Diari
28 Lug 2025

Passi e ciliegie: Laura e il suo Cammino dell’Unione

Un pediluvio nel Panaro, un tramonto sull’Appennino, una crescentina col pesto: bastano questi dettagli a scrivere una giornata felice.

Cinque giorni con uno zaino e tanta voglia di camminare in solitaria. In questo racconto di un nuovo cammino, Laura ci accompagna lungo il suo Cammino dell’Unione, un anello di 109 km nel cuore dell’Appennino modenese, attraversando borghi, boschi , castelli, calanchi e sentieri ombreggiati lungo il fiume Panaro. Tappa dopo tappa, tra deviazioni improvvisate, incontri casuali e piccoli rituali quotidiani, questo diario restituisce tutta l’essenza del camminare: il silenzio, la fatica, le emozioni inattese e la bellezza che si svela solo a chi sa rallentare. In vista delle ferie per tutti noi, un bellissimo invito a mettersi in cammino, con leggerezza e meraviglia. Scopriamo insieme questo nuovo cammino! Pronti?

Partire per un cammino in solitaria è diventato il mio momento di stacco totale dal mondo, dalla vita di tutti i giorni; un momento di ascolto, esplorazione e conoscenza. Camminare mi permette di arrivare in luoghi stupendi altrimenti irraggiungibili, di scoprire zone di questo bellissimo paese che sono ancora per me inesplorate, nonostante abbia girato tanto, spinta dal mio animo curioso.

Contrariamente a quanto si possa pensare, a volte non serve andare lontano: a due ore di treno da Milano ci sono zone meravigliosamente selvagge, da cui, di tanto in tanto, spuntano castelli e paesi bellissimi, ricchi di storia e buon cibo (e qualche fontanella d’acqua utilissima nei giorni caldi), come quelle del modenese attraversate dal bellissimo Cammino dell’Unione, un percorso di 109 km ad anello, con partenza e arrivo a Vignola.

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E se vuoi essere sicuro di non perderti durante il tuo percorso, ricorda di scaricare l’app di Cammini d’Italia prima di partire! Con essa avrai a disposizione tutte le tracce gpx di molti cammini italiani e potrai navigare facilmente, anche offline. Scopri di più a questo link!

Tappa 01: Vignola – Castelvetro di Modena

Si parte, finalmente. Era un bel po’ che aspettavo questo momento. Ho organizzato tutto: ho prenotato gli alloggi alla fine delle tappe, che ho leggermente modificato rispetto a quanto consigliato sul sito (pur mantenendo la durata complessiva di cinque giorni), e ho preparato per la prima volta lo zaino estivo.

Cartello del cammino alla stazione di Vignola

Ammetto che lo zaino mi ha messo alla prova questa volta: avevo mille dubbi, sia per il clima – a inizio giugno non avrebbe dovuto fare così caldo e temevo l’arrivo di qualche temporale violento – sia perché non ero certa che i panni si asciugassero durante la notte. Ho portato quindi qualche maglietta in più che, alla fine, si è rivelata inutile e ha solo aggiunto peso. Tutta esperienza per la prossima volta.

Se anche tu hai dubbi su come preparare lo zaino per il tuo prossimo cammino, abbiamo scritto una Guida al primo cammino con alcuni utili consigli!

Arrivo a Vignola alle 9:30 con il treno regionale da Bologna. Cerco subito un caffè e raccolgo un po’ di informazioni utili che mi mancavano. Finendo il cammino in un giorno di festa, chiedo come ottenere l’attestato finale e scopro che la libreria “La Quercia dell’Elfo” sarà aperta il 2 giugno e che, proprio in quei giorni, ci sarà anche la festa della ciliegia. Purtroppo scopro anche che il castello che avrei voluto visitare è chiuso, per cui mi metto in cammino, capendo subito che saranno cinque giorni di caldo torrido e che dovrò stare molto attenta alla riserva d’acqua.

Il primo tratto è molto ombreggiato e segue il fiume Panaro: il Percorso Natura, che ritroverò anche nei giorni successivi. Dopo circa 8 km lascio il fiume e arrivo a Spilamberto, con il suo bellissimo torrione. Ho fame, ma il tabaccaio del centro dove mi fermo per il timbro (questa volta ne ho raccolti tantissimi!) mi consiglia di proseguire: appena fuori Spilamberto troverò Il Chiosco dei Sapori. Faccio qualche foto e seguo il consiglio.

