Via di Francesco da Firenze a La Verna
Un itinerario tra natura e spiritualità, da Firenze alla Verna, seguendo le orme di San Francesco verso uno dei luoghi più sacri della sua vita.
La Via di Francesco da Firenze a La Verna è un suggestivo itinerario toscano che ripercorre le orme del Santo lungo i paesaggi dell’Appennino. L’itinerario, interamente in Toscana, collega il capoluogo fiorentino, Firenze, al Sacro Monte della Verna, luogo simbolo della spiritualità francescana, dove Francesco ricevette le stimmate nel 1224. Il percorso attraversa campi coltivati, boschi, pievi romaniche e borghi medievali, immergendo il pellegrino in un paesaggio naturale e spirituale di grande armonia. Lungo il tragitto si incontrano luoghi di fede come l'Abbazia di Vallombrosa, il Santuario della Verna, e diverse testimonianze legate al passaggio del Santo. Il cammino si innesta nel più ampio sistema delle Vie e Cammini di Francesco, connettendosi con gli itinerari provenienti da nord (come la Via/Cammino di San Francesco) e proseguendo idealmente fino ad Assisi e Roma.
Scheda Tecnica
-
Lunghezza:
96.3 km -
Tappe:
6 -
Dislivello medio:
632 m -
Partenza:
Firenze -
Arrivo:
La Verna -
Tipologia:
lineare -
Tema:
spirituale
STORIA
Le vie e Cammini di San Francesco è un insieme di percorsi che ripercorrono i luoghi attraversati e vissuti da San Francesco d’Assisi durante la sua vita e missione. Si tratta di un itinerario spirituale e culturale che attraversa alcune delle regioni più suggestive del Centro Italia — Umbria, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna — connettendo santuari, eremi, monasteri, pievi e borghi storici legati alla memoria del Santo. La storia del Cammino affonda le radici nel Medioevo, quando i pellegrini cominciarono a visitare i luoghi francescani per devozione, in particolare Assisi, dove Francesco nacque e morì, ma anche La Verna, dove ricevette le stimmate, e Rieti, dove trascorse lunghi periodi in quelli che ora sono i quattro Santuari francescani. Con il tempo, questi itinerari spontanei si consolidarono in tratte organizzate, tracciate secondo i movimenti documentati del Santo e i luoghi di accoglienza monastica. Nel corso dei secoli, molti di questi sentieri vennero dimenticati o inglobati da altre vie storiche, ma negli ultimi decenni si è assistito a una rinascita dei cammini francescani, grazie a un crescente interesse per il turismo lento, il pellegrinaggio e il contatto autentico con la natura e la spiritualità. Oggi il cammino è una rete riconosciuta di itinerari — come la Via di Francesco da Firenze a La Verna, la via di Francesco da La Verna ad Assisi, il Cammino di San Francesco da Rimini a La Verna, la Via di san Francesco da Assisi a Roma,l’anello della Valle Santa di Rieti — che offrono ai pellegrini moderni la possibilità di camminare nei passi del Poverello d’Assisi, riscoprendo il valore del silenzio, della semplicità e della fraternità.
SEGNALETICA
La segnaletica ufficiale del cammino è la seguente:
- Tau color ocra/giallo su sfondo blu, con la scritta “Via di Francesco” o “Cammino di Francesco”. Il Tau è il segno distintivo del francescanesimo e il logo ufficiale del cammino.
- Strisce bianche e azzurre parallele (simili alla segnaletica CAI, ma con colori specifici del cammino).
- Frecce gialle talvolta con il Tau.
CREDENZIALE
In Toscana non si segnalano credenziali ufficiali
PER SAPERNE DI PIÙ
PORTALE REGIONALE
ALTRI SITI UTILI
Italia.it – Cammini Spirituali
Iniziativa “Cammini Aperti” – Iniziativa finanziata con il Fondo Sviluppo e Coesione, Piano Sviluppo e Coesione a titolarità del Ministero della Cultura, “I cammini religiosi di San Francesco, San Benedetto e Santa Scolastica – Azioni trasversali” di cui è beneficiario il Ministero del Turismo.
