Un obiettivo da raggiungere: la mia Via degli Dei
Immagina di trovarti all’inizio di un viaggio straordinario, una vera e propria avventura che attraversa paesaggi mozzafiato e ti mette alla prova in ogni passo. Questa è la storia di Giulia, che ha deciso di percorrere la Via degli Dei, condividendola con la nostra community di camminatori.
Con il suo zaino in spalla e la voglia di esplorare, Giulia condivide con te ogni emozione, ogni sfida e ogni momento indimenticabile di questo cammino, che le ha insegnato che ogni traguardo è una conquista da celebrare. Prepara il tuo spirito d’avventura e unisciti a lei in questo racconto ispiratore!
Sai che anche tu puoi raccontare la tua esperienza di cammino alla community? Scrivici alla nostra mail info@camminiditalia.org e ti invieremo tutte le linee guida da seguire. Inoltre, se ti va, puoi condividerla all’interno della Community Facebook.
In questo preciso momento mi trovo seduta in completo relax sul divano, con il computer appoggiato sulle gambe a scrivere del mio percorso sulla Via degli Dei. Qualche giorno fa, a quest’ora del giorno, probabilmente mi trovavo ad affrontare una ripida salita o un’insidiosa discesa sul sentiero più noto del centro Italia. Ebbene sì, sto parlando del Cammino degli Dei e vorrei proprio raccontarti la mia storia.
Che sbadata! Non mi sono presentata: sono Giulia, ho 26 anni e mi piacciono le sfide. Ricordo ancora quando, in un noioso pomeriggio di studio, mi sono lasciata distrarre da un video che parlava della Via degli Dei. Da quel giorno, ormai due anni fa, ho aggiunto alla mia personale lista delle cose da fare nella vita il compimento di questa via e solo qualche giorno fa l’ho potuto spuntare dall’elenco, perché il 17 ottobre del 2024 ho concluso il mio cammino a Firenze, partendo a piedi da Bologna sei giorni prima. Sono partita, appunto, il 12 ottobre con la mia compagna di avventure, Lucia, il mio fidato zaino da trekking e tanta voglia di camminare ed esplorare la bellezza dell’Appennino tosco-emiliano.
Pronto ad immergerti nel cammino di Giulia?! Ti ricordiamo di scaricare l’app di Cammini d’Italia prima di partire! In un unico strumento avrai tutte le tracce dei cammini italiani, permettendoti di navigare (anche in modalità offline!). Te ne parliamo a questo link!
Tappa 01: Bologna – Brento
Ore 6 del 12 ottobre: suona la sveglia. Mi alzo, vado a fare colazione, prendo lo zaino sapientemente preparato la sera prima, con tutto il necessario o quasi, e mi faccio accompagnare alla stazione di Ancona, il punto di partenza. Il mio zaino era leggero, circa 4 kg. Avendo già fatto altri due cammini, ossia il Cammino del Salento e il Cammino di Santiago portoghese, sapevo quindi che ogni chilo in più sulle spalle equivaleva quasi certamente a una vescica; anzi, vi direi che all’aumentare del peso aumentano in modo direttamente proporzionale anche i dolori e le imprecazioni.
Nello zaino avevo un sacco a pelo, perché il cammino volevo farlo nelle stanze per saccopelisti per due motivi: il primo, perché volevo aumentare la possibilità di conoscere più persone possibile, condividere la mia esperienza e fare nuove amicizie; il secondo motivo, molto meno romantico ma sempre valido, perché costava meno delle camere private. Oltre al sacco a pelo, che occupava quasi tutto lo spazio del mio Osprey 28L, avevo leggings e una maglietta per dormire. Per camminare avevo dei pantaloni tecnici impermeabili, due magliette a maniche corte traspiranti, una felpa leggera e un antivento.
Oltre a questo, tutto il necessario per l’igiene personale, l’asciugamano, le infradito per far riposare i piedi dopo la camminata e le immancabili barrette energizzanti. E per ultimo, ma non meno importante, la borraccia. Come dite? Vi sembra poco? Beh, forse avete ragione, non avevo portato nessun farmaco e nemmeno la mia ginocchiera, pur sapendo di avere problemi alle articolazioni, ma su questo punto ci torneremo più avanti.
Arrivata a Bologna con la mia amica, andiamo a ritirare le credenziali in Piazza Maggiore, foto di rito e si parte in direzione del Santuario di San Luca. Proseguiamo spedite perché non volevamo arrivare al B&B troppo tardi. Essendo arrivate alle 11 con il treno, abbiamo veramente camminato sempre senza mai fermarci, fino ad arrivare stremate al B&B. Lì abbiamo cenato velocemente, ci siamo fatte una doccia bollente e subito a nanna, coccolate da un simpatico gattone che ha deciso di dormire con noi. Con le fusa di “Scheggia” (si chiamava così il tenero felino), mi sono addormentata serenamente pensando alla tappa del giorno dopo.
Tappa 02: Brento – Madonna dei Fornelli
Alla mattina ci siamo svegliate con il ruggito dei leoni e non con il classico canto del gallo. Ebbene sì, non sto scherzando! A pochi passi dal B&B c’è il centro di tutela e ricerca della fauna selvatica ed esotica, dove tengono in questa riserva dei magnifici leoni per la loro tutela e salvaguardia. Una volta rassicurate dai proprietari del B&B di non venire sbranate dalla fauna esotica libera, siamo partite alla conquista del Monte Adone.
