Curiosità
14 Ott 2024

Marika Ciaccia racconta la sua GTA

Marika Ciaccia ha percorso oltre mille chilometri. Ha attraversato le Alpi e si è spinta ancora oltre, fino al mare. Ma chi è davvero questa donna straordinaria? Marika è un’esploratrice, una guida ambientale escursionistica e un’appassionata camminatrice. Non solo, Marika è una fonte d’ispirazione per molti, con profili Instagram e YouTube seguiti da migliaia di persone (@mylifeintrek) e due libri all’attivo. Ha attraversato luoghi impervi, dalle Alpi italiane alle montagne arcobaleno in Perù, portando avanti progetti che uniscono avventura, consapevolezza ambientale e valorizzazione del trekking come stile di vita.

Quest’anno, Marika ha affrontato la GTA (Grande Traversata delle Alpi), un percorso escursionistico che si estende per oltre 1.000 chilometri lungo la catena montuosa alpina, attraversando il Piemonte, e che lei ha scelto di concludere quando i suoi piedi hanno toccato il Mar Ligure. Questo itinerario richiede non solo resistenza fisica ma anche una profonda connessione con la natura, poiché attraversa territori selvaggi e rifugi montani, regalando un’esperienza autentica lontana dal turismo di massa. Al ritorno da questo grande viaggio, le abbiamo fatto alcune domande.

Hai scelto di fare questa lunga camminata appoggiandoti solo ai rifugi e non alla tenda. Come mai hai preferito questa soluzione?

Quest’anno, a causa delle alluvioni, della neve e delle frane, non era il caso di stare in tenda. Questa scelta mi ha permesso di viaggiare più leggera, considerando che sono minuta e il percorso era molto impegnativo. Anche i tedeschi che ho incontrato hanno deciso di rimandare la loro tenda a casa! Inoltre, alla base del mio progetto c’era il desiderio di raccontare la storia dei rifugi e dei rifugisti.

Hai attraversato le montagne di diverse zone. Hai notato una differenza nella cura e nella gestione tra i vari territori che hai attraversato? Quali sono state le zone più attrezzate e quelle invece più selvagge?

Le zone più attrezzate sono generalmente quelle più frequentate dai turisti, con infrastrutture ben sviluppate e servizi dedicati agli escursionisti. Al contrario, le zone più selvagge coincidono con quelle meno battute a livello turistico e più vissute dai lavoratori delle terre alte, come allevatori e pastori. Questi territori sono spesso caratterizzati da una gestione più tradizionale e meno interventi moderni, mantenendo un forte legame con le attività agricole e pastorali locali.

Ti sei mai sentita sola?

No, mi piace stare sola perché osservo molto di più quello che ho attorno, incontro più animali, mi rilasso e mi perdo nei miei pensieri più profondi e intimi. Mi piace la compagnia, ma se ripenso alla GTA ho apprezzato di più le parti in solitaria, mi sentivo più forte e felice

Chi sceglieresti per un viaggio in compagnia? E lo consiglieresti come viaggio fa re in solitaria?

Sceglierei amici cari e il mio fidanzato, persone con cui sto bene e su cui so di poter contare nel momento del bisogno. La GTA in solitaria è la scelta più “normale” perché è difficile trovare una compagnia fidata che può prendersi mesi liberi per camminare nelle montagne ripide del Piemonte, ma allo stesso tempo in così tanti giorni è normale conoscere altri escursionisti (non italiani purtroppo) e si sta soli solo e quando lo si vuole.

Qual era la tua routine se ne avevi una?

Mi alzavo presto, all’alba, per sfuggire ai temporali che in estate sono spesso nel pomeriggio. Colazione frugale, ahimè, e subito sul sentiero. Arrivo in rifugio, doccia (fredda), lavaggio dei vestiti, spuntino, scrittura del diario e nanna, sveglia per cena, leggevo un libro e facevo qualche esercizio di stretching… poi di nuovo nanna! Le eccezioni le facevo quando c’era qualcosa da visitare, come un piccolo museo o un centro faunistico

Hai mai avuto la sensazione di sentirti in pericolo? E qual è stata la difficoltà più grande che hai incontrato in questo viaggio?

Durante il viaggio ci sono stati momenti in cui mi sono sentita in pericolo, soprattutto a causa delle condizioni meteorologiche avverse. Questi eventi naturali possono essere imprevedibili e mettono alla prova la sicurezza di chiunque si trovi in montagna. Inoltre, soffrendo di vertigini, affrontare i sentieri esposti è stato particolarmente difficile e stressante.
La difficoltà più grande che ho incontrato è stata sicuramente gestire il peso dello zaino (circa 11-12 kg senza acqua e cibo) in un percorso così impegnativo. Peso 54,5 kg, ogni grammo in più si fa sentire, e dover affrontare terreni accidentati e ripidi ha reso il viaggio ancora più sfidante. Tuttavia, la scelta di appoggiarmi ai rifugi anziché alla tenda ha alleviato parte di questo peso, permettendomi di godere appieno dell’esperienza. Anche gestire il ciclo mestruale è stato più duro che in altri viaggi simili, perché mi debilitavo molto, il dispendio energetico era alto.

