Via di Francesco da La Verna ad Assisi
Un cammino nel cuore dell’Appennino, da La Verna ad Assisi, tra paesaggi silenziosi e luoghi francescani, per vivere l’essenza spirituale di San Francesco.
La Via di Francesco da La Verna ad Assisi è un percorso spirituale e naturalistico che unisce due luoghi simbolo della vita del Santo: il Sacro Monte della Verna, dove ricevette le stimmate nel 1224, e Assisi, la sua città natale. L’itinerario si snoda prevalentemente in Umbria, attraversando alcuni dei paesaggi più intatti dell’Appennino centrale, lungo boschi silenziosi, vallate remote, antichi sentieri e borghi custodi di fede e memoria francescana. Dalla Verna, nelle ultime propaggini toscane del Casentino, il cammino si inoltra nell’Umbria attraverso la Valle Santa, toccando località profondamente legate a San Francesco come Sansepolcro, Citerna, Città di Castello, Pietralunga e Gubbio, fino ad arrivare ad Assisi, cuore spirituale del francescanesimo. Lungo il tragitto si incontrano conventi, eremi, pievi e santuari che ricordano episodi significativi della vita del Santo: l’ospitalità ricevuta, la predicazione, la vita semplice tra la gente. I paesaggi naturali, caratterizzati da boschi, crinali e piccoli centri storici, offrono un’esperienza di profondo raccoglimento, in sintonia con la spiritualità francescana. Questo tratto rappresenta il cuore geografico e spirituale del Cammino di Francesco, e si innesta nel sistema più ampio delle Vie e Cammini di San Francesco proseguendo idealmente verso Roma, seguendo le orme del Santo nella sua missione di pace, fraternità e amore per il creato.
La tratta Via/Cammino di San Francesco Assisi - Rieti - Roma parte dalla tappa numero 07 perché è preceduta dalla tratta Firenze - La Verna, o in alternativa Rimini.
Scheda Tecnica
-
Lunghezza:
190 km -
Tappe:
10 -
Dislivello medio:
560 m -
Partenza:
La Verna -
Arrivo:
Assisi -
Tipologia:
lineare -
Tema:
spirituale
STORIA
Le vie e Cammini di San Francesco è un insieme di percorsi che ripercorrono i luoghi attraversati e vissuti da San Francesco d’Assisi durante la sua vita e missione. Si tratta di un itinerario spirituale e culturale che attraversa alcune delle regioni più suggestive del Centro Italia — Umbria, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna — connettendo santuari, eremi, monasteri, pievi e borghi storici legati alla memoria del Santo. La storia del Cammino affonda le radici nel Medioevo, quando i pellegrini cominciarono a visitare i luoghi francescani per devozione, in particolare Assisi, dove Francesco nacque e morì, ma anche La Verna, dove ricevette le stimmate, e Rieti, dove trascorse lunghi periodi in quelli che ora sono i quattro Santuari francescani. Con il tempo, questi itinerari spontanei si consolidarono in tratte organizzate, tracciate secondo i movimenti documentati del Santo e i luoghi di accoglienza monastica. Nel corso dei secoli, molti di questi sentieri vennero dimenticati o inglobati da altre vie storiche, ma negli ultimi decenni si è assistito a una rinascita dei cammini francescani, grazie a un crescente interesse per il turismo lento, il pellegrinaggio e il contatto autentico con la natura e la spiritualità. Oggi il cammino è una rete riconosciuta di itinerari — come la Via di Francesco da Firenze a La Verna, la via di Francesco da La Verna ad Assisi, il Cammino di San Francesco da Rimini a La Verna, la Via di san Francesco da Assisi a Roma,l’anello della Valle Santa di Rieti — che offrono ai pellegrini moderni la possibilità di camminare nei passi del Poverello d’Assisi, riscoprendo il valore del silenzio, della semplicità e della fraternità.
SEGNALETICA
La segnaletica ufficiale del cammino è la seguente:
- Tau color ocra/giallo su sfondo blu, con la scritta “Via di Francesco” o “Cammino di Francesco”. Il Tau è il segno distintivo del francescanesimo e il logo ufficiale del cammino.
- Strisce bianche e azzurre parallele (simili alla segnaletica CAI, ma con colori specifici del cammino).
- Frecce gialle talvolta con il Tau.
CREDENZIALE
Cos’è la Credenziale del pellegrino?
La Credenziale è un documento di viaggio distingue il pellegrino da ogni altro viaggiatore. Su di essa, ad ogni tappa, si appongono le date e i timbri dei luoghi di ospitalità. Viene rilasciata da una autorità religiosa che si assume la responsabilità di ciò che essa afferma, pertanto ne deve essere fatto un uso responsabile e corretto. Coloro che intendono effettuare un pellegrinaggio a piedi, in bicicletta o a cavallo o con altri mezzi si impegnano ad accettarne il senso e lo spirito.
La Credenziale della Via di Francesco è approvata dalla Conferenza Episcopale Umbra, dalla Custodia Generale del Sacro Convento O.F.M. Conv. Assisi, dalla Provincia Serafica di San Francesco O.F.M. dell’Umbria, dalla Provincia Serafica O.F.M. Cappuccini dell’Umbria, dalla Provincia Serafica di San Francesco O.F.M. Conv. dell’Umbria e dalla Provincia di San Francesco d’Assisi del T.O.R. .
Come si ottiene?
La Credenziale del pellegrino va richiesta almeno 3 settimane prima della partenza ( 2 mesi per spedizioni fuori dall’Italia) per consentire l’invio tramite servizio postale. Se non siete certi del giorno esatto di partenza, indicatelo nel modulo di richiesta qui sotto. Il servizio di invio è gratuito ed è svolto a cura dell’Ufficio della Credenziale presso la PiccolAccoglienza della Diocesi di Gubbio. Si consiglia un’offerta libera all’ufficio della Credenziale per coprire le spese di spedizione e sostenere i costi del servizio.
PER SAPERNE DI PIÙ
PORTALI REGIONALI
ALTRI SITI UTILI
Italia.it – Cammini Spirituali
Iniziativa “Cammini Aperti” – Iniziativa finanziata con il Fondo Sviluppo e Coesione, Piano Sviluppo e Coesione a titolarità del Ministero della Cultura, “I cammini religiosi di San Francesco, San Benedetto e Santa Scolastica – Azioni trasversali” di cui è beneficiario il Ministero del Turismo.