TAPPA 01
TAPPA 01: Da Firenze a Pontassieve
Partenza: Firenze
Arrivo: Pontassieve
Distanza: 18.8 km
Dislivello: +280 m / – 230 m
Fondo stradale: Asfalto (65%) e sterrato (35%)
Il cammino inizia da uno dei luoghi più iconici e spiritualmente significativi d’Italia: la Basilica di Santa Croce a Firenze, la più grande chiesa francescana del mondo. Scrigno di arte gotica e memoria storica, conserva opere di Giotto, Brunelleschi e Donatello, e custodisce le tombe di grandi italiani come Michelangelo, Galileo Galilei e Ugo Foscolo. È il punto di partenza ideale per mettersi in cammino sulle orme di san Francesco, immersi da subito nella bellezza e nella sacralità. Lasciata la basilica e superata la Biblioteca Nazionale Centrale, il percorso segue la sponda destra dell’Arno, regalando scorci di natura urbana e arte contemporanea, come nel Parco Enzo Pazzagli, un giardino all’aperto disseminato di sculture. Si attraversano borghi che conservano un’atmosfera d’altri tempi, come Sant’Andrea a Rovezzano e Le Sieci, dove si trova l’antica pieve di San Giovanni a Remole, e, sull’altra sponda del fiume, le suggestive Gualchiere di Remole, straordinario esempio di archeologia proto-industriale. Il cammino giunge infine a Pontassieve, cittadina incastonata tra Arno e Sieve, con le sue strade lastricate, le torri medievali e numerosi edifici di pregio storico e religioso: una porta naturale verso l’Appennino e le foreste che attendono nelle tappe successive.
TAPPA 02
TAPPA 02: Da Pontassieve a Passo della Consuma
Partenza: Pontassieve
Arrivo: Passo della Consuma
Distanza: 17.2 km
Dislivello: +980 m / – 60 m
Fondo stradale: Asfalto (55%) e sterrato (36%), non asfaltato (9%)
Da Pontassieve, si lascia alle spalle il centro storico attraversando il ponte mediceo sulla Sieve, che collega il paese alla frazione di San Francesco, dove sorge la chiesa dedicata al Santo. L’itinerario si inoltra tra colline punteggiate da uliveti e vigneti, dove il paesaggio rurale toscano rivela tutta la sua armonia. Si attraversa Diacceto, minuscolo borgo dominato dalla pieve di San Lorenzo, attestata fin dall’XI secolo e custode di una pregevole terracotta raffigurante la Madonna col Bambino, attribuita a Giovanni della Robbia. Il cammino prosegue lungo antiche strade poderali, incontrando castelli e poderi storici, come quello di Ferrano, mentre il paesaggio assume un carattere sempre più montano. I boschi di querce e conifere accompagnano l’ascesa verso La Consuma, frazione situata sul crinale che divide il Valdarno Superiore dal Casentino. Qui si raggiunge il Passo della Consuma (1050 m), valico appenninico dalla cui sommità si aprono splendidi panorami. Ricca di tradizione, La Consuma è celebre per la sua schiacciata, specialità tipica servita nelle locande del posto: un meritato ristoro dopo una tappa che alterna bellezza naturalistica e testimonianze storiche.