C’è stato chi ha detto che fingevi di essere sola. Immagino che sia stato frustrante ricevere questi commenti di sfiducia e svalutazione. Cosa diresti a queste persone?

A chi ha detto che fingevo di essere sola, risponderei che provo pena per loro. Puntare il dito verso gli altri e sfogare la propria frustrazione senza vedere che quel tempo e quell’energia li renderebbe molto più felici se li impiegassero per migliorare sé stessi è davvero triste. Guardarsi dentro richiede impegno e fatica, e per molti è più facile sfogarsi su chi, in qualche modo, ce la fa o è semplicemente sereno.
Io non ho mai nascosto nulla sui social; la trasparenza è alla base del mio lavoro, è un grande valore per me. Ho mostrato le mie vulnerabilità quando ero sola, ho fatto vedere quando incontravo qualcuno e condividevo qualche chilometro con loro, sin dalla prima idea del progetto c’era il volermi confrontare con altre persone e sentire le loro storie. Questo arricchisce molto. Ho mostrato tutto in assoluta serenità anche perché, sinceramente, il viaggio è mio e lo vivo al massimo delle mie possibilità. 

Inoltre, non capisco cosa cambierebbe dalla solitudine alla compagnia, siccome poi lo zaino me lo devo portare comunque io sulle mie gambe.

Ti va di raccontarci un aneddoto di questo cammino che difficilmente dimenticherai?

Un aneddoto che ricordo con particolare intensità risale a un giorno in cui camminavo sola, il giorno dopo una brutta grandinata. A casa, mi sono ritrovata il parabrezza della macchina in frantumi a causa della grandine. Sul sentiero, sembrava di affondare nella neve, ma in realtà era il ghiaccio della sera prima. Ero sola, tutto era calmo, la famosa quiete dopo la tempesta.
Mentre camminavo, quasi sono andata a sbattere su due enormi stambecchi maschi adulti che non volevano togliersi dal sentiero. Loro erano incuriositi da me, io da loro, e nessuno accennava a spostarsi. Siamo solo rimasti lì, nel silenzio a osservarci. È stato un momento che è durato una vita. Mi sono sentita in profonda connessione con la natura e sono grata a tutti gli animali incontrati per non essere mai scappati impauriti da me.
Questi momenti sono quelli che rendono ogni viaggio unico e indimenticabile.

Nel tuo viaggio hai incontrato diverse persone. Ci sono persone con cui hai condiviso il cammino che ti sono rimaste particolarmente nel cuore? Le ritrovavi spesso o le hai dovute salutare dopo poco?

Johannes, un 65enne tedesco in viaggio solo come me. Ex alpinista, era al suo primo “cammino” che ha trovato più bello dell’arrampicata per il fatto di riuscire a pensare di più e soffrire di meno eheh
Io lo aiutavo a migliorare il suo italiano e lui aiutava me ad affrontare le vertigini, era uno psicologo! Ecco perché gli incontri arricchiscono, il cammino ti da quello di cui hai bisogno se resti aperto alla magia. Ci trovavamo di tanto in tanto, magari condividevamo dei tratti, delle giornate oppure ci incontravamo solo a fine tappa. Magari non ci vedevamo per giorni interi.

Devo confidarti che io sono proprio una di quelle donne che non si sentono a proprio agio a camminare da sole in montagna. Ho in mente un grande viaggio lungo un percorso montano che vorrei fare da sola in tenda, ma mi spaventa molto. Cosa diresti a me o alle tante donne come me che sono spaventate all’idea di viaggiare sole?

Capisco perfettamente le tue preoccupazioni. È normale sentirsi un po’ ansiose all’idea di affrontare un viaggio da sole, soprattutto in un ambiente naturale come la montagna. La cosa più importante è prepararsi bene e prendere tutte le precauzioni necessarie per sentirsi sicure.
Immagina di conoscere bene il percorso che intendi seguire, studiando le mappe e leggendo le esperienze di altri escursionisti. Avere un piano dettagliato può davvero aiutare a ridurre l’ansia. Inoltre, avere l’equipaggiamento giusto, come buone scarpe, abbigliamento adatto e un kit di pronto soccorso, ti farà sentire più preparata.
Sulla GTA ha aiutato tantissimo la pratica, senza esperienza di lungo periodo sono sicura che non ce l’avrei fatta. E’ essenziale saper “cosa fare” in ogni situazione.
Ricorda che la fiducia in te stessa crescerà man mano che acquisirai esperienza. Ogni piccolo passo che fai verso la tua avventura ti renderà più forte e sicura di te.
E se chi legge ha altre domande o ha bisogno di ulteriori consigli, sono qui a disposizione!

Con la sua esperienza sulla GTA, Marika Ciaccia ha dimostrato ancora una volta che i limiti possono essere superati con determinazione e passione. Lungo i sentieri impervi delle Alpi, ha trovato forza nella solitudine, incontrato animali selvatici e condiviso momenti di vita con altri viaggiatori. La sua è una storia di coraggio, che invita tutti a riscoprire il legame con la natura e a sfidare sé stessi.

Marika Ciaccia

Articolo di
Marta Fasolo

🧗‍♀️ Umile escursionista che ama fare cose nuove
🏝️ Viaggio in Italia e vivo a Maiorca
🥾 Nei miei canali parlo di cammini, trekking e natura