Il fiume Panaro

Quando vedo le ciliegie al chiosco mi brillano gli occhi: “Non le ho ancora mangiate quest’anno”, penso. E così ordino qualche tigella, dell’acqua e le ciliegie. Riparto, preoccupata per il caldo, inconsapevole che mi aspetta forse la parte più noiosa del cammino, e anche una delle più esposte al sole. Nei giorni successivi scoprirò che proprio questo tratto è molto apprezzato durante la stagione invernale. La ciclabile Vignola–Modena è un po’ monotona e il caldo è davvero intenso.

Incontro un paio di ragazze di Vicenza con cui condivido un tratto di strada, facendo quattro chiacchiere, finché non arriviamo a Castelvetro. Loro si fermano per una pausa prima di proseguire per Levizzano, mentre io visito il centro del borgo medievale e faccio una deviazione per raggiungere l’agriturismo Le Casette, dove mi aspetta una bella doccia, un’ottima cena tipica e un tramonto mozzafiato. Vado a letto presto: l’indomani mi aspetta una tappa molto lunga.

Tappa 02: Castelvetro di Modena – Sassi di Roccamalatina

Parto presto, facendo una piccola variazione al percorso per evitare di allungare ulteriormente una tappa che sarà di circa 30 km: avendo già visitato Castelvetro il giorno precedente, taglio verso l’oratorio di San Michele e Levizzano lungo la via Tiberia, anziché tornare in centro e prendere via cimitero. Arrivata a Levizzano, faccio una breve pausa e recupero il pranzo per non dovermi fermare più avanti.

Da Levizzano inizia la salita verso Monte Tre Croci. Arrivata in cima, mi godo l’aria fresca e il bellissimo panorama: da un lato la pianura, dall’altro le colline e i calanchi. E poi si vede anche Denzano. Il monte si chiama così proprio perché sulla cima ci sono tre grandi croci di legno. Ho adorato passare sopra i calanchi e tra i prati pieni di arbusti in fiore, profumatissimi.

Dopo Denzano, incontro di nuovo le ragazze di Vicenza e camminiamo insieme. Arriviamo a Marano e ci fermiamo a farci fare il timbro e a prendere qualche biscotto a La Fornace. Poi ci spostiamo in piazza Matteotti, dove ci aspettano tre panchine all’ombra: lì pranziamo guardando il grande albero al centro della piazza. Si torna poi sul Percorso Natura e qui ci separiamo. Un pediluvio nell’acqua fredda del Panaro, però, non ce lo toglie nessuno: le giornate lunghissime di fine maggio ci consentono di prendercela con calma.

Dopo aver lasciato il Panaro, mi immergo nel Parco dei Sassi di Roccamalatina. Ho amato i Sassi e tutto il parco. Il primo incontro è con il Sentiero dei Ponticelli, un tratto ombreggiato con una serie di ponti in legno uno dietro l’altro, dove il cellulare non prende e il tempo sembra essersi fermato. Uscita dal bosco, a Pieve di Trebbio, in lontananza vedo i Sassi: dormirò proprio lì stanotte. La signora Francesca, con cui sono in contatto, mi aspetta prima delle 19. Ho prenotato proprio sotto il Sasso della Croce, al centro visite del parco. Mi aiutano anche a ordinare una pizza a domicilio per cena, visto che i due ristoranti vicini sono chiusi. Credo che salire sul Sasso sia stata una delle esperienze più magiche di tutto il cammino. Un’emozione indescrivibile.

Tramonto sui sassi

Tappa 03: Sentiero n.3 del Parco dei Sassi di Roccamalatina + Pieve di Trebbio – Montalbano

Mi rendo conto di avere davanti una tappa davvero breve e, colpita dalla bellezza del paesaggio, decido di aggiungere un sentiero ad anello attorno ai Sassi: il Sentiero n. 3. Prenoto all’Altoforno per pranzo, lascio lo zaino alla signora Francesca e mi incammino, questa volta sentendomi leggera. Il percorso è di soli 8 km, ma molto affascinante.

Una volta rientrata al centro visite, vado a pranzare con calma e poi riparto. Sulla breve tratta incontro Castellino delle Formiche, poi salgo sul Monte della Riva, dove un’area picnic e un belvedere mi regalano un attimo di estrema pace. Arrivo abbastanza presto a Montalbano, all’Antica Locanda Canonica, giusto in tempo per godermi la serata e il tramonto nel bel giardino dell’agriturismo, prima di una cena squisita e un sonno ristoratore.

