Diari
06 Set 2025

Un cammino per due: Galdino e Daniela da Norcia a Montecassino, lungo il Cammino di San Benedetto

Camminare insieme è proprio bello.

Galdino e Daniela hanno scelto di raccontare la loro esperienza lungo il Cammino di San Benedetto, un viaggio a piedi che li ha condotti da Norcia fino all’Abbazia di Montecassino. Questo diario, scritto a due voci ma con un unico cuore, è la testimonianza di un cammino fatto di chilometri e panorami, di incontri, ma soprattutto di condivisione. Tappa dopo tappa, sarete accompagnati lungo sentieri e borghi dell’Umbria e del Lazio, scoprendo non solo la bellezza di questo sacro itinerario, ma anche la forza e la serenità che nascono dal vivere questa esperienza in coppia. È il racconto di due persone che, passo dopo passo, hanno trovato nel camminare insieme un modo per conoscere luoghi nuovi e, allo stesso tempo, per ritrovarsi.

Introduzione

In giugno 2021 abbiamo percorso il Cammino di San Francesco e avevamo programmato per settembre il “Cammino di San Benedetto”. Non siamo partiti con l’idea di scrivere per altri, ma per fissare ricordi ed emozioni. Dopo tanti altri cammini, questo è stato il più lungo: 14 giorni di cammino più due a Roma. Ginocchio e stanchezza erano incognite, ma la voglia di partire ha prevalso.

Sarà che non sono un “purista” dei cammini ma ho preferito prenotare da casa tutte le strutture di accoglienza preferendo quelle che fornivano lenzuola e asciugamani in modo da partire completamente scarichi di peso perché avevo proprio paura di far la fine del cammino siciliano. Siamo partiti da casa che una brutta perturbazione era appena passata e ci sono stati 11 morti nelle Marche. Il terreno i primi giorni era un po’ bagnato, ma la prima settimana ha fatto proprio bel tempo, sole di giorno e fresco la sera, poi la seconda settimana è stata un po’ più variabile con due giorni piovosi ma negli ultimi giorni è ritornato il sole che ci ha accompagnato fin su a Montecassino.

Prima di partire mi sono fatto una idea chiara sul tragitto e sulle tappe, con la guida nello zaino e le tracce GPX nel cellulare, ma con poche conoscenze dei posti e dei paesi che avremmo attraversato. A parte alcuni paesi visitati in altri cammini, tanti paesi non li abbiamo mai sentiti nominare ed è anche questo il bello del cammino, ti offre una occasione irripetibile di vedere luoghi, incontrare persone e conoscere e gustare un’Italia sconosciuta e sempre nuova.

Se anche tu come hai voglia di condividere il tuo racconto di cammino, scrivici a info@camminiditalia.org: ti invieremo tutte le indicazioni per raccontare la tua avventura! E se preferisci un contatto diretto unisciti alla nostra Community su Facebook e condividi il tuo racconto con noi e altri appassionati.

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Tappa 01: Norcia – Cascia

Arriviamo a Norcia, città già conosciuta in altri cammini. Le ferite del terremoto sono ancora visibili, ma l’accoglienza è viva. La prima tappa verso Cascia è immersa nella nebbia: salite dolci, fontanili e una lunga discesa che ci porta al paese. Qui visitiamo la Basilica di Santa Rita, unica chiesa aperta dopo il sisma. Cena semplice ma abbondante, e un pensiero di gratitudine per la giornata.

Tappa 02: Cascia – Monteleone

Partiamo con il “Sentiero di Santa Rita”, stretto e suggestivo, che collega Cascia a Roccaporena. Visitiamo i luoghi legati alla santa, poi saliamo su stradine immerse nei boschi, incontrando funghi e fontane. La giornata termina a Monteleone, borgo curato e silenzioso. L’accoglienza di Roberto e una zuppa di farro ci scaldano la sera.

Tappa 03: Monteleone – Leonessa

Scendiamo tra campi coltivati a farro e lenticchie. Attraversiamo piccoli paesi e incontriamo persone semplici che ci offrono caffè e biscotti. L’arrivo a Leonessa ci regala una piazza viva e la vista delle chiese puntellate dal terremoto. Qui la fatica lascia spazio alla gratitudine.

Tappa 04: Leonessa – Poggio Bustone

Fa freddo e partiamo tardi. La salita nel bosco è ripida, tra faggi e prati, fino a un vecchio cippo di confine. La discesa è dura per le ginocchia, ma la meta è vicina. Poggio Bustone ci accoglie austero, con poche persone e il ricordo di San Francesco. Decidiamo di saltare una tappa già percorsa in passato e raggiungiamo Rieti in autobus.

Tappa 05: Rieti – Rocca Sinibalda

Lasciata Rieti, camminiamo tra ciclamini e boschi. Una salita impegnativa ci porta a Belmonte, dove una signora ci accoglie con cibo e racconti. L’ospitalità imprevista ci commuove. Gli ultimi chilometri ci conducono a Rocca Sinibalda, dominata dal castello. Qui conosciamo Daniela, pellegrina che si unirà a noi per qualche tappa.

