Il ritorno di Simone sulla Via di Francesco: da Piazza S. Pietro ad Assisi
Dopo aver percorso nel 2020 la tratta Via di Francesco La Verna – Assisi, Simone non si è fermato: il richiamo della Via di Francesco lo ha spinto a rimettersi in cammino. Nell’estate del 2021 è partito da Roma, con l’obiettivo di raggiungere di nuovo Assisi. Dodici tappe, quasi 250 chilometri, tra Lazio e Umbria, vissuti perlopiù in solitaria. Il suo diario ci racconta un bellissimo cammino: incontri inattesi, notti spartane, paesaggi che cambiano a ogni passo e la spiritualità che accompagna chiunque percorra questi luoghi. È la storia di un pellegrinaggio che alterna fatica e gioia, silenzi e scoperte, con la forza di chi sceglie di camminare seguendo un filo interiore. Pronti a partire insieme a lui?
Introduzione
Come mi ero promesso l’anno precedente, avrei completato la Via di Francesco raggiungendo Assisi da Roma, poco meno di 250 km in 12 Tappe. La sostanziale differenza con il cammino precedente oltre a dover affrontare Lazio e Umbria da vegano, è stato il modo di viaggiare, forse perché pochi si mettono a camminare in agosto o forse perché era la prima estate dove si poteva viaggiare all’estero dal post covid o forse doveva semplicemente andare così ma questo cammino sono sempre stato, ad eccezione degli ospiti di fine tappa, completamente solo.
31 Luglio 2021, questa volta un solo treno e in neanche 3 ore sono Roma, approfitto per fare un po’’ il turista e poi alloggio in un centro accoglienza per pellegrini in Trastevere gestito dalla confraternita di san Jacopo di Compostela, anche qui vivo la stessa esperienza provata l’anno precedente all’eremo di San Pietro in vigneto.
Se anche tu come hai voglia di condividere il tuo racconto di cammino, scrivici a info@camminiditalia.org: ti invieremo tutte le indicazioni per raccontare la tua avventura! E se preferisci un contatto diretto unisciti alla nostra Community su Facebook e condividi il tuo racconto con noi e altri appassionati.
E per non perderti lungo il tuo percorso, scarica l’app di Cammini d’Italia! Troverai tutte le tracce GPX dei principali cammini italiani e potrai navigare facilmente, anche offline. Scopri tutti i dettagli qui!
Tappa 01: Piazza S. Pietro – Monte Sacro
Col senno di poi questa tappa l’avrei tranquillamente evitata, 18 km e 3 ore di camminata che potevano essere evitate con 40 minuti di autobus per restare sempre dentro Roma. Insomma se uno ha già visto Roma o ha i giorni risicati per il cammino questa tappa la possiamo saltare, arrivare a San Pietro, prendere un mezzo e da qui partire. Spezzo però una lancia all’accoglienza qui e nelle altre città laziali, grazie alla “Rete Associativa della Via di Francesco nel Lazio” mi è stato possibile alloggiare ospite di volontari riuscendo a trovare davvero uno spirito di accoglienza benevola verso i pellegrini.
Tappa 02: Monte Sacro – Monterotondo
In questa tappa si esce da Roma, l’inizio è un po’’ bruttino, ma del resto non si può uscire da una grande città senza passare dalla periferia, poco prima delle 07:00 raggiungo la riserva naturale della marcigliana e qui ho la mia prima sventura. Mentre cammino beato sul sentiero si parano tre pastori maremmani che non mi danno modo di passare…ora io avevo letto di tutto, occhi bassi, non incrociare lo sguardo, movimenti lenti..insomma tutto il possibile per non voler disturbare ma a nulla è servito, perciò quando ho visto che stavano provando a circondarmi lentamente sono tornato sui miei passi senza voltarmi.

Una volta in sicurezza mi sono diretto verso la casa del guardiabosco e ho ottenuto un passaggio in jeep fino all’ uscita della riserva (nel tragitto abbiamo incontrato 3 gruppi di pastori maremmani) Sono venuto a sapere che aggressioni del genere in quella zona sono frequenti e che non c’è verso di trovare un punto di incontro tra i camminatori e i pastori. A Monterotondo ho preso alloggio presso il monastero dei frati cappuccini, dopo aver sistemato le mie cose un aperitivo, pizza e birra giusto per rientrare in tempo prima del coprifuoco.
Tappa 03: Monterotondo – Ponticelli di Scandriglia
Una tappa lunga che si snoda tra le campagne della Sabina tra frutteti e olivi, il fatto però di viaggiare da solo e di partire spesso prima dell’alba fa si che prima di pranzo raggiunga la destinazione mi resti parecchio tempo libero per leggere e sperare di incontrare qualcuno!
Tappa 04: Ponticelli di Scandriglia – Poggio San Lorenzo
In genere le giornate iniziano tutte nello stesso modo, sveglia alle 5:00, bagno, vestizione, trattamento piedi, torcia frontale e partenza, in genere non dopo le 05:30, poi la colazione al primo bar che si incontra lungo la via. In questo cammino ho collezionato parecchie albe e posso dire che, rispetto ad altri cammini dove ero in compagnia ho apprezzato questa libertà, il brutto viene quando alle 06:00 della mattina vedo in lontananza un gregge di pecore che sosta sul sentiero e una muta di pastori maremmani, come la volta precedente mi sbarra la strada.