TAPPA 07
TAPPA 07: Da La Verna all’Eremo di Cerbaiolo
Partenza: La Verna
Arrivo: Eremo di Cerbaiolo
Distanza: 21 km
Dislivello: +560 m / – 930 m
Fondo stradale: Asfalto (25%) e sterrato (55%), non asfaltato (20%)
Posto a cavallo tra due valli, il santuario francescano della Verna si lascia alle spalle insieme alle sue foreste sacre, mentre il cammino si volge verso il lembo più orientale della Toscana: l’Alta Valle del Tevere. È qui che, seguendo le orme di Francesco sulla via che lo condusse ad Assisi, si continua a camminare immersi in boschi incantevoli e paesaggi d’altura. Dopo aver superato la Croce della Calla, si raggiunge la cima del Monte Calvano, a 1.254 metri di altitudine, il punto più alto del cammino. Da qui lo sguardo abbraccia un panorama mozzafiato: radure aperte, profili montuosi, pascoli e il crinale del Pratomagno disegnano scenari che sembrano usciti da un dipinto. L’itinerario si snoda tra valichi e cime, offrendo continue sorprese paesaggistiche prima di iniziare a scendere dolcemente verso Pieve Santo Stefano. Questo borgo di confine tra Toscana, Umbria e Romagna è noto come la Città del Diario: qui ha sede l’Archivio Diaristico Nazionale, che conserva oltre 7.000 memorie autobiografiche — lettere, taccuini, scritture private — oggi accessibili al pubblico grazie anche al suggestivo allestimento del Piccolo museo del diario. La tappa si conclude poco oltre, presso l’eremo di Cerbaiolo, antico edificio sacro donato a San Francesco nel 1216, abitato per secoli dai frati minori francescani. Immerso nel silenzio e nella natura, il luogo conserva ancora intatto il fascino della spiritualità e dell’essenzialità francescana.
TAPPA 07a
TAPPA 07a: Da La Verna a Caprese Michelangelo – Direttrice VIA CAPRESE MICHELANGELO
Partenza: La Verna
Arrivo: Caprese Michelangelo
Distanza: 20.9 km
Dislivello: +680 m / – 1180 m
Fondo stradale: Asfalto (25%) e sterrato (55%), non asfaltato (20%)
Dopo aver lasciato il Santuario della Verna — luogo mistico dove la natura si fa preghiera e il silenzio accompagna la memoria delle stimmate — il cammino scende verso Chiusi della Verna, ultimo borgo del Casentino prima di entrare nella Valtiberina. Qui il paesaggio cambia volto, ma non perde intensità: tra i fitti boschi di faggi secolari, una radura accoglie uno dei luoghi più toccanti del percorso, l’Eremo della Casella.Situato sulla cima del Monte Foresto, l’eremo fu costruito in memoria dell’ultimo saluto di Francesco al monte della Verna. Piccola cappella con romitorio, è stato rifugio per pellegrini e viandanti lungo i secoli, immerso in un silenzio che ancora oggi invita al raccoglimento e alla contemplazione.Attraversando i paesaggi solitari e suggestivi dell’Alpe di Catenaia, si giunge infine a Caprese Michelangelo, cuore della cosiddetta “piccola valle di Dio” per la spiritualità che aleggia tra le sue valli e i suoi boschi. In antica rivalità con Chiusi della Verna per il titolo di patria di Michelangelo Buonarroti, fu riconosciuta come sua terra natale nel 1875: l’antico castello del borgo ospita oggi la casa natale del maestro e il Museo Michelangiolesco, custode della memoria e dell’arte.Caprese è anche terra di sapori autentici: i marroni DOP, che maturano nei suoi castagneti, e i prodotti del sottobosco — funghi, tartufi — impreziosiscono le tavole locali con ricette semplici e genuine. Numerose anche le architetture religiose disseminate nei dintorni, segni di una devozione che ha attraversato i secoli.Una tappa che unisce bellezza naturale, arte, spiritualità e gusto: perfetta per chi cerca, nel cammino, una forma alta e completa di armonia.
TAPPA 07b
TAPPA 07b: Da Caprese Michelangelo ad Anghiari – Direttrice VIA CAPRESE MICHELANGELO
Partenza: Caprese Michelangelo
Arrivo: Anghiari
Distanza: 25.4 km
Dislivello: +710 m / – 890 m
Fondo stradale: Asfalto (41%) e sterrato (41%), non asfaltato (18%)
Dalla terra natale del Genio del Rinascimento, Caprese Michelangelo, il cammino riprende seguendo le orme di San Francesco verso il castello di Montauto, attraversando paesaggi rurali armoniosi e luoghi sacri che arricchiscono di fede ogni passo. Si passa per la frazione di San Cristoforo e per la chiesa di San Paolo, immersi in una campagna silenziosa e autentica, fino a raggiungere il piccolo borgo agreste di Selva Perugina. Poco distante, incastonato tra i castagni, sorge il santuario della Madonna della Selva, nato sul luogo di un’apparizione mariana presso una cappella nel bosco. Al suo interno si conserva un antico affresco del XIV secolo raffigurante la Madonna del Latte, da secoli oggetto di pellegrinaggi e profonda devozione. L’itinerario prosegue ai margini della riserva naturale dei Monti Rognosi, conducendo infine nei pressi del castello di Montauto, costruito nel XII secolo in posizione panoramica. Ancora oggi di proprietà della nobile famiglia Barbolani, fu luogo caro a Francesco, che qui fu ospitato più volte durante i suoi spostamenti tra La Verna e Assisi. È proprio qui che, sentendo la morte vicina, donò la sua tonaca al conte Alberto II Barbolani, come segno di amicizia e gratitudine: un gesto che ha lasciato traccia concreta, poiché la tonaca è oggi conservata come reliquia al Santuario della Verna. Le testimonianze francescane lungo il cammino si fanno via via più dense: il tabernacolo di San Francesco e una sorgente a lui dedicata indicano che si è prossimi ad arrivare ad Anghiari, borgo medievale intriso di storia e spiritualità. Celebre per l’omonima battaglia combattuta nel 1440 tra fiorentini e milanesi, Anghiari è anche terra di chiese e devozione: tra queste, la chiesa della Croce conserva un forte legame con il passaggio del Santo. Una tappa ricca di storia, arte e fede, che conduce il pellegrino tra luoghi poco noti ma profondamente segnati dal carisma di Francesco e da una spiritualità che sa ancora parlare al cuore.
