lentamente verso l’ingresso della città. Dopo aver superato la periferia moderna di Terni, si entra infine nel suo vivace centro storico, dove l’antico convive con la modernità. Terni, città di San Valentino, è anche un importante crocevia culturale e spirituale: da qui, il cammino prosegue verso Stroncone, Greccio e infine Rieti, cuore della Valle Santa.
TAPPA 23b
TAPPA 23b: Da Terni a Greccio – Altra direttrice
Partenza: Terni
Arrivo: Greccio
Distanza: 21.9 km
Dislivello: +1043 m/ – 519 m
Fondo stradale: Asfalto (40%) e sterrato (55%) e lastricato (5%)
Da Terni a Greccio, il cammino affronta inizialmente una salita progressiva che porta a Stroncone, uno dei borghi più belli d’Italia. Da lì, il percorso si addentra nel verde dei prati e dei boschi fino a raggiungere il Santuario di Greccio, in un tratto considerato tra i più suggestivi dell’intera Via. Lasciata alle spalle la Cattedrale di Terni, il cammino attraversa il centro storico e raggiunge la Basilica di San Valentino, dove sono custodite le spoglie del Santo patrono degli innamorati. Da qui inizia una costante salita che, passo dopo passo, conduce fuori dalla città e dentro l’atmosfera più autentica del pellegrinaggio. Il borgo medievale di Stroncone appare in quota, con il suo nucleo perfettamente conservato. San Francesco vi giunse nel 1213, e in suo onore fu eretta una cappella, oggi ancora visibile. Superato il centro storico, si prosegue in direzione di Greccio lungo una comoda mulattiera, costeggiando la Chiesa della Madonna di Colleponte e la Cappella della Madonna del Tresto, dove alcune lapidi commemorano il passaggio di San Bernardino da Siena. Dopo alcuni brevi tratti su asfalto, si raggiungono i Prati di Stroncone, un’ampia area pianeggiante ideale per una sosta rigenerante. Qui il paesaggio si apre su vedute spettacolari della piana reatina. In circa 4 km, il cammino giunge al Santuario di Greccio, incastonato nella roccia e immerso nella vegetazione. È qui che San Francesco, nel 1223, diede inizio alla tradizione del Presepe vivente. Oggi il santuario è uno dei luoghi più emblematici della spiritualità francescana: silenzioso, raccolto, perfetto per una pausa di meditazione. Si consiglia di riservare almeno due ore per visitarlo e contemplarne l’atmosfera.
TAPPA 23c
TAPPA 23c: Da Greccio a Rieti- Altra direttrice
Partenza: Greccio
Arrivo: Rieti
Distanza: 23.8 km
Dislivello: +576 m/ – 815 m
Fondo stradale: Asfalto (42%) e sterrato (58%)
Dal Santuario di Greccio a Rieti, il pellegrino ha davanti una tappa di circa 24 km, caratterizzata da salite e discese, e arricchita dalla visita a uno dei luoghi più significativi della spiritualità francescana: il Santuario di Fonte Colombo. Dal Santuario di Greccio, si può scegliere se dirigersi verso Poggio Bustone e ricollegarsi alla direttrice principale del Cammino (in questo caso si segue la tappa 25b “Valle Santa”), oppure prendere il sentiero qui descritto che conduce direttamente a Rieti. Il cammino prende avvio in discesa verso il paese di Greccio, e successivamente verso la maestosa Abbazia di San Pastore, oggi struttura privata, ma ancora ammirabile dall’esterno per il suo fascino architettonico. Si prosegue tra sentieri tranquilli e privi di asperità, immersi nel verde, fino alla parte moderna di Contigliano. Per chi ha tempo, il centro storico, poco più in alto, merita una breve deviazione. Il percorso alterna tratti in salita e discesa, conducendo al piccolo centro di Piani di Poggio Fidoni, dove è possibile fare una sosta rigenerante. Da qui ha inizio la salita al Colle Sant’Elia (649 m s.l.m.), da affrontare con passo lento e regolare. Raggiunta la cima, il cammino scende nel bosco fino a uno dei luoghi più intensi della Via/Cammino di Francesco: il Santuario di Fonte Colombo, dove San Francesco redasse la Regola dell’Ordine. Il silenzio e la bellezza del luogo invitano alla meditazione e alla sosta. Da Fonte Colombo si prosegue in discesa fino a giungere a Rieti, cuore della Valle Santa. La città accoglie il pellegrino con il suo ricco patrimonio artistico, le sue chiese antiche, i monumenti medievali e l’atmosfera tranquilla dei suoi vicoli.