TAPPA 03
TAPPA 03: Da Passo della Consuma a Stia
Partenza: Passo della Consuma
Arrivo: Stia
Distanza: 17.5 km
Dislivello: +330 m / – 910 m
Fondo stradale: Asfalto (8%) e sterrato (57%), non asfaltato (35%)
Immerso fin da subito negli splendidi paesaggi montani del Casentino, il percorso scende dolcemente verso valle, attraversando ambienti incontaminati fatti di pinete, abetine e castagneti secolari, in un continuo dialogo con la natura più autentica. Si incontrano le piccole frazioni di Gualdo e Castel Castagnaio, immerse nel verde e cariche di storia: proprio su un colle di Castel Castagnaio sorgeva un antico tempio etrusco, poi sostituito da uno romano e infine trasformato in castello dei conti Guidi, di cui restano affascinanti ruderi immersi nel silenzio del bosco. La tappa termina nel borgo medievale di Stia, dominato dall’imponente Castello di Porciano, una delle dimore storiche della casata dei Guidi. Qui si visita la pieve romanica di Santa Maria Assunta e si respira l’atmosfera laboriosa legata alla produzione del panno casentino, pregiato tessuto di lana che ancora oggi racconta la tradizione artigiana del luogo. Il Museo dell’Arte della Lana, ospitato nell’ex lanificio, rende omaggio a questo sapere antico.
TAPPA 04
TAPPA 04: Da Stia a Camaldoli
Partenza: Stia
Arrivo: Camaldoli
Distanza: 17 km
Dislivello: +700 m / – 320 m
Fondo stradale: Asfalto (48%) e sterrato (35%) e non asfaltato (17%)
Rivolte le spalle a Stia, la tappa si inoltra nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, uno dei territori naturali più integri e affascinanti d’Italia. Le antiche selve che circondano il viandante sono dimora di cervi, daini e rapaci, e raccontano secoli di storia, spiritualità e silenzio. Lungo il percorso si incontrano luoghi di fede come la chiesa romanica di San Biagio, in località Ama: sobria ed elegante, è uno degli edifici sacri più importanti del Casentino, da cui si godono splendidi panorami sulla vallata e sul massiccio del Pratomagno. Il cammino attraversa anche piccoli borghi, come Lonnano, dove il tempo sembra essersi fermato e la cucina conserva sapori antichi, come quello della scottiglia, piatto rustico della tradizione casentinese simile a un cacciucco di carne, celebrato ogni anno con una sagra locale. Ma è il tratto finale della tappa a lasciare il segno: Camaldoli, cuore spirituale del Casentino. Qui si trovano il monastero benedettino, la storica farmacia monastica e, poco più in alto, l’eremo fondato da san Romualdo nel XI secolo. Le antiche foreste “sacre”, custodite da secoli dai monaci camaldolesi, invitano alla contemplazione. Tra alberi secolari, come il gigantesco castagno Miraglia, e atmosfere di raccoglimento, ogni passo diventa esperienza di profonda spiritualità e meraviglia.
TAPPA 05
TAPPA 05: Da Camaldoli a Badia-Prataglia
Partenza: Camaldoli
Arrivo: Badia – Prataglia
Distanza: 8.7 km
Dislivello: +440 m / – 470 m
Fondo stradale: Asfalto (7%) e sterrato (7%) e non asfaltato (86%)
Il cammino riprende da Camaldoli in salita, inoltrandosi nei maestosi boschi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Tra il silenzio e l’ombra degli alberi secolari, si giunge al rifugio Cotozzo, un piccolo bivacco in muratura, perfetto per una sosta rigenerante. Il tracciato alterna sentieri immersi nel verde più selvaggio a scorci panoramici che si aprono sulle valli sottostanti, fino a raggiungere Badia Prataglia, piccolo borgo incastonato tra le montagne e quasi al confine tra Toscana e Romagna. Sorta attorno all’antica Abbazia di Santa Maria Assunta, fondata dai monaci benedettini sul finire del X secolo – forse anche prima di Camaldoli – Badia Prataglia è oggi uno dei centri più importanti del parco. Con i suoi “castelletti”, gruppi di case immerse nella natura, conserva una lunga tradizione legata al legno: da secoli, i maestri artigiani locali trasformano il materiale forestale in arredi e oggetti finemente lavorati. Imperdibile anche una visita all’arboreto, il più antico d’Italia, e al Museo Forestale Carlo Siemoni, custode di un patrimonio botanico raro e prezioso.