Stavolta cerco di aggirare l’ostacolo facendo una deviazione ma rimango costantemente pedinato, alla fine mi getto tra la macchia, ne esco con qualche graffio ma recupero il sentiero svariati metri dopo il gregge. Raggiungo Poggio San Lorenzo, che per tenere fede al nome si raggiunge tramite una ripida salita, alle ore 12:00 sorprendendo un pochino la mia ospite (Rosaria) che, dopo aver sentito delle vicende della mattina mi rimette al mondo con una zuppiera di pasta al sugo.
Prendo alloggio sul soppalco della sua abitazione, gestisce il bar del paese e la sera la passiamo in compagnia di una chitarra e di due pellegrine olandesi che vanno verso Roma (le persone che incontrerò andranno tutte verso Roma).
Tappa 05: Poggio San Lorenzo – Rieti
Questa tappa nonostante la prima parte in salita si rivela più facile della precedente, quasi tutta in piano o addirittura in discesa, un buon defaticamento! C’è un po’ di asfalto ma il percorso è piacevole, soggiorno poco fuori Rieti alle Querce di Tara che fa sempre parte della rete di accoglienza del Lazio, il suo ospite Mauro è gentilissimo e mi consiglia di andare a visitare poco distante il Santuario di Maria della Foresta, uno dei quattro santuario fondati da San Francesco. Seguo il consiglio e non resto deluso, rimango affascinato da quel tu per tu con la storia e della comunità che vive senza le distrazioni moderne, inducendomi a riflettere che forse un periodo di depurazione farebbe bene ad ognuno di noi.
Tappa 06: Rieti – Greccio
E’ una tappa impegnativa per via di due grandi salite, verso colle sant’Elia e verso Greccio, qui si trova un altro dei santuari eretti da San Francesco e qui è nata la tradizione del presepe! Purtroppo non sono riuscito a soggiornare nel santuario e ho trovato accoglienza solamente a Greccio ma il pomeriggio l’ho passato in tranquillità tra le mura del santuario a contemplare il suo presepe perenne.

Tappa 07: Greccio – Terni
Durante il giorno precedente mi illudevo che la strada sarebbe stata tutta in discesa ma, al fianco del santuario c’è un piccolo sentiero che sale, sale e sale nel bosco, neanche 2 km e 300 metri di dislivello che fortunatamente fatti di primo mattino e al pieno delle energie sono ben affrontabili.
Superato questo strappo iniziale la strada che porta a Terni è tutta in discesa, in questo tratto ho avuto l’ultima disavventura del viaggio quando a circa una ventina di metri da me nel bosco, ovviamente sul sentiero, vedo camminare felicemente mamma cinghiale e tre simpatici cinghialini, mi nascondo dietro un albero sapendo che l’incontro sarebbe stato assai più doloroso dei cani pastore e mando un messaggio a mia padre con la posizione dicendo: “cinghiali davanti se non mi senti allerta i soccorsi!”
Fortunatamente se non si disturba non si viene disturbati e dopo qualche minuto i cinghiali riprendono la loro strada ed io la mia stando al telefono con mio padre raccontandogli del viaggio. Arrivo a Terni alle 11:00 con il termometro che segna 37° e il pomeriggio viene passato a sonnecchiare e recuperare le forze.
Tappa 08: Terni – Ceselli
Anche questa inizio la tappa con la torcia frontale, l’uscita da Terni è da rimuovere dalla memoria con il sentiero che passa al fianco dell’industria siderurgica, poi inizia subito una salita abbastanza sfidante e in breve si entra nel bosco. Nonostante questo tremendo inizio mi fermo a fare colazione aspettando l’alba davanti alle cascate delle Marmore dove imparo che il flusso è regolato da una diga. Dopo colazione proseguo lungo una via ciclopedonale e in breve tempo arrivo ad Arrone, dovrebbe essere un fine tappa ma avevo deciso di unire due tappe per quella giornata quindi percorro il sentiero bianco che si inoltra nella valle del fiume Nera.
La strada è tutta in piano e decido di affrontare questo tratto in sandali, era tutto perfetto, silenzio, un cammino accompagnato ai lati da morbidi colli verdi. Arrivo a Ferentillo per pranzo e curiosando per il paese scopro il museo delle mummie situato sotto la chiesa di Santo Stefano o meglio nella sua cripta.
Consiglio a chiunque passi da quelle parti di fare una visita, le mummie oltre ad emanare un fascino inquietante restituiscono pezzi di storia e di curiosità del luogo, come ad esempio di una comunità di cinesi che abitava la zona secoli prima! Terminata la visita ho ripreso il cammino arrivando nel borgo di Ceselli dove ho potuto prendere alloggio e riposare i piedi stanchi nelle acque di uno dei piccoli corsi d’acqua che alimentano il fiume Nera.
Tappa 09: Ceselli – Spoleto
Tappa breve ma da non sottovalutare per via dei 9 km di salita, la fatica viene mitigata in quanto gran parte è in mezzo al bosco inoltre è possibile riposarsi un pochino presso l’eremo francescano di Monteluco, da qui si discende verso Spoleto. Normalmente si dovrebbe passare sopra il ponte delle Torri per entrare in città ma trovandolo chiuso per lavori ho dovuto allungare di circa due km, tuttavia il percorso si è rivelato piacevole.