TAPPA 08
TAPPA 08: Da Eremo di Cerbaiolo a Montagna
Partenza: Eremo di Cerbaiolo
Arrivo: Montagna
Distanza: 17.2 km
Dislivello: +500 m / – 590 m
Fondo stradale: Asfalto (7%) e sterrato (65%), non asfaltato (28%)
A strapiombo su un costone roccioso, l’impervio romitorio di Cerbaiolo sorprende per la sua bellezza mistica e selvaggia. Il suo fascino, che richiama quello del santuario della Verna, è espresso da un detto popolare secondo cui “chi ha visto La Verna e non Cerbaiolo, ha visto la madre e non il figliolo”. Il cammino prosegue verso Sansepolcro, città natale di Piero della Francesca, attraversando l’Alpe della Luna: una riserva naturale d’alto crinale, dove si alternano boschi secolari, pascoli e spettacolari pareti rocciose di arenaria e marna. Tra queste, la Ripa della Luna domina il paesaggio con i suoi oltre 1.400 metri di altitudine, regalando scorci spettacolari sull’Appennino toscano. A metà percorso si attraversa il ponticello sul Fosso di Stianta, affluente del Tignana, le cui acque scendono dal Monte dei Frati, arricchendo di suoni il silenzio del bosco. La tappa si conclude in località Montagna, frazione appartata di Sansepolcro incastonata ai piedi dell’Alpe, fatta di case in pietra e ritmi lenti. Oltre alla bellezza dell’ambiente, Montagna custodisce luoghi di fede: la chiesa di San Michele Arcangelo e la cappella del Beato Ranieri, frate francescano originario di Sansepolcro, che dedicò la vita ai poveri e che, alla sua morte, fu subito venerato come uomo di grande carità e umiltà.
TAPPA 09
TAPPA 09: Da Montagna a Sansepolcro
Partenza: Montagna
Arrivo: Sansepolcro
Distanza: 11.7 km
Dislivello: +180 m / – 510 m
Fondo stradale: Asfalto (42%) e sterrato (42%), non asfaltato (16%)
Tra paesaggi montani e boschi fiabeschi che avvolgono il piccolo borgo di Montagna, il cammino prosegue verso uno dei luoghi più significativi della spiritualità francescana: il convento di Montecasale. Circondato da una natura incontaminata, il convento sorse sui resti di un’antica fortificazione militare. In seguito, l’ordine camaldolese lo trasformò in uno spedale per viandanti, prima di cederlo, nel 1213, a San Francesco e ai suoi frati, che vi rimasero fino al 1268. Il luogo è intriso di memoria e leggenda: si racconta che proprio qui il Santo fece scaturire miracolosamente l’acqua da una fonte che ancora porta il suo nome, e che, ai piedi del Sasso Spicco — un grande masso sporgente dal quale si forma una cascata — Francesco intonasse le lodi a Dio in una singolare gara di canto con un usignolo. Attraversando il sito preistorico del Gorgo del Ciliegio, dove il torrente Afra crea un angolo di suggestiva bellezza, il percorso scende infine verso Sansepolcro. Antico borgo di fondazione medievale, custodisce tesori d’arte e spiritualità: la chiesa di San Francesco, testimonianza della devozione francescana, e le opere di Piero della Francesca, che qui nacque, custodite in musei e palazzi storici. Viva è anche la tradizione artigiana, in particolare la produzione del merletto, celebre per finezza e bellezza, mentre la gastronomia locale mescola i sapori della Toscana più autentica con l’eredità di una delle aziende simbolo del Made in Italy: la Buitoni, nata proprio qui nel primo Ottocento da un piccolo laboratorio familiare.
TAPPA 10
TAPPA 10: Da Sansepolcro a Citerna
Partenza: Sansepolcro
Arrivo: Citerna
Distanza: 11.7 km
Dislivello: +230m / – 93 m
Fondo stradale: Asfalto (85%) e sterrato (15%)
Scolpita sulla porta del Duomo di Sansepolcro, l’immagine del pellegrino con bastone e bisaccia accompagna idealmente il viandante moderno, creando un legame di continuità con coloro che, nei secoli, hanno percorso questi luoghi mossi dalla fede o dalla ricerca interiore. La tappa, di circa quattro ore, si snoda su un terreno prevalentemente pianeggiante, tra campi coltivati e antichi casali che punteggiano la campagna. Usciti dal centro urbano, prestando attenzione al traffico veicolare nei primi chilometri, ci si immerge rapidamente nelle strade di campagna che conducono al confine con l’Umbria, terra profondamente legata alla figura di San Francesco.Il paesaggio si fa più dolce, le salite diventano lievi, e si giunge a Citerna, borgo fortificato tra i più belli d’Italia, che domina l’Alta Valle del Tevere da un colle strategico. Un tempo luogo di avvistamento, oggi è un piccolo gioiello da esplorare con lentezza.Nel cuore del borgo meritano una sosta la Chiesa-Museo dedicata a San Francesco — dove si tramanda la curiosa storia del ritrovamento di una Madonna attribuita a Donatello — e la Chiesa di San Michele Arcangelo, che conserva importanti opere d’arte, come una Crocifissione del Pomarancio e una Madonna con Bambino della scuola dei Della Robbia. Da non perdere infine l’insolito camminamento coperto lungo le mura, che regala scorci suggestivi e un’immersione nell’atmosfera medievale del paese.