TAPPA 06
TAPPA 06: Da Badia-Prataglia a La Verna
Partenza: Badia – Prataglia
Arrivo: La Verna
Distanza: 18 km
Dislivello: +1060 m / – 780 m
Fondo stradale: Asfalto (17%) e sterrato (58%) e non asfaltato (25%)
Verso il Sacro Monte, attraversando la Valle Santa, una vallata selvaggia e aspra che regala scenari insoliti per il Casentino: un susseguirsi di praterie, calanchi e gole che accompagnano il passo del pellegrino tra natura, silenzio e spiritualità. Lungo il cammino si incontrano numerose testimonianze storico-religiose che rendono questa tappa particolarmente densa di significato. Appena lasciato il paese di Badia Prataglia, si incrocia la Traccia della Madonna, un segno misterioso impresso nella roccia e legato a un’antica leggenda locale. Più avanti si attraversano le suggestive frazioni di Frassineta, con la sua chiesetta di Sant’Egidio e la Madonna dei Sette Dolori, e di Rimbocchi, nei cui dintorni si trovano le spettacolari formazioni geologiche delle Marmitte dei Giganti, scavate dall’acqua nella pietra viva. In questa zona, anche la tavola racconta storie antiche: celebri i tortelli alla lastra, pasta ripiena cotta su pietra, insieme a pane, dolci e biscotti artigianali prodotti secondo la tradizione. Il cammino si conclude in uno dei luoghi più intensi dell’intero percorso: il Santuario della Verna, incastonato nella roccia a oltre 1100 metri di altitudine, circondato dalla Foresta Monumentale. Qui, secondo la tradizione, San Francesco ricevette le stigmate il 14 settembre del 1224. Un luogo sacro, sospeso tra cielo e terra, dove la natura diventa preghiera e ogni passo è un invito al raccoglimento.
TAPPA 01a
TAPPA 01a: Da Firenze a Rignano sull’Arno – Direttrice VIA VALLOMBROSA
Partenza: Firenze
Arrivo: Rignano sull’Arno
Distanza: 22.3 km
Dislivello: +530 m / – 450 m
Fondo stradale: Asfalto (65%) e sterrato (55%)
La tappa prende avvio dalla Basilica di Santa Croce, la chiesa francescana più grande del mondo, autentico scrigno d’arte e di memoria storica. Una volta lasciato il cuore rinascimentale di Firenze, il percorso si inoltra tra le vie eleganti del centro fino a raggiungere le rive dell’Arno, dove la natura urbana si intreccia con la storia. Attraversato il fiume, si cammina lungo la sponda sinistra passando per il Parco dell’Albereta, una delle principali aree verdi della città, per poi risalire verso Rimaggio, frazione di Bagno a Ripoli, da cui si gode una splendida vista sulla cupola del Brunelleschi. Poco dopo si incontra la chiesa di Santo Stefano a Paterno, che conserva un affresco quattrocentesco di scuola fiorentina raffigurante la Vergine Annunciata, e si sfiora l’antico Spedale del Bigallo, fondato nel 1214 per accogliere pellegrini e viandanti. Il cammino si inoltra poi tra sentieri e viottoli che seguono antichi tracciati medievali e romani, attraversando la selletta del Monte Cucco, fino a raggiungere Rignano sull’Arno, borgo di origini medievali. Qui merita una sosta la millenaria pieve di San Leolino, esempio pregevole di architettura romanica, che racconta la lunga storia spirituale della valle.
