Piemonte
By Alessandra Lanza
23/12/2025

Chicche dal Cammino di Oropa

Lo scorso weekend ho percorso il Grand Tour del Lago d’Orta, un itinerario in 5 tappe tra le province di Novara e Verbanio-Cusio-Ossola, nato nel 2021 e ancora poco conosciuto, almeno tra chi non lavora nell’ospitalità. È stato bello scoprire che, anche in zone familiari, ci sono angoli e prospettive nuove da mostrare a chi abita lì. La stessa sensazione l’ho provata lungo il Cammino di Oropa, fondato nel 2012 e che attraversa le zone in cui sono nata cresciuta. Ho percorso per la prima volta la variante in 4 tappe da Santhià, nell’autunno 2024. Prima di allora avevo camminato quei sentieri solo occasionalmente, nelle giornate estive o invernali, ma mai con la consapevolezza di seguirne un vero percorso organizzato.

La cosa più bella è stata riscoprire luoghi familiari dal punto di vista del camminatore, acquisendo una nuova prospettiva. Il Cammino di Oropa può essere percorso a piedi o in bicicletta lungo diversi itinerari: Serra, Canavesano, Orientale, Valdostano e la CicloVia della Serra. Con soli tre giorni a disposizione ho cominciato dal Cammino della Serra: quattro tappe che si possono accorpare. Non vedo l’ora di provare anche gli altri e nel frattempo condividere alcune chicche dell’itinerario.

Tappa 1, da Santhià a Roppolo

Dopo aver attraversato le campagne e le risaie di pianura, aver salutato l’autostrada A4 Torino-Milano con una piccola sopraelevata in cui rendersi conto di quanto sia bello spostarsi a velocità di cammino anziché sfrecciare oltre i 100 km/h sopra l’asfalto, e aver raggiunto i boschi dopo Cavaglià – qui occhi aperti, nella piazzetta del paese, tra una borraccia da riempire e una piccola sosta per riposare le gambe, potreste trovare delle panchine speciali! – ecco che si arriva al Castello di Roppolo: da qui potrete godere di una vista mozzafiato sul lago di Viverone, in lontananza, che vi consiglio di raggiungere per un bagno se percorrete il cammino durante l’estate. Durante il primo giorno di cammino lo sguardo non ha modo di vagare troppo libero, ma questo panorama, dopo una salita fatta di scale, è una delle ricompense più gradite. 

A Roppolo, dove dormirà chi segue le tappe ufficiali, c’è anche il Parco degli Angeli: uno spazio verde immerso tra le colline e i vigneti, in cui ristorarsi e fare una pausa di riflessione, nel pieno silenzio e circondati di frasi da cui prendere ispirazione. Ci sono il telefono del vento, che accoglie con la scritta “Ti stavo aspettando”, un braciere alle cui fiamme affidare, per liberarsi, un pensiero, una persona, una paura. Il Parco nasce grazie all’idea di Chiara, che voleva offrire un luogo dove respirare e ritrovare leggerezza. 

Il Parco degli Angeli, foto dalla pagina Facebook del Cammino di Oropa

Tappa 2, da Roppolo a Sala Biellese e Torrazzo

A poca distanza dal tracciato principale del Cammino, nella frazione di Bose, a Magnano, si trova la Comunità Monastica di Bose, tra le più conosciute in Europa. Fondata nel 1968 dal priore Enzo Bianchi, è una comunità ecumenica in cui uomini e donne di diverse confessioni cristiane (cattolici, ortodossi, protestanti) vivono insieme secondo i ritmi del monachesimo antico, dedicandosi alla preghiera comune e alla vita fraterna. La comunità accoglie ospiti per ritiri spirituali, percorsi di riflessione e momenti di ascolto della Parola, e mantiene viva una tradizione di lavoro manuale (agricoltura, apicoltura, ceramica, tipografia, tessitura) che si intreccia con la vita contemplativa e dello studio biblico, patristico e liturgico. I frutti di quel lavoro manuale sono in vendita, tra tisane, marmellate, biscotti e molto altro. Il monastero è immerso in nella natura e si sviluppa accanto alla chiesa romanica di San Secondo.

