Curiosità
19 Nov 2024

Grandma Gatewood: l’anima libera che camminò oltre i confini dell’età

Una figura minuta si muoveva tra gli alberi secolari del sentiero degli Appalachi. Il passo era determinato, mentre si faceva largo tra i cespugli con il suo bastone di legno. Non si trattava di un’atleta, né di una giovane avventuriera in cerca di gloria. Quella insolita figura nel bosco era una nonna di sessantasette anni, che decise di affrontare da sola uno dei cammini più difficili al mondo. Era Emma Grandma Gatewood!

Con un paio di scarpe da tennis ai piedi e un cuore pieno di desiderio di libertà, Emma – conosciuta affettuosamente come “Grandma Gatewood” – non percorse semplicemente un sentiero; lo trasformò in un racconto di forza, rinascita e ispirazione. In un’epoca in cui le donne della sua età erano destinate alla quiete domestica, lei scelse l’ignoto, il selvaggio, l’immenso. Oggi, la sua figura rimane una leggenda, un faro di speranza e determinazione per chiunque si trovi davanti a una strada impervia. Ma prima di tutto, Grandma Gatewood era una donna che sapeva ascoltare il richiamo del sentiero – e rispondere con un sorriso: “Perché no?”

Grandma Gatewood
By Stratness – Own work, CC BY-SA 3.0, Link

Un’infanzia di resilienza

Emma nacque in una famiglia numerosa e povera. Crescere in una fattoria dell’Ohio significava affrontare condizioni dure, un lavoro incessante e un forte senso di autosufficienza. Queste esperienze temprarono il suo carattere, preparandola a un futuro di sfide inaspettate. 

Da giovane, Emma sposò Perry Clayton Gatewood e insieme ebbero undici figli. Tuttavia, la sua vita matrimoniale fu segnata da violenze domestiche e abusi. Dopo anni di soprusi, Emma trovò il coraggio di lasciare il marito nel 1940, dimostrando una determinazione che sarebbe diventata il tratto distintivo della sua vita.

La nascita di un sogno

La leggenda di Grandma Gatewood ebbe inizio negli anni ’50, quando Emma, allora sessantenne, lesse un articolo sul National Geographic che descriveva l’Appalachian Trail (AT). Lungo circa 3.500 chilometri, questo sentiero attraversa 14 stati, dalla Georgia al Maine, offrendo una delle esperienze di trekking più impegnative al mondo. L’articolo presentava l’AT come un’opportunità per entrare in contatto con la natura selvaggia, ma Emma interpretò il sentiero come una sfida personale. Dopo aver cresciuto i suoi figli e aver superato decenni di difficoltà, decise che era giunto il momento di fare qualcosa per sé stessa.

By Stratness – Own work, CC BY-SA 3.0, Link

Il primo tentativo: una lezione di umiltà

Nel 1954, a 66 anni, Emma tentò per la prima volta di percorrere l’Appalachian Trail. Senza esperienza di trekking e con un equipaggiamento rudimentale, si perse quasi subito in Pennsylvania e fu costretta ad abbandonare l’impresa. Tuttavia, invece di scoraggiarsi, considerò questa sconfitta come un’opportunità per prepararsi meglio. Studiò mappe, migliorò la sua attrezzatura (sebbene continuasse a viaggiare con il minimo indispensabile) e attese con pazienza il momento giusto.

Il successo del 1955

Nel 1955, a 67 anni, Emma tentò di nuovo l’impresa. Questa volta, armata di una determinazione incrollabile e di una borsa di tela dove portava solo l’essenziale – un poncho per la pioggia, una coperta e qualche provvista – partì dal Monte Oglethorpe, in Georgia. Non indossava scarponi da trekking, ma semplici scarpe da tennis, dimostrando che non sempre l’equipaggiamento tecnico è essenziale quanto la forza di volontà.

Durante i 146 giorni necessari per completare il sentiero, Emma affrontò innumerevoli ostacoli: condizioni climatiche avverse, terreni impervi e incontri ravvicinati con la fauna selvatica. Nonostante le difficoltà, fu accolta con grande calore dagli abitanti dei villaggi lungo il percorso. La sua storia di donna anziana che affrontava una sfida così straordinaria conquistò il cuore di molti, e la notizia del suo viaggio si diffuse rapidamente.

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La semplicità come filosofia

Un aspetto affascinante di Grandma Gatewood era la sua visione minimalista del trekking. Portava con sé solo ciò che poteva trasportare comodamente, rifiutando le complicazioni di un’attrezzatura pesante. Quando i giornalisti le chiesero perché avesse deciso di intraprendere un’impresa tanto ardua, la sua risposta fu disarmante nella sua semplicità: “I thought it would be a lark. Potremmo tradurre questa frase come “Pensavo fosse una cosa leggera/divertente.” oppure “Pensavo fosse una passeggiata.”

Emma non era solo una camminatrice, ma anche una narratrice straordinaria. Amava raccontare le sue esperienze e condividere aneddoti sulle persone incontrate e le sfide superate. La sua capacità di apprezzare le piccole cose della vita – un tramonto, il canto di un uccello, la gentilezza di uno sconosciuto – rappresentava il cuore della sua filosofia.

Un impatto duraturo

Il successo del 1955 fu solo l’inizio per Grandma Gatewood. Nel 1957 percorse nuovamente l’Appalachian Trail, questa volta in direzione opposta, diventando la prima persona a completare il percorso per due volte. Nel 1964, all’età di 77 anni, lo fece per la terza volta, consolidando il suo status di leggenda.

Emma non si fermò all’AT. Negli anni seguenti percorse altri sentieri significativi, tra cui l’Oregon Trail, e promosse l’importanza di preservare i parchi nazionali e gli spazi naturali. La sua determinazione e la sua visione ispirarono una generazione di escursionisti e contribuirono a sensibilizzare il pubblico sull’importanza dell’attività fisica, indipendentemente dall’età.

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L’eredità di Grandma Gatewood

Grandma Gatewood morì nel 1973 all’età di 85 anni, ma il suo spirito vive ancora oggi. L’Appalachian Trail Conservancy e altre organizzazioni hanno celebrato il suo contributo alla cultura del trekking, e il suo nome è associato a diverse iniziative di conservazione ambientale.

La sua vita è stata raccontata in numerosi libri e documentari, tra cui “Grandma Gatewood’s Walk” di Ben Montgomery, che esplora in profondità la sua incredibile storia e il contesto sociale della sua epoca. Per molte persone, Emma è un simbolo di forza e indipendenza, un esempio di come sia possibile superare ostacoli apparentemente insormontabili con determinazione e una buona dose di ottimismo.

Conclusione

Grandma Gatewood rimane una figura iconica del trekking e della cultura americana, non solo per i suoi successi, ma anche per il suo spirito indomabile e il messaggio positivo che ha trasmesso. La sua vita ci invita a riflettere sul valore della perseveranza, della semplicità e del coraggio di vivere secondo i propri termini. Oggi, ogni escursionista che mette piede sull’Appalachian Trail porta con sé, in un certo senso, l’eredità di questa donna straordinaria.

Articolo di
Marta Fasolo

🧗‍♀️ Umile escursionista che ama fare cose nuove
🏝️ Viaggio in Italia e vivo a Maiorca
🥾 Nei miei canali parlo di cammini, trekking e natura