TAPPA 10a
TAPPA 10a: Da Sansepolcro ad Anghiari – Direttrice VIA SANSEPOLCRO
Partenza: Sansepolcro
Arrivo: Anghiari
Distanza: 14 km
Dislivello: +190m / – 90 m
Fondo stradale: Asfalto (52%) e sterrato (48%)
Da Sansepolcro, gioiello dell’Alta Valtiberina e importante crocevia dei pellegrinaggi francescani tra Assisi e La Verna, il cammino prosegue in direzione di Anghiari, meta finale della Via di Francesco in terra toscana. Una tappa breve nei chilometri, ma densa di spiritualità e suggestioni storiche, che si snoda lungo il confine tra Toscana e Umbria. Costeggiando per un tratto il fiume Tevere, si raggiunge la frazione di Gricignano, piccolo borgo devoto a San Francesco, dove ancora oggi si celebrano momenti dedicati al Santo. Entrati nel territorio di Anghiari, il percorso tocca luoghi che raccontano secoli di fede e cultura. Tra questi la pieve romanica di Santa Maria a Corsano, in località San Leo, che custodisce un affascinante Madonna del Latte, affresco trecentesco di scuola aretina. Poco più avanti si scorge il Castello di Sorci, fortificazione di origini medievali avvolta da leggende e storie misteriose: si narra che le sue stanze siano ancora abitate da presenze invisibili. Un luogo talmente suggestivo da ispirare anche il cinema: qui vennero girate alcune scene del celebre film Non ci resta che piangere, con Roberto Benigni e Massimo Troisi. Tra saliscendi e scorci panoramici sulla vallata, il percorso si avvicina infine ad Anghiari, uno dei Borghi più Belli d’Italia, incastonato su un crinale e noto per la sua straordinaria bellezza architettonica. La sua fama è legata anche alla celebre Battaglia di Anghiari del 1440, combattuta tra la Repubblica Fiorentina e le truppe dei Visconti di Milano, un episodio epico reso immortale dal genio di Leonardo da Vinci. Un arrivo che unisce memoria e bellezza, ideale conclusione del tratto valtiberino del Cammino di Francesco.
TAPPA 10b
TAPPA 10b: Da Anghiari a Monterchi (Petretole)- (Tappa di raccordo del tratto La Verna-Anghiari con le vie di Francesco in Umbria; l’itinerario si interseca in località Bertine, tra Sansepolcro e Anghiari)
Partenza: Anghiari
Arrivo: Monterchi
Distanza: 11.3 km
Dislivello: +400 m / – 280 m
Fondo stradale: Asfalto (38%) e sterrato (62%)
Tra le dolci colline della Valtiberina, la via di Francesco toscana incontra e si fonde con quella umbra, in un itinerario di passaggio che non conosce confini, ma solo continuità di paesaggio, storia e spiritualità. Il cammino si interseca in località Bertine, tra Sansepolcro e Anghiari, snodandosi lungo il crinale che separa – e allo stesso tempo unisce – Toscana e Umbria, prima di confluire definitivamente in terra umbra. In pochi passi si attraversa il confine regionale per immergersi nelle morbide colline umbre, dove si incontra il monastero del Santissimo Crocifisso e di Santa Maria. Secondo la tradizione, San Francesco avrebbe qui predicato davanti all’immagine del Crocifisso, lasciando una traccia viva del suo passaggio. Il cammino giunge poi a Citerna, uno dei Borghi più belli d’Italia, abbarbicato su un colle che domina l’Alta Valle del Tevere. Borgo intimo e raccolto, dove ancora oggi si conservano testimonianze legate al Santo: la chiesa di San Francesco, custode di un piccolo tesoro d’arte sacra, tra cui spicca la Madonna col Bambino in terracotta attribuita a Donatello. Nel monastero di Santa Elisabetta, le suore del Terzo Ordine Francescano proseguono nel silenzio la loro opera spirituale, rendendo Citerna un luogo di accoglienza e contemplazione. Lasciato questo scorcio di Umbria, si rientra brevemente in Toscana, per raggiungere Monterchi, borgo immerso nella natura e nella memoria di Piero della Francesca. Qui, nella cappella di Santa Maria a Momentana, è custodito uno dei capolavori dell’artista: la celebre Madonna del Parto, espressione sublime di devozione e bellezza. Nei pressi della chiesetta rurale dei Santi Sisto e Apollinare a Petretole, il tracciato toscano termina ufficialmente, congiungendosi con quello umbro. Da qui il cammino prosegue in direzione di Città di Castello, secondo quanto riportato nella tappa 11b (Citerna – Monterchi – Città di Castello), attraversando paesaggi che continuano a parlare al cuore del pellegrino.
TAPPA 11
TAPPA 11: Da Citerna a Città di Castello
Partenza: Citerna
Arrivo: Città di Castello
Distanza: 19.4 km
Dislivello: +667 m / – 845 m
Fondo stradale: Asfalto (30%) e sterrato (70%)
Dopo le asprezze dei rilievi appenninici, il cammino si addolcisce seguendo l’andamento morbido della valle dell’Alto Tevere, in un tratto di circa 20 km dal passo piacevole e disteso. Le salite sono leggere e intervallate da facili discese, immerse in un paesaggio rurale fatto di campi coltivati, querce, ippocastani e roverelle. Si attraversano piccoli borghi e strade secondarie, punteggiate da fontanelle e aree di sosta, ideali per ristorarsi. Tra le sorprese più curiose lungo il percorso, un allevamento di bufale dove si produce una deliziosa mozzarella artigianale. Giunti in località Le Burge, la vista si apre su un ampio scorcio della Valle del Tevere, con le sue colline coperte di boschi, punteggiate da chiese, pievi e paesi di pendio: un panorama umbro tra i più caratteristici. Alcuni tratti esposti al sole richiedono attenzione: cappello e borraccia diventano compagni indispensabili. In località Lerchi si costeggia la fondazione “Archeologia Arborea”, visitabile su prenotazione, che custodisce antiche varietà di piante da frutto salvaguardando la biodiversità agricola del territorio. Poco oltre, una croce in ferro e una piccola edicola votiva annunciano l’Eremo del Buon Riposo, luogo della sosta di San Francesco secondo la tradizione, immerso nella quiete e nella semplicità. Il tratto finale in discesa conduce alla raffinata facciata del Duomo di Città di Castello, meta della giornata e città d’arte per eccellenza. Qui si respira una cultura antica: dalle chiese monumentali di San Domenico e San Francesco, alla casa natale del grande artista del Novecento Alberto Burri, celebrate nei due musei a lui dedicati. Da non perdere il Museo Diocesano, custode del preziosissimo Tesoro di Canoscio, raro esempio di corredo liturgico paleocristiano.