Proseguendo verso Donato, fuori dalla traccia e parte del Cammino di Oropa Canavesano, ma raggiungibile con una piccola deviazione verso Chiaverano (Torino), a Santo Stefano di Sessano, c’è “Ansema, ristoro bioculturale”, che merita una menzione per l’aspetto culinario e culturale. Il progetto nasce dall’idea di Marta Miolo e Pietro Ganni, due giovani mossi dal desiderio di creare un luogo dove cibo, natura e cultura si incontrano e si raccontano attraverso i sapori del territorio. “Ansema” in piemontese significa “insieme”, e celebra, a partire dal nome, la comunità, la convivialità, l’inclusione, lo scambio e la socialità rispetto al consumo e, non meno importante, la sostenibilità, con l’uso in cucina di erbe spontanee, frutti di bosco e ortaggi coltivati o raccolti sul territorio per diventare piatti che seguono le stagioni.

Ansema, foto dal sito del ristoro


Tappa 3, verso il Santuario di Graglia

Arrivando a Donato, troverete molte fontane. Il paesino, famoso per le sue acque naturali, non a caso viene chiamato dal locali “paese dell’acqua”. La sua buona qualità è legata alla posizione geografica, alle altitudini e alla protezione naturale delle Alpi Biellesi: l’acqua scorre e viene filtrata da rocce granitiche antiche che la rendono microbiologicamente pura, con basso residuo minerale, leggera e praticamente inodore. Ecco che molte delle acque in bottiglia che troviamo in vendita in tutta Italia arrivano proprio da qui”

A Donato, presso la sede storica della Società Operaia, accanto al Municipio, c’è anche un centro di documentazione dedicato alla memoria storica del Paese, della Valle Elvo e della Serra Morenica che avrete appena attraversato, dove sono raccolti archivi familiari, fotografie, documenti e materiali d’epoca che raccontano la storia delle famiglie e delle attività locali. Andando verso Netro potete osservare il Mombarone, alle pendici del quale ci sono le “Bore d’Jafé”, grotte ricche di metallo: ecco che Netro diventa in passato una delle anime industriali del Biellese. Il Museo del Ferro, ospitato nelle ex Officine Rubino, conserva macchinari, utensili e disegni che raccontano secoli di lavoro artigiano e industriale. 

Prima di raggiungere il Santuario di Graglia e una delle visuali più belle di tutto il Cammino, ci sono due chicche: la prima non potrete non notarla. Mentre in lontananza vedrete stagliarsi la cupola del Santuario, ai lati dell’ultimo tratto asfaltato di percorso appariranno centinaia e centinaia di “babaccetti” (pupazzini) accuratamente installati lungo i muretti della casa di una signora del luogo, addobbata tutto l’anno per strapparvi un sorriso. C’è anche un timbro per voi!

Giunti quasi alla meta, sulla sinistra, delle indicazioni vi mostreranno una piccola salita attraverso cui raggiungere una piattaforma rivolta verso il Santuario: in quel piccolo spazio panoramico, in condizioni acustiche favorevoli (la giornata dev’essere particolarmente limpida), scandendo ad alta voce parole o frasi fino a 11 sillabe, le sentirete tornare indietro nitidamente, restituite da un’eco naturale. Si tratta dell’eco endecasillabo!

L’eco endecasillabo, foto Proloco Graglia

Tappa 4, da Santuario a Santuario

Dopo aver dormito ed essersi rifocillati presso l’ottimo e conveniente ristorante del Santuario, il quarto e ultimo giorno comincerà la tappa finale verso Oropa. Il sentiero del Cammino passa da Sordevolo, paese in provincia di Biella famoso in tutto il mondo per la sua Passione: si tratta di una rappresentazione sacra popolare che ogni cinque anni, da giugno a settembre con decine di repliche, racconta gli ultimi momenti della vita di Gesù Cristo coinvolgendo circa 400 persone del paese, tra attori, comparse e musicisti, e quasi 300 dietro le quinte, tra scenografie, costumi, allestimenti e organizzazione. La prossima edizione è programmata per l’estate 2027. A Sordevolo, dopo aver passato la piazzetta principale su cui affaccia la chiesa, non mancate il timbro nella biblioteca, legata all’Ecomuseo della Valle Elvo e Serra, dove con una piccola offerta potrete anche fare uno spuntino, bevendo un caffè, sgranocchiando qualche biscotto e facendo quattro chiacchiere con il bibliotecario. 