A Spoleto (che ha dato altre location per la serie Don Matteo) l’accoglienza è stata singolare, ho preso alloggio presso una parrocchia che metteva a disposizione dei pellegrini il salone dove viene svolto catechismo e un bagno di servizio privo di doccia. Un tempo una situazione del genere non l’avrei mai trovata tollerabile ma ad oggi mi sembra addirittura divertente. Il pomeriggio per combattere la calura (e fare una doccia) sono stato alla piscina comunale e poi una visita al Duomo che è tappa obbligata in questa città non priva di saliscendi!

Tappa 10: Spoleto – Trevi nel Lazio
Anche questa volta unisco due tappe che alternano salite e discese tra le colline ricoperte di olivi, durante questa tappa ho modo di fermami un pochino in raccoglimento (come se non ne avessi fatto abbastanza) presso l’eremo delle Allodole e conoscere la sua storia. L’eremo costruito alla fine del 1300 era luogo di preghiera e ritiro, strategicamente posizionato sull’altura di monte Clitunno, dopo varie peripezie era caduto in disuso fino a che Suor Maria nel 1930 fondò un ordine ispirato ai principi francescani e gli diede nuova vita.

Durante il tragitto ho anche incontrato un gruppo di scout con i quali ci siamo scambiati opinioni e vedute sui diversi modi di fare escursioni tra pellegrini e scout soprattutto la notevole differenza sul peso degli zaini. Le varie soste e incontri, uniti alla lunghezza della tappa mi hanno fatto arrivare a Trevi nel primo pomeriggio e a causa del gran caldo avevo sviluppato una fastidiosa irritazione all’interno coscia così appena preso possesso dell’alloggio il pomeriggio è passato tra creme e borotalco per lenire il fastidio!
Tappa 11: Trevi nel Lazio – Spello
Probabilmente è stata la vicinanza della meta tanto che la mattina mi sveglio in perfetta forma e pronto ad affrontare anche questa penultima tappa che non presenta particolari difficoltà, non la ricordo però per la sua bellezza anzi, l’arrivo a Foligno fiancheggia la statale. Superato Foligno il percorso che porta a Spello si compie su asfalto e strade residenziali. Spello è un piccolo gioiellino situato ai piedi del monte Subasio, lo ricordo con gioia con le sue stradine piene di botteghe, le sue birrerie artigianali e soprattutto il museo delle infiorate.
L’infiorata è una manifestazione che si svolge durante il corpus domini, consiste nel decorare le vie della città con disegni e motivi utilizzando i petali di fiori. La cosa affascinante di questa pratica è di come questa unisca tutta la comunità; le scuole organizzano uscite nei prati dando il compito ai bambini di raccogliere i fiori per i loro petali poi, la sera prima del corpus domini, tutta la città si raccoglie lungo le strade ed ognuno da una mano come può affinché ogni disegno sia completato prima del mattino, pronto a ricevere la processione guidata dal vescovo recante con sé il corpo di Cristo.
Tappa 12: Spello – Assisi
Da Spello ci sono due modi per arrivare ad Assisi, una girando attorno a monte Subasio e una invece passandoci sopra, io ho optato per questa soluzione. Quella mattina quindi carico di energia mi sono gettato come mai avevo fatto prima all’ascesa del monte arrivando alla croce di vetta in poco meno di due ore.

Ricordo ancora bene la sensazione di gioia e commozione che provai a camminare sui prati di vetta da solo, sentendomi un po’’ il signore della montagna, ho urlato di gioia non so quanto e non so quanto ho osservato con occhi lucidi il panorama, alternando da un lato la strada percorsa e dall’ altro invece la mia destinazione; la Basilica di San Francesco che mi aspettava proprio sotto di me.
Correndo sono sceso dal monte senza fermarmi mai fino all’eremo delle Carceri dove ho timbrato la credenziale e visitando il luogo ho recuperato energie. Terminata la visita mi sono gettato di nuovo giù di corsa con la gioia di essere finalmente arrivato verso Assisi e alla fine del mio percorso esattamente un anno dopo la mia priva visita alla tomba del Santo Francesco.
Iniziativa “Cammini Aperti” – Iniziativa finanziata con il Fondo Sviluppo e Coesione, Piano Sviluppo e Coesione a titolarità del Ministero della Cultura, “I cammini religiosi di San Francesco, San Benedetto e Santa Scolastica – Azioni trasversali” di cui è beneficiario il Ministero del Turismo.