TAPPA 11b
TAPPA 11b: Da Citerna a Monterchi – Città di Castello – Altra direttrice
Partenza: Citerna
Arrivo: Monterchi – Città di Castello
Distanza: 21.1 km
Dislivello: +697 m / – 872 m
Fondo stradale: Asfalto (25%) e sterrato (75%)
Dal borgo medievale di Citerna, adagiato su un colle da cui si domina l’intera Alta Valle del Tevere, il cammino può proseguire lungo un percorso alternativo che attraversa le terre di confine tra Umbria e Toscana, offrendo una variante affascinante e ricca di suggestioni artistiche e paesaggistiche. L’itinerario conduce a Monterchi, piccolo borgo toscano noto in tutto il mondo per custodire uno dei più celebri capolavori del Rinascimento: la Madonna del Parto di Piero della Francesca, esposta nell’omonimo museo. Un’opera straordinaria, che colpisce per la sua potenza simbolica e la raffinatezza espressiva. Passare da Monterchi significa arricchirsi di meraviglia e bellezza, con la sensazione di aver toccato con mano un frammento dell’arte eterna. Il cammino prosegue dolcemente fra colline punteggiate di ulivi e cipressi, attraversando paesaggi armoniosi che si aprono sulla Valle del Tevere e sulle cime dell’Appennino. È un tratto che invita alla contemplazione, con scorci che sembrano dipinti da un pennello rinascimentale e che accompagnano il pellegrino in un silenzio rigenerante. Avvicinandosi a Città di Castello, il tracciato costeggia agriturismi e accoglienze immerse nella natura: luoghi ideali per una sosta, dove ritrovare energie e contatto diretto con l’autenticità del territorio. Dalla località Le Burgne, è possibile ricollegarsi al tracciato principale, seguendo le indicazioni riportate per la tappa successiva.
TAPPA 11c
TAPPA 11c: Da Anghiari ad Arezzo – Direttrice VIA DI AREZZO
Partenza: Anghiari
Arrivo: Arezzo
Distanza: 24.1 km
Dislivello: +720 m / – 860 m
Fondo stradale: Asfalto (31 %) e sterrato (69 %)
Voltate le spalle alle mura medievali di Anghiari, borgo che incarna in sé storia, arte e tradizioni culinarie, noto anche per l’omonima battaglia, il cammino scende dal colle che lo ospita per entrare subito in contatto con un luogo di grande suggestione spirituale: la pieve di Santa Maria alla Sovara. Chiesa romanica in pietra risalente probabilmente all’XI secolo, introduce una tappa ricca di luoghi della fede e testimonianze storiche. Attraversando paesaggi rurali che sfumano dolcemente dal cuore della Valtiberina verso il territorio aretino, il percorso incontra graziose chiese campestri, come quella di San Biagio in località Valialle e Santa Maria Assunta, fino a giungere alle affascinanti rovine del castello dei Tarlati di Pietramala, antica fortificazione della potente famiglia medievale. Poco oltre, si svela al pellegrino il santuario della Madonna del Giuncheto, costruito sul luogo di un’apparizione mariana a una giovane fanciulla. Giunti ormai alle porte di Arezzo, la città si offre in tutta la sua bellezza storica, intreccio di fascino e spiritualità. Dalle architetture eleganti di piazza Grande, ai sontuosi palazzi spesso sede di musei, fino ai sapori irresistibili della cucina locale, Arezzo conquista con la sua autenticità. Tra le tappe irrinunciabili: il Duomo, con opere di Andrea della Robbia e Piero della Francesca, e la basilica di San Francesco, che dietro la sua sobria facciata custodisce uno dei più straordinari cicli di affreschi dell’arte italiana, le Storie della Vera Croce del grande maestro biturgense.
TAPPA 12c
TAPPA 12c: Da Arezzo a Pieve di Rigutino – Direttrice VIA DI AREZZO
Partenza: Arezzo
Arrivo: Pieve di Rigutino
Distanza: 17.3 km
Dislivello: +460 m / – 390 m
Fondo stradale: Asfalto (69 %) e sterrato (31%)
Terrazza collinare sulla Toscana, salotto rinascimentale e patria di illustri personaggi come Petrarca e Vasari, Arezzo domina dall’alto un mosaico di vallate – Valtiberina, Casentino, Valdarno e Valdichiana – che da qui si iniziano a incontrare nel loro digradare verso la pianura. Il cammino si allontana dalla città immergendosi subito nella natura, lambendo il bosco di Sargiano, area protetta di pregio naturalistico e spirituale, dove sorge, nascosto tra gli alberi, un ex convento francescano. Edificio sacro carico di quiete e raccoglimento, segno tangibile del legame profondo tra uomo e natura. Si prosegue tra paesaggi rurali armoniosi, ammirando antiche dimore storiche come il castello di Policiano e pievi silenziose come San Quirico alla Sassaia, chiesetta posta alle pendici del Monte Lignano, fino a giungere nel cuore della Valdichiana: Castiglion Fiorentino. Il borgo accoglie il pellegrino con la sua torre del Cassero, che svetta tra le case a ricordare un passato medievale, e con i suoi tesori ancora più antichi: l’impianto urbanistico e le testimonianze etrusche riaffiorate dagli scavi. Nel centro storico si alternano chiese e palazzi di pregio, come la chiesa di San Francesco, semplice fuori ma ricca dentro, che conserva affreschi di intensa spiritualità dedicati al Santo. Lungo i vicoli del borgo si respirano storia e autenticità, anche a tavola: qui, nella terra della chianina, antica razza bovina allevata da secoli, la cucina esprime al meglio i sapori decisi e generosi della tradizione toscana.