Da Sordevolo arriverete a Pollone, costeggiando il meraviglioso parco della Burcina “Felice Piacenza”, una riserva naturale speciale di circa 57 ettari tra i comuni di Biella e Pollone, sulle pendici di un bric (collina, in piemontese). Nata nell’Ottocento grazie all’industriale laniero Giovanni Piacenza (1811–1883), seguendo lo stile dei giardini paesaggistici inglesi in voga all’epoca, fu poi curata dal figlio Felice, che proseguì l’opera per oltre mezzo secolo, creando sentieri, boschi e soprattutto la celebre valle dei rododendri, spettacolare soprattutto a fine maggio e inizio giugno, quando fioriscono migliaia di piante coloratissime.

Il parco della Burcina e i suoi rododentri, foto piemonteitalia.eu

Oropa, la meta finale 

Il Santuario di Oropa, meta finale del Cammino, è uno dei più importanti santuari mariani delle Alpi e richiama pellegrini da tutto il mondo, parte di tanti cammini e percorsi storici, tra cui i “Cammini della Stella di Oropa”: esistono infatti otto vie storiche di accesso al Santuario, simbolicamente rappresentate da una stella a otto punte dipinta nel Sacello della Basilica Antica. Questi percorsi arrivano a Oropa da direzioni diverse, attraverso borghi e montagne, e includono sentieri locali e vie devozionali utilizzate da secoli.

C’è il Cammino Eusebiano, antico pellegrinaggio storico e devozionale che collega Vercelli a Oropa, rifacendosi alle tracce del Vescovo Eusebio di Vercelli (IV secolo), fondatore del culto mariano della Madonna Nera (102 km in 5 tappe). C’è poi la processione di Fontainemore, che parte dalla Valle D’Aosta e arriva passando per il colle della Barma: come la Passione, si svolge ogni cinque anni, ma in notturna, con canti fino all’alba. 

Un’altra via di storica arriva da Rassa, provincia di Vercelli, in Valgrande, utilizzata da pellegrini fin dai tempi antichi: il percorso supera il Colle della Colma e scende verso Oropa, passando per borghi storici come Montesinaro e Rosazza, toccando anche l’area del Santuario di San Giovanni d’Andorno lungo il tragitto. Ancora, c’è il Sentiero da Sant’Eurosia di Pralungo, più breve, che segue quello che un tempo era considerato un percorso di pellegrinaggio per gli abitanti della Valle Cervo. Infine, il Cammino di San Carlo, che si snoda da Arona, dove nacque San Carlo Borromeo, e segue i luoghi legati alla sua vita, raggiungendo il biellese e arrivando a Oropa.

Il Santuario di Oropa, foto dal sito ufficiale del Cammino di Oropa.


Il Santuario di Oropa è parte integrante di un sistema culturale e spirituale più ampio: i Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, riconosciuti dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità dal 2003. I Sacri Monti sono complessi devozionali costituiti da cappelle e architetture sacre costruiti tra la fine del XVI e il XVII secolo, distribuiti su colline o montagne e dedicati a episodi della fede cristiana — dalla vita di Cristo o della Vergine a santi o misteri del Rosario. Gli altri sono a Varallo, Crea, Orta, Varese, Ossuccio, Ghiffa, Domodossola e Valperga.

E dopo l’arrivo, se avete ancora voglia di camminare (magari il giorno dopo!) vi consiglio di raggiungere il Lago glaciale delle Bose, a 1534 metri di quota, tramite il sentiero D11a. Si parte dal piazzale di Oropa e con una breve camminata offre un angolo di tranquillità vista montagna. Nella Conca di Oropa c’è anche il neonato Sentiero “Ben Cuncià”, dedicato alla polenta concia biellese, uno dei piatti tipici del territorio in cui alla farina di mais si uniscono formaggi e burro locali. Un itinerario che unisce paesaggio e specialità culinarie per ricordarci, ancora una volta, che ogni cammino è fatto anche fatto di sapori e tavole attorno a cui ritrovarsi per condividere un momento di convivialità dopo tanta fatica! 

Per approfondimenti su queste e per molte altre curiosità potete anche fare un giro sulla pagina Facebook ufficiale del Cammino di Oropa, che ringraziamo anche per averci fornito alcune immagini! 

Articolo di
Alessandra Lanza

Giornalista, fotografa, creator e project manager: racconto cose, cammino molto, porto i miei genitori a fare cose che senza di me non farebbero e non bevo. Nel tempo che rimane continuo a camminare!

Collaboriamo con

Cammini d’Italia collabora con le più importanti realtà ed eccellenze italiane legate al mondo del trekking.