TAPPA 24
TAPPA 24: Da Piediluco a Poggio Bustone
Partenza: Piediluco
Arrivo: Poggio Bustone
Distanza: 22 km
Dislivello: +996 m/ – 566 m
Fondo stradale: Asfalto (34%) e sterrato (66%)
La tappa ha inizio presso il Santuario di San Francesco a Piediluco, affacciato sul lago omonimo. Il cammino si snoda costeggiando le rive tranquille del lago, per poi iniziare una salita verso Labro, affascinante borgo soprannominato il paese di pietra. Passeggiare tra le sue vie silenziose significa attraversare secoli di storia, con panorami spettacolari e testimonianze archeologiche che arricchiscono l’esperienza del pellegrinaggio. Dal centro storico di Labro, il cammino prosegue tra prati e arbusti di ginepro, seguendo un sentiero che conduce fino a Morro Reatino. Da qui si cammina in direzione Rivodutri, per raggiungere uno dei luoghi più simbolici del percorso: il Faggio di San Francesco. La tradizione racconta che, colto da un improvviso temporale, Francesco trovò riparo sotto un faggio che, per divina volontà, piegò miracolosamente i suoi rami a protezione del Santo, come un ombrello naturale. La straordinaria forma dell’albero, oggi monumentale, conserva intatto il suo potere evocativo. Dalla Cappellina di San Francesco al Cepparo, posta accanto al faggio, si prosegue su una strada sterrata che conduce fino al Santuario di San Giacomo a Poggio Bustone, luogo caro alla memoria francescana. Fu qui che Francesco, rivolgendosi alla popolazione, pronunciò il celebre saluto: Buon giorno, buona gente!. Lasciato il convento, il sentiero sale nel bosco, punteggiato da sei cappellette, erette intorno al 1650 per ricordare episodi miracolosi legati alla vita del Santo. La tappa culmina al Sacro Speco, la grotta dove Francesco si ritirava in preghiera. Oggi il luogo è inglobato in una chiesetta incastonata sotto una grande parete rocciosa, immersa nel silenzio del bosco, e rappresenta uno degli angoli più intimi e spirituali dell’intero cammino.
TAPPA 25
TAPPA 25: Da Poggio Bustone a Rieti
Partenza: Poggio Bustone
Arrivo: Rieti
Distanza: 17.3 km
Dislivello: +518 m/ – 940 m
Fondo stradale: Asfalto (25%) e sterrato (75%)
La tappa ha inizio da Poggio Bustone, borgo celebre non solo per aver dato i natali a Lucio Battisti, ma anche per la tradizione della porchetta, riconosciuta come Prodotto Agroalimentare Tipico. Il percorso si sviluppa su mulattiere e tratti asfaltati, alternando salite e discese tra paesaggi rurali e angoli di profonda spiritualità. Si risale verso Cantalice, affascinante borgo arroccato quasi verticalmente sul fianco del monte. Per raggiungere il Torrione del Cassero e la Chiesa di San Felice, occorre affrontare una scalinata di circa 350 gradini, ma lo sforzo è ampiamente ripagato dalla vista straordinaria che si apre sui laghi Lungo e Ripasottile. Il borgo, con le sue strette viuzze acciottolate e le scalinate in pietra, conserva un’atmosfera d’altri tempi, che invita a una sosta contemplativa. Poco fuori dall’abitato si incontra il Santuario di San Felice all’Acqua, costruito secondo la tradizione nel punto in cui il santo fece scaturire una sorgente d’acqua con il suo bastone. Da qui si prosegue in discesa su un sentiero ciottoloso, che in meno di 3 km conduce al Santuario di Santa Maria della Foresta, noto semplicemente come La Foresta. In questo luogo ricco di spiritualità, Francesco d’Assisi si ritirava in preghiera nello Speco, una grotta tutt’oggi visitabile. Poco distante si trova la vasca del miracolo dell’uva, legata a un episodio della vita del Santo che continua ad affascinare i pellegrini. Lasciato il santuario, il cammino prosegue per circa 4 km su strada asfaltata, attraversando la campagna che introduce alla città di Rieti, cuore della Valle Santa. Si giunge davanti alla maestosa Cattedrale di Santa Maria Assunta, che colpisce per il contrasto tra la sobrietà romanica dell’esterno e le eleganti decorazioni barocche dell’interno. All’interno si ammira la statua marmorea di Santa Barbara, protettrice della città, realizzata su un bozzetto di Gian Lorenzo Bernini.