TAPPA 13c
TAPPA 13c: Da Pieve di Rigutino a Cortona – Direttrice VIA DI AREZZO
Partenza: Pieve di Rigutino
Arrivo: Cortona
Distanza: 28.5 km
Dislivello: +700 m / – 570 m
Fondo stradale: Asfalto (58 %) e sterrato (35%), non asfalto (7%)
Ultima tappa, ma non per questo meno generosa di meraviglie: il cammino volge al termine tra le pieghe della Valdichiana, verso l’elegante Cortona, città nobile e inespugnabile, scrigno di storia, arte e spiritualità.Uscendo da Castiglion Fiorentino, lo sguardo è subito attratto dall’imponente castello di Montecchio Vesponi, una fortezza medievale dalle linee pure, ritratta dal Beato Angelico e tra le meglio conservate della Toscana. La valle si apre dolcemente in un susseguirsi di colline, oliveti centenari e paesaggi senza tempo, ma a stupire sono anche le tracce di un passato molto più antico: il cammino intercetta infatti la Tomba di Mezzavia, testimonianza etrusca arcaica incastonata nel verde, parte del Parco Archeologico di Cortona, che prepara l’animo al viaggio nella civiltà etrusca.Prima di entrare in città, un luogo unico pervade di pace e raccoglimento il pellegrino: è l’eremo delle Celle, costruito nel XIII secolo e primo convento fondato da San Francesco. Sospeso tra roccia e foresta, è qui che il Santo avrebbe composto il suo testamento spirituale: il silenzio delle celle e il suono dell’acqua che scorre nel ruscello incantano ancora oggi.Risalendo le pendici del Monte Sant’Egidio, il cammino si chiude con la visione di Cortona, adagiata sul crinale con la grazia di una regina. Set di film e romanzi, patria del MAEC – Museo dell’Accademia Etrusca, e dei piaceri della tavola toscana, è una meta che unisce bellezza, autenticità e spiritualità, offrendo l’abbraccio perfetto a chi ha percorso queste strade sulle orme di Francesco.
TAPPA 12
TAPPA 12: Da Città di Castello a Pietralunga
Partenza: Città di Castello
Arrivo: Pietralunga
Distanza: 31 km
Dislivello: +1120 m / – 859 m
Fondo stradale: Asfalto (20 %) e sterrato (78%), non asfalto (2%)
Una tappa lunga, di circa 31 km, ma adattabile alle esigenze e al passo del pellegrino grazie alla presenza di numerose accoglienze lungo il percorso, che permettono di suddividerla e affrontarla con maggiore serenità. Si cammina immersi nella natura, salendo e scendendo tra le colline umbre, attraversando paesaggi di silenzio e bellezza discreta, dove ogni passo avvicina alla meta. Uscendo da Città di Castello, ci si lascia alle spalle le sue geometrie rinascimentali e le vie eleganti per inoltrarsi tra boschi e sentieri esposti, spesso assolati, in direzione della cittadina di Pietralunga. Dopo circa 6 km si raggiunge la località Il Sasso, punto di sosta strategico e ultimo luogo utile per rifornirsi di acqua e viveri prima del tratto più impegnativo. Da qui inizia una salita progressiva che conduce verso uno dei “luoghi del cuore” del Cammino: Pieve de’ Saddi, sito simbolo della prima cristianizzazione dell’Alta Valle del Tevere. Antico centro spirituale, accoglie ancora oggi i viandanti offrendo un tempo di rigenerazione e quiete. Il percorso prosegue tra saliscendi continui, campi aperti e valli silenziose, offrendo vedute ampie e momenti di profonda pace. Non mancano punti di sosta dove recuperare le forze e prepararsi all’ultimo tratto, una discesa seguita da una salita che introduce a Pietralunga, piccolo borgo umbro sospeso nel tempo, accogliente e raccolto. Lunghezza e dislivello rendono questa tappa impegnativa, ma affrontabile con calma e consapevolezza, approfittando delle soste intermedie per ascoltare il ritmo del proprio passo e il respiro del paesaggio.
TAPPA 13
TAPPA 13: Da Pietralunga a Gubbio
Partenza: Pietralunga
Arrivo: Gubbio
Distanza: 26.1 km
Dislivello: +704 m / – 758 m
Fondo stradale: Asfalto (65 %) e sterrato (35%)
Una tappa di circa 26 km che si sviluppa lungo strade secondarie e antiche mulattiere, attraversando paesaggi che sembrano restare in ascolto del passo del pellegrino. Le salite e le discese si affrontano con calma, e l’andamento del percorso – dapprima montano, poi pianeggiante – accompagna il ritmo della giornata. La prima parte si svolge nel silenzio delle valli umbre, tra boschi ombrosi e piccoli paesi, punteggiata da eremi, abbazie e chiese, spesso chiuse ma sempre pronte a offrire riparo sotto le loro fronde e i muri antichi. Si cammina senza difficoltà, circondati da boschi e prati aperti, che regalano vedute ampie sulle colline circostanti. Superato un bosco di conifere, si prosegue su tratti asfaltati, fino a quando – quasi all’improvviso – si apre la piana di Gubbio, con la sua geometria di campi coltivati e pioppeti che accompagnano i canali di irrigazione. In località Loreto, il paesaggio cambia definitivamente: la natura selvaggia lascia spazio a un ambiente più antropizzato, dove si avvistano le prime case, le coltivazioni, le chiese. Si giunge su un belvedere alberato accanto alla chiesa di San Giovanni Battista, affacciandosi sull’ultima discesa verso Abbadia di Piazza. Da qui il percorso, sotto il sole, si fa più rettilineo e asfaltato, fiancheggiato da querce secolari e, più avanti, dalla “Fonte del pellegrino”, dono recente ai viandanti da parte della comunità di San Venanzio. L’arrivo a Gubbio è un dono per gli occhi e per il cuore. Tra le sue pietre antiche e le sue piazze silenziose si avverte subito il forte legame con San Francesco, che qui visse uno degli episodi più noti della sua vita. Il cammino si conclude davanti alla chiesa a lui intitolata, dove una statua tenera e semplice ritrae il Santo accanto al lupo che riuscì ad ammansire: una scena che commuove e accoglie, simbolo di pace ritrovata e di armonia tra l’uomo e il creato.