TAPPA 02a
TAPPA 02a: Da Rignano sull’Arno a Vallombrosa – Direttrice VIA VALLOMBROSA
Partenza: Rignano sull’Arno
Arrivo: Vallombrosa
Distanza: 14.3 km
Dislivello: +990 m / – 160 m
Fondo stradale: Asfalto (28%) e sterrato (72%)
Lasciato il centro di Rignano sull’Arno, il cammino oltrepassa il suggestivo ponte di San Clemente, uno dei più antichi attraversamenti dell’Arno, edificato sulla storica Via Cassia Adriana, consolare romana che univa Arezzo a Fiesole e Firenze. Superato il ponte, il percorso si immerge nella campagna toscana, tra boschetti, oliveti e filari ordinati di vigneti, con lo sguardo che accompagna il profilo di Rignano ormai alle spalle. Si prosegue lungo viottoli rurali alla scoperta dei paesaggi del Valdarno e di luoghi di fede incastonati nella natura, come la pieve di San Pietro a Pitiana, nel comune di Reggello: una chiesa millenaria che conserva due pregevoli dipinti di Ridolfo del Ghirlandaio, figlio del più celebre Domenico. La tappa si conclude all’abbazia di Vallombrosa, imponente complesso benedettino fondato nel 1036 da San Giovanni Gualberto, immerso in una delle più celebri foreste italiane, modellata nei secoli dal lavoro silenzioso dei monaci. Ancora oggi luogo di preghiera e ritiro, l’abbazia ospita un’antica farmacia monastica dove si producono miele, liquori, creme e il rinomato Gin Dry Vallombrosa, fedeli a ricette tramandate nel tempo. Un luogo dove spiritualità, arte e natura convivono in perfetta armonia.
TAPPA 03a
TAPPA 03a: Da Vallombrosa a Montemignaio- Direttrice VIA VALLOMBROSA
Partenza: Vallombrosa
Arrivo: Montemignaio
Distanza: 8.8 km
Dislivello: +260 m / – 470 m
Fondo stradale: Asfalto (62%) e sterrato (25%) e non asfaltato (13%)
Tra le ombrose abetine e faggete della foresta di Vallombrosa, che ricoprono le pendici del Pratomagno, il cammino assume ormai toni pienamente montani. Superato il crinale del massiccio — spartiacque naturale tra il Valdarno e il Casentino — si apre un paesaggio di grande respiro, punteggiato da scorci incantevoli e silenzi profondi. Attraversando il passo della Croce Vecchia si lascia la provincia di Firenze per entrare in quella di Arezzo, immergendosi nel cuore più selvaggio del Casentino. La meta di tappa è Montemignaio, borgo fortificato tra i più suggestivi dell’area. Di origine medievale, appartenne alla potente famiglia dei conti Guidi e conserva ancora oggi importanti testimonianze storiche, come il castello e la splendida pieve di Santa Maria Assunta. Quest’ultima, secondo la tradizione, sarebbe stata edificata grazie a una donazione della Gran Contessa Matilde di Canossa. Il paese si adagia lungo le pendici del monte Secchieta, e regala una tappa da concludere anche a tavola, assaporando i piatti tipici a base di castagne: tra tutti, la “pulenda”, polenta di farina dolce servita con funghi o carne, che racconta la semplicità e la ricchezza della cucina di montagna.
TAPPA 04a
TAPPA 04a: Da Montemignaio a Poppi – Direttrice VIA VALLOMBROSA
Partenza: Montemignaio
Arrivo: Poppi
Distanza: 17.5 km
Dislivello: +430 m / – 750 m
Fondo stradale: Asfalto (62%) e sterrato (25%) e non asfaltato (13%)
Una tappa che si snoda da castello a castello, tra selve antiche e storie di nobili casate. Dal borgo di Montemignaio, dominato dalla mole del suo suggestivo castello medievale, un tempo proprietà dei conti Guidi, si entra nel cuore storico e naturale del Casentino, tra boschi di castagni e querce, antichi ponti romanici e viottoli che un tempo collegavano Firenze ad Arezzo passando per il crinale della Consuma. Poco dopo la Maestà di Picche, una piccola cappella rurale, il cammino si inoltra verso un altro borgo fortificato, Castel San Niccolò. Qui l’antico castello, perfettamente conservato e anch’esso appartenuto ai conti Guidi, svetta su uno sperone roccioso, racchiudendo tra le sue mura secoli di storia e memorie feudali. Ma è nel finale che la tappa regala la sua visione più maestosa: il castello di Poppi. Monumento-simbolo del Casentino, è uno degli esempi meglio conservati di architettura castellana in Italia. Imponente e intatto, domina la valle dall’alto di un colle, evocando il tempo in cui fu teatro della celebre battaglia di Campaldino (1289), combattuta tra guelfi e ghibellini, con la presenza, fra le fila fiorentine, di Dante Alighieri. Con le sue torri, i loggiati e la biblioteca storica, è il luogo ideale dove concludere una giornata di cammino immersa nella storia e nella bellezza.