TAPPA 26
TAPPA 26: Da Rieti a Poggio San Lorenzo
Partenza: Rieti
Arrivo: Poggio San Lorenzo
Distanza: 21.8 km
Dislivello: +662 m/ – 569 m
Fondo stradale: Asfalto (28%) e sterrato (72%)
La tappa ha inizio nel centro storico di Rieti, deliziosa cittadina medievale incastonata nella Valle Santa, con la sua cinta muraria ben conservata, i giardini del Vignola e i suggestivi sotterranei. Le limpide acque del fiume Velino attraversano il cuore della città, regalando scorci di grande bellezza. Il cammino segue l’antico tracciato della Via Salaria, la storica strada consolare che univa Roma al mare Adriatico. Si cammina su un piacevole viale alberato fiancheggiato da maestosi tigli, fino a raggiungere Maglianello Basso. Da qui il sentiero prosegue lungo l’argine del torrente Ariana, costeggiando campi e radure fino ad oltrepassare l’abitato di San Giovanni Reatino. In prossimità del Ponte Sambuco, uno dei resti meglio conservati della Via Salaria romana (IV secolo a.C.), inizia una salita progressiva. Con una breve deviazione è possibile raggiungere Ornaro Basso, dove si trovano punti di ristoro e piccoli negozi, ideale per un’eventuale sosta. Il cammino riprende salendo tra terrazze coltivate a olivo, che anticipano l’ingresso nel Parco Faunistico Piano dell’Abatino, area ricca di biodiversità e silenzi rigeneranti. Nei pressi delle Terme dell’Imperatore Tito, in località Valle Gemma, il cammino regala un incontro con un leccio secolare, testimone del passaggio dei secoli. La tappa si conclude nel caratteristico borgo di Poggio San Lorenzo, che conserva un’antica anima contadina. Nella via principale si trova un Frantoio Oleario storico, attivo da oltre quattro secoli, oggi trasformato in museo dell’olivicoltura: un vero e proprio viaggio dalla Roma antica ai giorni nostri attraverso la cultura dell’olio.
TAPPA 27
TAPPA 27: Da Poggio San Lorenzo a Ponticelli Sabino
Partenza: Poggio San Lorenzo
Arrivo: Ponticelli Sabino
Distanza: 20.1 km
Dislivello: +697 m/ – 859 m
Fondo stradale: Asfalto (44%) e sterrato (56%)
Lasciato Poggio San Lorenzo, il cammino incontra subito le antiche mura romane e le suggestive Pontiche, testimonianze di un passato millenario. La tappa si sviluppa in un paesaggio dolce e ondulato, tra boschi, colline e oliveti, dove la natura si intreccia con la storia e la spiritualità. Il percorso prosegue in discesa fino all’incrocio per Monteleone Sabino, raggiungibile con una breve deviazione. Il paesaggio si arricchisce di querceti monumentali e scorci incantevoli sulla campagna sabina. Lungo il cammino si incontrano due luoghi simbolici della zona: l’area archeologica di Trebula Mutuesca, antica città sabina, e la Chiesa romanica di Santa Vittoria, risalente al XII secolo. Oltre alla bellezza architettonica e alla spiritualità del luogo, meritano attenzione le catacombe e il pozzo d’acqua noto per le sue proprietà terapeutiche. Il cammino si snoda tra salite e discese, attraversando frutteti, vigneti e campi di olivo, fino a scendere nel fondovalle dove si incontra la Chiesa di San Martino. Da qui ha inizio la salita verso Poggio Moiano, borgo arroccato con un bel palazzo baronale e la Chiesa di San Giovanni Battista. Il tratto regala ampi panorami sulle montagne circostanti e sulle distese di oliveti, che caratterizzano il paesaggio della Sabina. Il cammino prosegue lungo l’altopiano, ai piedi del Monte Calvo, fino a raggiungere Ponticelli di Scandriglia. In questo piccolo centro si trova il Santuario di Santa Maria delle Grazie, importante luogo francescano soprannominato “La Perla della Sabina”. La sua posizione panoramica, il patrimonio storico e artistico e la forte devozione popolare lo rendono un luogo di grande suggestione. Nella chiesa si venera una miracolosa immagine della Vergine col Bambino e si conserva una preziosa tavola quattrocentesca raffigurante la Vergine in trono col Bambino tra i Santi Francesco e Antonio di Padova.