Montalbano canonica

Tappa 04: Montalbano – Monteorsello

Altra variazione di itinerario. Ammetto che alcune modifiche sono state fatte anche per poter alloggiare e mangiare in posti specifici che mi ispiravano. Stasera arriverò da Nonna Nella e ho grandissime aspettative. Intanto, appena sveglia, faccio colazione seduta al mio tavolino, in un raggio di sole, a Montalbano. Carico lo zaino e parto.

Arrivata a Verucchia, decido di fare una deviazione per andare a vedere la casa di Vasco Rossi: sono troppo curiosa! Lui è a Torino per la tournée. La strada e la casa sono letteralmente ricoperte di scritte, disegni, cuori…Riprendo il percorso e mi si apre la possibilità di tagliare una volta arrivata a Zocca, cosa che naturalmente non faccio. Voglio arrivare all’Antico Ospitale di San Giacomo, per cui proseguo. Tornerò a Zocca dopo qualche chilometro. L’ostello è chiuso, quindi non riesco a farmi fare il timbro sulla credenziale, ma non rimango delusa da questo tratto di cammino: lassù il paesaggio è davvero bello.

Rientrata a Zocca, gironzolo un po’, poi vado al bar Cimone per mangiare qualcosa. Qui scopro una delle cose più buone che abbia mai mangiato: la crescentina con il pesto. La ordino solo perché la sento chiedere da molti e poi, una volta assaggiata, faccio il bis. Per “pesto” non si intende quello genovese, ma un pesto di lardo e parmigiano, che viene scaldato nella crescentina sulla piastra. Super gustoso!

Dopo aver riempito la pancia e la borraccia, riparto. Incontro sulla strada la chiesa di Zocchetta, poi Montecorone, da cui si vede un altro sasso, quello di Sant’Andrea. Proprio a Montecorone, mentre faccio una breve sosta, incontro Enrico, un fotografo. Sta montando la sua attrezzatura con un teleobiettivo impressionante per scattare alcune foto per un progetto. Scambiamo quattro chiacchiere e poi mi rimetto in cammino, ancora una volta all’oscuro della bellezza che mi aspetta in quest’ultimo tratto di tappa.

Il Sasso di Sant’Andrea

Innanzitutto, il sasso di Sant’Andrea, maestoso, sul quale si può camminare e su cui Enrico mi fotografa da molto lontano (più tardi ci collegheremo sui social). Pare che questo sasso abbia un potere curativo. Non so se sia davvero così, ma sicuramente è un luogo con un’energia pazzesca. E poi, un lungo tratto di bosco fitto e buio, molto selvaggio, lungo il torrente di Monteorsello, dove vedo anche un capriolo sceso dalle colline per bere.

È proprio lì che arrivo all’Agriturismo Nonna Nella Monteorsello, dove mi accoglie Valentina. La cena è ottima e la serata piacevole, con la condivisione di racconti e chiacchiere con Valentina e altri camminatori che alloggiano nell’agriturismo.

Tappa 05: Monteorsello – Vignola

Mi sveglio prestissimo, faccio colazione e parto spedita. Ho il treno in serata e voglio avere un attimo a Vignola per bere qualcosa di fresco, ritirare l’attestato, cambiarmi e comprare le ciliegie. Il passo è veloce, ma il tempo per fermarmi a parlare con la meravigliosa signora Lucia a Guiglia, visitare il bellissimo castello di Serravalle, fare fotografie e godermi questo ultimo giorno di cammino c’è tutto.

Arrivo a Vignola in perfetto orario per fare ciò che avevo in mente e, meravigliosamente, incontro di nuovo tutte le persone con cui ho condiviso parte del cammino: S. di Sestri, con cui ho percorso un tratto dell’ultima tappa e condiviso la cena da Nonna Nella, le vicentine, con cui ci facciamo ancora quattro chiacchiere, e P., con cui avevo parlato la sera che ho dormito ai Sassi e che scopro essere amico di una mia amica milanese, anche lei grande camminatrice. Il mondo è davvero piccolo.

Facciamo una foto tutti insieme davanti alla libreria, con i nostri attestati, sorridenti e soddisfatti. Compriamo le ciliegie e poi ognuno va per la sua strada: chi verso il rientro, chi verso un’altra notte fuori prima di tornare alla vita di tutti i giorni.
Sicuramente tutti… verso nuove avventure.

Laura e il suo attestato di fine Cammino dell’Unione

Vecchie e nuove avventure…nel nostro Atlante dei Cammini d’Italia trovi tantissimi percorsi per esplorare l’Italia da Nord a Sud.

Articolo di
Laura Galli

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