TAPPA 05a
TAPPA 05a: Da Poppi a Bibbiena – Direttrice VIA VALLOMBROSA
Partenza: Poppi
Arrivo: Bibbiena
Distanza: 12.1 km
Dislivello: +110 m / – 180 m
Fondo stradale: Asfalto (36%) e sterrato (64%)
Da uno dei Borghi più Belli d’Italia, Poppi, l’itinerario si biforca: il cammino può proseguire lungo la riva destra o sinistra del fiume Arno, per poi ricongiungersi poco prima di Bibbiena. È una tappa breve ma densa di interesse storico e spirituale. Un’occasione per approfondire la visita del borgo di Poppi e del suo magnifico castello, che ospita 25.000 volumi antichi nella Biblioteca Rilliana, il salone delle feste, e la torre panoramica con una vista spettacolare sul paesaggio casentinese. Tra i luoghi di culto spiccano l’abbazia di San Fedele, la Propositura dei Santi Marco e Lorenzo e l’oratorio della Madonna del Morbo. In alternativa, si può approfittare della giornata per esplorare il borgo medievale di Bibbiena, costellato di palazzi signorili, come palazzo Dovizi, e luoghi di devozione come l’oratorio di San Francesco. La tappa si conclude poco distante dal centro storico, presso il Santuario di Santa Maria del Sasso, elevato a basilica minore nel 1942. Al suo interno si conservano importanti opere d’arte, tra cui la statua lignea della Madonna del Buio, venerata per i miracoli attribuiti alla sua intercessione, e un fregio invetriato attribuito a fra’ Mattia della Robbia.
TAPPA 06a
TAPPA 06a: Da Bibbiena a La Verna – Direttrice VIA VALLOMBROSA
Partenza: Bibbiena
Arrivo: La Verna
Distanza: 16 km
Dislivello: +990m / – 240m
Fondo stradale: Asfalto (20%) e sterrato (66%), non asfalto (14%)
Dal santuario di Santa Maria del Sasso, unico edificio rinascimentale del Casentino a fregiarsi del titolo di monumento nazionale, il cammino prosegue immerso nel verde brillante dei paesaggi casentinesi, tra campi arati e rilievi boscosi. Poco dopo, si incontra il castello di Sarna, borgo fortificato dove il tempo pare essersi fermato. Luogo di identità intatta, alle porte del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, rappresenta una tappa silenziosa e potente lungo la via. Da qui si continua fino alla frazione di Croce di Sarna, dove una croce in legno segna la svolta del sentiero verso il Sacro Monte della Verna. Le foreste monumentali di faggi e abeti che caratterizzano il parco accompagnano il cammino in un crescendo di emozioni. Ogni passo si fa preghiera, ogni respiro raccoglimento. È questo il tratto che prepara l’animo all’arrivo al santuario francescano della Verna, sospeso su uno sperone roccioso donato nel XIII secolo da Orlando Cattani, nobile di Chiusi, a San Francesco. Qui, secondo la tradizione, il Santo ricevette le stimmate nel 1224. Un luogo di intensa spiritualità, dove la natura parla con voce divina, e l’uomo può ritrovare, nel silenzio dei boschi, una profonda armonia con sé stesso e con il creato.