TAPPA 27a
TAPPA 27a: Da Poggio San Lorenzo a Farfa – Direttrice per Farfa
Partenza: Poggio San Lorenzo
Arrivo: Farfa
Distanza: 15.2 km
Dislivello: +1034 m/ – 762 m
Fondo stradale: Asfalto (25%) e sterrato (75%)
Chi desidera fare una deviazione lungo la Via/Cammino di Francesco troverà nella Variante per l’Abbazia di Farfa un’occasione imperdibile per scoprire uno dei più importanti complessi monastici benedettini d’Italia, in un percorso immerso nella quiete della campagna sabina.Il tracciato si snoda tra strade secondarie e sentieri tra gli oliveti, attraversando borghi ricchi di fascino come Toffia e Fara in Sabina. Le salite più impegnative sono quelle che conducono a Fara e, più avanti, a Poggio Moiano, ma la bellezza dei panorami e la suggestione dei paesi medievali rendono la fatica leggera. Attraversando la Piana, si raggiungono le pendici del Monte Calvo, in corrispondenza del Vocabolo Pratolungo, dove il cammino si biforca: il percorso principale sale verso Santo Paolo Alto e Ponticelli, mentre la variante per Farfa piega a nord. Si giunge quindi a Osteria Nuova, dove si incontra la Chiesa della località e la curiosa Grotta dei Massacci, una tomba monumentale del II secolo d.C. inglobata in un antico casale, che testimonia la stratificazione storica di questo territorio.Il tratto successivo conduce finalmente alla splendida Abbazia di Farfa, dichiarata monumento nazionale nel 1928. Il maestoso complesso abbaziale affonda le sue origini nell’VIII secolo e rappresenta un gioiello dell’architettura benedettina, ricco di testimonianze artistiche di straordinario valore. All’interno della Basilica, lo sguardo viene catturato dal Giudizio Universale dipinto a olio su muro dall’olandese Henrik van der Broek, che occupa la parete di fondo. Nel transetto e nel coro, le decorazioni a grottesche della scuola dello Zuccari offrono un esempio raffinato del gusto manierista.Nelle cappelle laterali di sinistra, sono conservate tre opere di Orazio Gentileschi (tra cui una Crocifissione di San Pietro), e un’opera attribuita a Artemisia Gentileschi, forse la sua prima, che rendono questo luogo una meta imprescindibile anche per gli amanti dell’arte. Fuori dalla chiesa, il borgo di Farfa conserva intatto il suo fascino, tra antiche botteghe artigiane, profumi d’erbe e pietra viva. Una passeggiata tra i suoi vicoli è il naturale completamento di una tappa tra le più ricche di arte, spiritualità e bellezza.
TAPPA 27b
TAPPA 27b: Da Farfa a Acquaviva di Nerola – Direttrice per Farfa
Partenza: Farfa
Arrivo: Acquaviva di Nerola
Distanza: 11.2 km
Lasciata alle spalle la maestosa Abbazia di Farfa, il cammino riprende in salita, con una pendenza significativa che invita a rallentare e a respirare il paesaggio con il passo giusto. Il silenzio della campagna sabina accompagna il pellegrino lungo il tratto che conduce fino alla località di Fara in Sabina, borgo antico abbarbicato sul colle, da cui si godono ampie vedute sulla valle del Tevere. Fara in Sabina sorprende per il suo ricco patrimonio culturale. All’interno di Palazzo Brancaleoni ha sede il Museo Civico Archeologico, che racconta la storia dell’antico insediamento sabino e romano attraverso reperti e testimonianze. La sezione medievale del museo, invece, è ospitata nell’Abbazia di Farfa, creando un ponte ideale tra arte, fede e territorio. Un’esperienza unica attende i visitatori nel Museo del Silenzio, allestito all’interno del Monastero delle Clarisse Eremite. Qui il silenzio è protagonista assoluto: si cammina tra corridoi, celle e ambienti monastici mentre un percorso multimediale e immersivo che racconta con grande delicatezza la vita delle suore di clausura, fatta di raccoglimento, preghiera e ascolto interiore. Dal borgo di Fara si prosegue lungo un tracciato panoramico che tocca Montegrottone, Canneto e Corese Terra, piccoli nuclei abitati che custodiscono la vita lenta e autentica della Sabina, tra strade acciottolate, campi coltivati e antichi fontanili. Infine, si raggiunge la frazione di Acquaviva di Nerola, dove questa variante si riunisce al percorso principale della Via/Cammino di Francesco verso Roma. La città eterna si avvicina, ma il cammino continua a regalare, passo dopo passo, luoghi inaspettati dove la spiritualità francescana si intreccia con la cultura e la bellezza del paesaggio italiano.