TAPPA 14
TAPPA 14: Da Gubbio a Eremo di San Pietro in Vigneto
Partenza: Gubbio
Arrivo: Eremo di San Pietro in Vigneto
Distanza: 16.3 km
Dislivello: +396 m / – 436 m
Fondo stradale: Asfalto (80 %) e sterrato (20%)
Questa tappa ricalca, in senso inverso, uno dei momenti più intensi della vita di San Francesco. Dopo essersi spogliato di ogni bene terreno davanti al vescovo di Assisi, fu proprio verso Gubbio che si diresse, accolto come un fratello dall’amico Spadalonga. Camminare oggi lungo questa strada significa ripercorrere l’inizio di una nuova vita, fatta di libertà, povertà e accoglienza. Numerose sono le opportunità di sosta e ospitalità lungo il percorso, che si apre con un tratto su asfalto in uscita da Gubbio – da affrontare con attenzione – prima di immergersi in strade sterrate e più tranquille. Salendo dolcemente verso il crinale, vale la pena voltarsi un’ultima volta per salutare la città che ha accolto il Santo e che resta alle spalle come un sigillo di bellezza e memoria. Il paesaggio si apre tra la valle del Chiascio e le antiche fortificazioni adagiate sui pendii. In lontananza, nelle giornate limpide, si distingue la sagoma del Monte Subasio, sentinella naturale che guida i passi verso Assisi. Lungo il cammino si raggiunge la chiesetta delle Ripe, o Madonna delle Grazie: piccolo edificio immerso nel silenzio, custode di memorie e preghiere lasciate dai pellegrini di ieri e di oggi. Fermarsi qui è quasi naturale, per raccogliere il pensiero e lasciar parlare il cuore. Il cammino prosegue tra boschi di conifere, e l’aria si fa più sottile e fragrante. Si giunge infine all’Eremo di San Pietro in Vigneto, luogo di silenzio e accoglienza. È qui che Francesco fu ospitato con riluttanza, destinato al lavoro umile della cucina. Ma è proprio in queste sfide, in questi gesti nascosti, che si rivela la profondità di un’esperienza che il pellegrino moderno può ancora vivere: un cammino dell’anima, scolpito nella fatica e nella gratitudine.
TAPPA 15
TAPPA 15: Da Eremo di San Pietro in Vigneto a Valfabbrica
Partenza: Eremo di San Pietro in Vigneto
Arrivo: Valfabbrica
Distanza: 21.9 km
Dislivello: +760 m / – 927 m
Fondo stradale: Asfalto (20%) e sterrato (70%), non asfalto (10%)
Dall’area solitaria e verdeggiante della Val di Chiascio, nei pressi dell’Eremo di San Pietro in Vigneto, il cammino riprende in discesa, per poi affrontare una nuova e più impegnativa salita che conduce fino alla Chiesa di Caprignone. Situata in una radura ombrosa, questa piccola chiesa offre un riparo fresco e silenzioso, ideale per una sosta rigenerante. Il percorso prosegue in salita fino al Castello di Biscina, antico maniero a guardia delle valli, oggi punto strategico per una breve pausa e, soprattutto, per rifornirsi d’acqua: è infatti l’ultimo punto utile prima dell’arrivo. Da qui in poi il cammino è in discesa, ma si sviluppa su un tratto asfaltato, spesso esposto al sole. Un cappello in testa e una buona scorta d’acqua sono indispensabili per affrontare questo tratto finale con serenità. Poco dopo Biscina, si incontra un bivio: da qui il pellegrino può scegliere tra due percorsi. Il primo, più lungo e panoramico, conduce verso la Pieve francescana di Coccorano, seguendo sentieri che regalano scorci inaspettati sul bacino artificiale del Chiascio. La deviazione richiede qualche energia in più, ma la bellezza del luogo e la pace che vi si respira ripagano pienamente la fatica. In alternativa, la variante breve (tracciato 15a) scende in direzione della diga, più rapida ma meno panoramica. Qualunque sia la scelta, l’arrivo a Valfabbrica ha il sapore dell’attesa che si compie. Come un Monte do Gozo francescano, il piccolo borgo è il luogo dove meditare sul cammino percorso e su quello che ancora attende: l’arrivo ad Assisi, lì dove riposa Francesco, meta e cuore di ogni passo mosso lungo la Via.
TAPPA 15a
TAPPA 15a: Da Eremo di San Pietro in Vigneto a Valfabbrica – Direttrice BREVE
Partenza: Eremo di San Pietro in Vigneto
Arrivo: Valfabbrica
Distanza: 19.3 km
Dislivello: +659m / – 826m
Fondo stradale: Asfalto (25%) e sterrato (65%), non asfalto (10%)
Attenzione lungo il percorso: a un certo punto incontrerete un bivio. Da qui potrete scegliere se proseguire lungo il tracciato principale che conduce alla Pieve francescana di Coccorano (tappa 15), o imboccare una scorciatoia.Quest’ultima, seppur meno suggestiva dal punto di vista paesaggistico, consente di accorciare il cammino e affrontare una tappa più leggera, particolarmente indicata in caso di stanchezza o maltempo. In entrambi i casi, il cammino si avvicina alla sua meta: Valfabbrica, luogo carico di attesa e significato, una sorta di “Monte do Gozo” francescano, dove il pellegrino può fermarsi a riflettere sul percorso compiuto e su quello che lo attende ad Assisi, davanti alla tomba di San Francesco.Un momento di raccoglimento e consapevolezza, prima dell’ultimo tratto del viaggio.