Tappa 06: Rocca Sinibalda – Orvinio

Partiamo accorciando la tappa grazie a un passaggio in auto. Costeggiamo il lago del Turano fino a Castel di Tora, bellissimo borgo affacciato sull’acqua. La salita verso Orvinio è faticosa ma panoramica. Arriviamo sotto la pioggia, accolti dall’ospitalità calorosa di Maurizio, che ci parla con passione del cammino. La cena condivisa con altri pellegrini è un momento di fraternità.

Tappa 07: Orvinio – Mandela

Il cammino sale subito nel bosco, tra pioggia e umidità. La discesa ci porta al paese di Licenza, poi ancora salite e discese verso Mandela. Lungo il percorso incontriamo bambini, animali e panorami improvvisi. Arriviamo stanchi ma soddisfatti, accolti in un piccolo appartamento. La pioggia accompagna la sera.

Tappa 08: Mandela – Subiaco

Accorciamo la tappa con un passaggio, poi costeggiamo il fiume Aniene su una bella pista ciclabile e sentieri ombreggiati. Arriviamo a Subiaco bagnati dalla pioggia, ma felici di visitare la chiesa di San Francesco e il centro. Una suora ci racconta con passione la storia degli affreschi. È uno dei momenti più intensi.

Tappa 09: Subiaco – Trevi nel Lazio

Visitiamo il Sacro Speco e l’Abbazia di Santa Scolastica, luoghi splendidi e pieni di spiritualità. Proseguiamo lungo la valle dell’Aniene, tra mulini e cascatelle, fino a Trevi nel Lazio. Il paese ci accoglie umido e freddo, ma la vista dai castelli e la cordialità della gente ci scaldano.

Tappa 10: Trevi nel Lazio – Collepardo

La giornata è segnata dalla pioggia. Sentieri fangosi e discese difficili ci portano a Guarcino e poi a Vico nel Lazio. L’arrivo a Collepardo sotto un temporale è memorabile: troviamo riparo sotto un capitello. La sera, finalmente asciutti, scopriamo un piccolo ristorante aperto per noi. Le difficoltà diventano ricordi preziosi.

Tappa 11: Collepardo – Casamari

Con un autobus evitiamo i tratti peggiori, visitando da lontano la Certosa di Trisulti. La discesa verso Civita è sotto vento e pioggia, ma arriviamo a Casamari accolti dall’Abbazia. La visita ai chiostri e alla chiesa ci riempie di pace. La sera partecipiamo alla messa, immersi nella spiritualità cistercense.

Tappa 12: Casamari – Arpino

Il tempo migliora e percorriamo strade tra colline e paesi. Isola del Liri ci sorprende con le sue cascate, una meraviglia inattesa. Ripartiamo verso Arpino, città di Cicerone, che ci accoglie con il suo centro storico e le mura ciclopiche. Una cena in trattoria conclude la giornata.

Tappa 13: Arpino – Roccasecca

Una lunga salita ci porta a Civitavecchia e alla Porta ogivale, poi giù per sentieri e strade fino alla valle del Melfa. Incontriamo persone generose che ci offrono caffè e racconti. Arriviamo a Roccasecca accolti dall’ospitalità dei gestori. L’aria profuma di arrivo.

Tappa 14: Roccasecca – Montecassino

Partiamo di notte sotto le stelle, guidati da Orione. La pianura è immersa nella nebbia, ma man mano il sole illumina il cammino. Salite e sentieri ci conducono al cimitero polacco, ricordo di guerra e sacrificio. Infine appare Montecassino, imponente e solenne. Entriamo nel monastero con emozione e gratitudine: 280 km di passi ci portano alla tomba di San Benedetto e Santa Scolastica. Qui il cammino trova compimento.

Conclusione

Siamo tornati contenti di questo cammino, è il più lungo e con più giorni che abbiamo percorso. Quando Daniela mi chiedeva “Quanti giorni stiamo via?” io dicevo 12, 13 perché se le dicevo 17 non so se saremmo mai partiti. Lei è così ma poi dopo averlo percorso è la persona più felice che c’è, e ne va orgogliosa. Io ho avuto qualche piccolo disturbo al ginocchio ed ho camminato con massimo rispetto, lei niente, neanche un dolorino o un attimo di stanchezza, e per questo ho anche io qualche motivo per essere orgoglioso.

Camminare insieme è proprio bello, noi siamo aperti a qualsiasi incontro ma in questo cammino sono stati veramente pochi. Siamo grati della compagnia e della vicinanza che abbiamo sentito in Federica di Arabba e Daniela di Pergine e sicuramente non dimenticheremo i pochi momenti vissuti insieme.

Un grazie particolare a chi ci ha ospitato, alle persone che abbiamo incontrato lungo il percorso ma soprattutto a chi ha progettato, predisposto e mantiene questo cammino per gente come noi che nemmeno conosce. Grazie, grazie.

Iniziativa “Cammini Aperti” –  Iniziativa finanziata con il Fondo Sviluppo e Coesione, Piano Sviluppo e Coesione a titolarità del Ministero della Cultura, “I cammini religiosi di San Francesco, San Benedetto e Santa Scolastica – Azioni trasversali” di cui è beneficiario il Ministero del Turismo.

































Articolo di
Galdino e Daniela