TAPPA 28
TAPPA 28: Da Ponticelli Sabino a Monterotondo
Partenza: Ponticelli Sabino
Arrivo: Monterotondo
Distanza: 29.4 km
Dislivello: +742 m/ – 930 m
Fondo stradale: Asfalto (25%) e sterrato (75%)
Si lascia il borgo collinare di Ponticelli di Scandriglia con una discesa che apre lo sguardo sulla campagna sabina. Il percorso alterna tratti asfaltati e sterrati, scivolando tra oliveti secolari e boschetti di querce, in un paesaggio che conserva il ritmo lento della terra lavorata.Si attraversa il paesino di Poggio Corese e, volgendo lo sguardo a sinistra, si intravede la mole elegante del Castello Orsini a Nerola, che veglia sulla vallata con la sua possente torre.Il cammino si incrocia in alcuni tratti con l’antica Via Salaria Vecchia, strada consolare romana, oggi sentiero silenzioso carico di storia. Poco più avanti si giunge ad Acquaviva, dove bar e piccoli negozi offrono l’occasione per una meritata sosta. Da qui si scende a fondovalle per poi affrontare una ripida salita verso Montelibretti, centro agricolo dominato dall’ottocentesco Palazzo Barberini, oggi sede istituzionale ma un tempo residenza nobiliare immersa tra campi e uliveti. Il paesaggio muta gradualmente: dagli oliveti si passa a frutteti ordinati e campi coltivati, mentre si incrocia l’antica Via Vecchia Nomentana, altro asse viario romano, che anticipa la vicinanza alla Capitale. Camminando, si intravede in lontananza la Torre della Fiora, risalente al XIII secolo, che si staglia solitaria su un’altura, memoria viva di un’epoca passata. Il cammino prosegue tra saliscendi regolari, che si affrontano con passo lento e costante, seguendo il battito antico di questi luoghi. L’ingresso nella Riserva Naturale della Macchia di Gattaceca segna un nuovo cambio di scenario: distese erbose, campi di foraggio e frumento, e un silenzio interrotto solo dal vento e dai richiami degli uccelli. La natura della campagna romana, così vicina a Roma, regala ancora suggestioni francescane. Infine, si giunge al centro storico di Monterotondo, antico feudo dei Barberini, con i suoi vicoli medievali, il duomo, e una vivace atmosfera di borgo alle porte della città eterna.
TAPPA 29
TAPPA 29: Da Monterotondo a Monte Sacro
Partenza: Monterotondo
Arrivo: Monte Sacro
Distanza: 18.7 km
Dislivello: +370 m/ – 480 m
Fondo stradale: Asfalto (50%) e sterrato (50%)
La partenza è dal Duomo di Monterotondo, dove si lasciano alle spalle le dolci colline della Sabina per inoltrarsi nella campagna romana, che ancora oggi conserva tratti di rara bellezza. Il percorso si sviluppa tra saliscendi regolari, mai troppo impegnativi, attraversando Valle Ricca e proseguendo verso la Riserva Naturale della Marcigliana, uno degli ultimi tratti di paesaggio intatto alle porte di Roma. Si cammina tra colline arrotondate, pascoli e seminativi, dove i versanti ombrosi sono punteggiati di querce e boschetti, mentre qua e là si incontrano antichi casali, torri medievali e tracce di un tempo che sembra sospeso. In quest’area, un tempo sorgeva l’antica Crustumerium, città latina citata da Livio e Plinio, situata lungo una via di collegamento tra Etruria e Campania. Ogni passo racconta una storia, ogni collina cela secoli di memoria. E poi, quasi all’improvviso, in una giornata limpida, appaiono all’orizzonte la cupola di San Pietro e il profilo della città eterna. È un momento di emozione: la meta del cammino si avvicina davvero. Si lascia la Marcigliana e si entra nella periferia urbana di Roma. Per chi arriva dai silenzi delle campagne umbre e laziali, il paesaggio cambia bruscamente: traffico, rumori, segnaletica urbana. Serve un momento per ritrovare il passo, adattarsi al nuovo ritmo della città. La tappa termina nel quartiere di Monte Sacro, davanti alla Chiesa degli Angeli Custodi in Piazza Sempione: non è ancora San Pietro, ma è il segno che la meta è davvero vicina.
TAPPA 30
TAPPA 30: Da Monte Sacro a Roma – Piazza S.Pietro
Partenza: Monte Sacro
Arrivo: Roma – Piazza S. Pietro
Distanza: 15.2 km
Dislivello: +480 m/ – 370 m
Fondo stradale: Asfalto (50%) e sterrato (50%)