TAPPA 16
TAPPA 16: Da Valfabbrica ad Assisi
Partenza: Valfabbrica
Arrivo: Assisi
Distanza: 13.4 km
Dislivello: +490 m / – 403 m
Fondo stradale: Asfalto (25%) e sterrato (75%)
Dopo tanti giorni di cammino, tra silenzi e incontri, tra salite ardite e discese contemplative, il viaggio verso Assisi volge al termine. L’ultima tappa richiede ancora uno sforzo, ma la vicinanza della meta infonde nuova energia alle gambe e al cuore. Si parte immersi nei boschi, nel silenzio raccolto delle colline umbre. Da Pieve San Niccolò, il paesaggio si apre all’improvviso sulle valli, disegnate da filari di olivi e vigneti. Qualche salita si fa ancora sentire, così come alcuni tratti ripidi, ma il cammino diventa quasi una sintesi perfetta dell’intero viaggio: faticoso, ma colmo di significato. Poi, inaspettato e solenne, lo scorcio di Assisi. Il Sacro Convento e la Basilica di San Francesco appaiono armoniosi e imponenti, sospesi tra cielo e terra: è uno dei momenti più intensi di tutto il percorso, l’istante in cui la gioia dell’arrivo si fa reale. Ai piedi della città, in località Ponte dei Galli, è possibile imboccare l’ingresso inferiore del Bosco di San Francesco, bene del FAI (accesso a offerta). Un’ultima variante naturale che permette di giungere alla meta avvolti dal verde e dalla pace del bosco tanto amato dal Santo. L’ingresso ad Assisi avviene da Porta San Giacomo, la stessa da cui un tempo partivano i pellegrini diretti a Santiago de Compostela. La facciata della Basilica, baciata dal sole, è la prima grande ricompensa visiva ed emotiva. Poi, il gran momento: si scende verso la Tomba di San Francesco, custodita nella penombra della Basilica Inferiore. Lì, davanti alla lampada perenne, il pellegrino può finalmente raccogliersi in preghiera, ripercorrere interiormente ogni tappa, ogni incontro, ogni passo. Accanto all’ingresso della Basilica si trova la Statio Peregrinorum, dove è possibile ricevere il Testimonium (per chi ha percorso almeno 100 km a piedi o 200 in bicicletta) oppure la Chartula Peregrini, per custodire nel tempo il ricordo di questo cammino straordinario.
TAPPA 16a
TAPPA 16a: Da Valfabbrica a Perugia – Direttrice PER PERUGIA
Partenza: Valfabbrica
Arrivo: Perugia
Distanza: 28.3 km
Dislivello: +839 m / – 605m
Fondo stradale: Asfalto (60%) e sterrato (27%), non asfalto (13%)
Questa tappa rappresenta una variante interessante per chi desidera visitare Perugia, città dove ebbe inizio il profondo mutamento interiore di San Francesco, durante l’anno della sua prigionia a seguito della battaglia tra Assisi e Perugia. Capoluogo dell’Umbria e tra le città d’arte più affascinanti della regione, Perugia conserva un perfetto equilibrio tra modernità e memoria. La vitalità culturale — fatta di eventi, musei, musica e tradizione — convive con la bellezza austera del passato medievale, che ha lasciato in eredità monumenti, palazzi e opere d’arte di valore assoluto. Il percorso verso la città si sviluppa da Valfabbrica, prevalentemente su asfalto, attraversando dolci paesaggi di oliveti e piccoli centri abitati. La salita iniziale, costante ma mai troppo faticosa, conduce verso Monte Verde, da cui si apre la visuale sulla stretta valle sottostante. Si prosegue verso il paese di Pianello, ideale per una sosta, e poi si raggiunge il Castello di Ripa, borgo fortificato che conserva intatto il suo impianto storico. Attraversando il centro si giunge alla Piazzetta del Montarone, un belvedere panoramico da cui si possono già distinguere Assisi e la Basilica di Santa Maria degli Angeli, segni tangibili della meta finale. La strada continua toccando i centri abitati di Lidarno, Ponte Valleceppi e Pretola. Da qui, in prossimità della Torre di Pretola, ha inizio la salita più impegnativa della tappa, che conduce fino alle porte di Perugia. L’ascesa culmina nei pressi della suggestiva chiesa templare di San Bevignate, uno dei luoghi simbolo della spiritualità cavalleresca medievale, per poi addentrarsi nel cuore dell’Acropoli, tra le pietre antiche della città. Una deviazione che arricchisce il cammino di nuove suggestioni: quelle di una città che ha segnato il passato di Francesco e che oggi, tra storia e contemporaneità, continua a parlare ai viandanti con la voce viva del tempo.
TAPPA 16b
TAPPA 16b: Da Perugia ad Assisi – Direttrice PER PERUGIA
Partenza: Perugia
Arrivo: Assisi
Distanza: 25.1 km
Dislivello: +224 m / – 368 m
Fondo stradale: Asfalto (90%) e sterrato (5%), non asfalto (5%)
Gli ultimi 25 chilometri del Cammino conducono il pellegrino nel cuore della spiritualità francescana: prima a Santa Maria degli Angeli, dove nacque la prima comunità dei frati minori, poi alla Basilica di San Francesco in Assisi, dove il Santo riposa. È una tappa che si sviluppa in territori densamente abitati, ma non per questo meno carichi di significato: ogni passo è accompagnato da un senso di attesa e di compimento. Proprio su questo tratto — tra Perugia e Santa Maria degli Angeli — Francesco, camminando con Frate Leone, raccontò il significato profondo della Perfetta Letizia, insegnando che la vera gioia non risiede nelle conquiste esteriori, ma nell’umiltà e nell’amore gratuito. È lungo questo stesso itinerario che, dal 1961, si svolge la Marcia della Pace, ideata da Aldo Capitini, un altro testimone di fraternità e impegno nonviolento. Il percorso ha inizio dal centro storico di Perugia, da cui si scende verso la valle seguendo una dolce pendenza. Superato Ponte San Giovanni, si costeggia per un tratto il Fiume Tevere, per poi alternare tratti asfaltati e sterrati fino a Santa Maria degli Angeli. Qui una sosta è imprescindibile: la Basilica della Porziuncola, la Cappella del Transito, il Roseto e gli altri luoghi del santuario parlano ancora con forza del carisma del Poverello e della vita semplice e radicale dei primi frati. Dalla basilica, si imbocca la celebre Strada mattonata, antico tracciato che sale dolcemente verso Assisi. E proprio lungo questa strada, tra uliveti e scorci della città che si avvicina, appare all’orizzonte la Basilica di San Francesco, meta e simbolo dell’intero pellegrinaggio. Dopo aver affrontato una scalinata e voltato a sinistra, si entra ad Assisi da Porta San Pietro, si attraversa la piazza e si giunge finalmente alla Basilica di San Francesco. Qui, davanti alla Tomba del Santo, il cammino trova il suo compimento spirituale e umano. Un momento di raccoglimento profondo, dove il pellegrino può fermarsi, ringraziare e riconoscere nel viaggio compiuto — dentro e fuori di sé — l’essenza stessa del messaggio francescano.