Uno spettacolo incredibile, veramente emozionante! Una volta fatte tutte le foto ricordo e firmato il libro sulla croce, siamo andate verso Monzuno, dove abbiamo incontrato un gruppo di cinque amici che si stavano riposando in un bar. Anche loro percorrevano la Via degli Dei e quindi abbiamo deciso di allargare il nostro duetto; ben presto siamo diventati un gruppo di sette camminatori con un unico obiettivo in mente: arrivare alla tappa del giorno, ossia Madonna dei Fornelli.
Caso vuole che avessimo prenotato nello stesso B&B e lì abbiamo fatto un’ottima cena, con possibilità anche di menu vegano per la mia amica Lucia. Tre di questi cinque ragazzi, per nostra fortuna, sono medici e ci hanno fornito dei farmaci antidolorifici per attenuare il mio dolore alle ginocchia e il mal di gola della mia amica. Senza le loro premurose cure, non so se il giorno seguente saremmo riuscite ad affrontare il passo della Futa con la stessa spensieratezza e assenza di dolore (PS: prima o poi mi tatuerei la formula chimica dell’ibuprofene, mio fedele alleato).
Tappa 03: Madonna dei Fornelli – Monte di Fo
La terza tappa è stata per me una delle più belle. Abbiamo attraversato una foresta incantata immersa nella nebbiolina della mattina, superato il confine Emilia-Toscana e raggiunto il punto più alto del cammino, a 1204 m, dove abbiamo suonato con grande orgoglio la campanella posta sulla cima. Abbiamo anche calpestato la più antica Flaminia militare romana e, passando vicino al cimitero militare germanico, ci siamo diretti poi verso il camping che avevamo prenotato. Qui ci siamo riposati e abbiamo concluso la serata con varie caraffe di birra, una buona pizza e tanta allegria.
Tappa 04: Monte di Fo – San Piero a Sieve
Anche questa tappa è stata particolarmente intensa per via della salita al Monte Gazzaro, dove abbiamo potuto ammirare tutta la bellezza del paesaggio sottostante e vedere quanta strada avevamo percorso fino a quel momento, poiché si intravedevano anche le pale del parco eolico della seconda tappa. Dopo il Monte, si fa una lunga discesa fino al primo paesino, Sant’Agata, dove ci siamo fermati a fare merenda, e poi si prosegue fino a San Piero a Sieve, dove abbiamo dormito tutti insieme e cenato con 3 kg di pasta al pomodoro e 1 kg di latte e cereali come dessert.
Tappa 05: San Piero a Sieve – Bivigliano
Io e la mia amica abbiamo deciso di non arrivare direttamente a Firenze saltando la tappa a Bivigliano, come fa il 90% dei camminatori. Invece, abbiamo voluto prendercela con comodo, mentre gli altri ragazzi hanno percorso più di 37 km, terminando così il percorso con un giorno di anticipo rispetto a noi. Dato che la nostra tappa era breve, siamo arrivate all’ora di pranzo e quindi ci siamo potute riposare tutto il pomeriggio in preparazione dell’ultima tappa.
Ti sta piacendo il cammino di Giulia?! Se non hai idea di come puoi iniziare, ma ti piacerebbe partire scopri la nostra Guida al Primo Cammino
Tappa 06: Bivigliano – Firenze
Partenza all’alba: alle 6.30 del mattino siamo partite super cariche con le torce frontali ad illuminare la via. Dopo qualche chilometro, siamo giunte al Monte Senario e al Sacro Convento. Abbiamo attraversato una foresta di pini sapientemente potati, che rendeva il paesaggio mozzafiato. Siamo passate poi per la vetta delle croci, l’ultima salita del cammino, perché da lì a Firenze ci attendeva una lunga discesa passando per Fiesole.
Passo dopo passo, siamo arrivate alle porte di Firenze e, sempre più emozionate, abbiamo superato con incredibile commozione la piazza di Santa Maria del Fiore. In pochi minuti, siamo giunte alla destinazione finale, ossia Piazza della Signoria, al centro del capoluogo fiorentino. Io e la mia amica ci siamo abbandonate in un lungo abbraccio e subito dopo ci hanno raggiunto i nostri compagni di avventure, che ci avevano aspettato per fare la foto tutti insieme, anche se loro erano arrivati alla metà già il giorno precedente.
Che dire? Una volta all’arrivo, la stanchezza del percorso era come svanita e, nel mio cuore, sapevo di aver raggiunto anche questo ennesimo obiettivo. La gioia di essere arrivata con le mie sole forze da Bologna a Firenze, dopo 130 km di trekking, mi ha resa profondamente orgogliosa di me e mi ha fatto desiderare di mettermi ancor più alla prova con nuove sfide e avventure. Chissà cosa mi riserverà il futuro, ma per ora posso solo dire che ce l’ho fatta. A tutti coloro che vogliono intraprendere questo cammino, voglio citare una frase letta in un B&B sulla via:
NON CI SONO STRADE FACILI, MA SOLO DESTINAZIONI CHE VALGONO LA FATICA DEL CAMMINO.