Curiosità
24 Nov 2025

Krampus: leggende e folklore delle valli alpine

Se viaggiate in Alto Adige, Trentino o Friuli-Venezia Giulia tra fine novembre e inizio dicembre, potreste imbattervi in una delle tradizioni più antiche dell’arco alpino: le sfilate dei Krampus. Creature demoniache dall’aspetto terrificante, con corna di capra, pellicce scure, campanacci che risuonano nell’aria fredda della sera e catene che tintinnano mentre attraversano i borghi di montagna. 

I Krampus sono l’espressione di un folklore che affonda le radici nei riti pagani del solstizio d’inverno, sopravvissuto per secoli nelle valli alpine e oggi ancora celebrato con passione dalle comunità locali. Scopriamo insieme chi sono i Krampus, la loro storia e gli appuntamenti da non perdere, per vivere una delle tradizioni più affascinanti e inquietanti d’Italia.

La tradizionale sfilata dei Krampus con le torce accese

Chi sono i Krampus

Nelle valli alpine, la sera del 5 dicembre, San Nicola (il vescovo di Myra che qui porta doni ai bambini buoni molto prima dell’arrivo di Babbo Natale) non cammina mai da solo. Accanto al santo dalla barba bianca che distribuisce dolci e regali, marciano i Krampus: demoni terrificanti che puniscono i cattivi con fruste e catene.

Ma sotto la tradizione cristiana si nasconde qualcosa di molto più antico, legato alle forze oscure dell’inverno e al rapporto profondo tra l’uomo e la montagna. 

Il nome stesso di queste creature tradisce origini che precedono il cristianesimo di molti secoli. 

La parola Krampus, infatti, potrebbe derivare dall’antico tedesco “Krampen“, che significa artiglio o unghia, oppure dal bavarese “Krampn“, che vuol dire morto, putrefatto o inerte. Entrambe le etimologie rimandano a qualcosa di selvatico e inquietante, qualcosa che appartiene alla notte e ai boschi, non al mondo civilizzato dei villaggi. 

Alcuni studiosi collegano queste figure a divinità precristiane come Cernunnos, il dio celtico cornuto delle foreste, o al dio Silvano della mitologia romana, protettore dei boschi e delle terre selvagge. Altri vedono nei Krampus un’eco delle Perchten, spiriti femminili del folklore germanico legati al periodo tra il solstizio e l’Epifania.

L’aspetto è studiato nei minimi dettagli per incarnare il confine tra civiltà e natura selvaggia: zoccoli fessi, lingua rossa e lunga che penzola dalla bocca, volti terrificanti scolpiti nel legno con denti aguzzi e occhi infossati. 

I campanacci pesanti legati alla vita producono un suono cupo e minaccioso che annuncia il loro arrivo, mentre le catene che trascinano tintinnano nell’oscurità. 

Brandiscono fruste e fasci di rami di betulla, elementi che richiamano antichi riti di purificazione e punizione. 

Non sono né del tutto umani né completamente animali, ma qualcosa che sta nel mezzo, incarnazioni delle forze indomabili della natura cupa e invernale.

Spaventoso costume Krampus

La storia dei Krampus

Quando il cristianesimo si diffuse nelle valli alpine tra il quinto e il settimo secolo, la Chiesa tentò di sopprimere questi riti pagani ma non ci riuscì completamente. 

Le tradizioni erano troppo radicate nella cultura montana. 

Così, come spesso accadeva, le assimilò. 

Nacque il dualismo che conosciamo oggi: San Nicola, il santo dalla barba bianca che premia la virtù, e i Krampus, demoni cornuti ridotti a suoi servitori con il compito di punire i cattivi. 

Il bene e il male, l’ordine e il caos, la luce e l’ombra riuniti in un’unica rappresentazione.

Ma l’essenza pagana non è mai scomparsa del tutto: le sfilate moderne, i Krampuslauf, mantengono quel sapore ancestrale di rito iniziatico. 

Non a caso, tradizionalmente, a mascherarsi erano solo gli uomini giovani del villaggio: era un modo per attraversare simbolicamente l’oscurità prima di tornare alla comunità. Ancora oggi, sotto le maschere terrificanti ci sono ragazzi che vivono questa esperienza con serietà e rispetto, consapevoli di incarnare qualcosa che va oltre la semplice rappresentazione teatrale.

Dove e quando vedere le sfilate dei Krampus in Italia

L’Alto Adige e il Trentino sono il cuore pulsante di questa tradizione, ma sono presenti anche in alcune aree del Friuli-Venezia Giulia come quella di Tarvisio, con sfilate che attirano gruppi di Krampus da tutta Italia, Austria, Germania e Svizzera. 

Lo scorso anno noi abbiamo preso parte all’evento “San Nicolò e i Krampus Camporosso”. Qui sotto puoi rivivere la nostra esperienza magica in mezzo ai borghi innevati del Friuli.

Le sfilate sono manifestazioni di comunità che tramandano questi riti da generazioni, con gruppi che si preparano tutto l’anno per questi eventi. Si tengono principalmente tra fine novembre e l’inizio di dicembre, in particolare il 5, 6 e 7 dicembre 2025.

Dobbiaco (Toblach), in Alta Pusteria, ospita la più grande e antica parata di Krampus del Sudtirolo. Il 7 dicembre 2025 dalle 18 alle 22, circa seicento Krampus provenienti da quattro nazioni diverse si raduneranno nel borgo per la sfilata.
Il corteo partirà dal parcheggio vicino alla scuola media e proseguirà lungo Via San Giovanni fino al centro storico, dove si svolgerà lo spettacolo. Dopo il tumulto infernale, San Nicola farà la sua comparsa in piazza principale per premiare i bambini buoni. 

L’atmosfera sarà elettrica: il fragore dei campanacci riecheggerà tra le case, le fiamme delle torce illumineranno maschere terrificanti, e per qualche ora Dobbiaco diventerà il palcoscenico di un dramma che si ripete da secoli.

Pozza di Fassa, in Val di Fassa, organizza ogni due anni una delle sfilate più spettacolari delle Alpi, con oltre quattrocento demoni che invadono le strade. Qui San Nicolò è il patrono del paese, e la tradizione è particolarmente sentita. 

Quest’anno la sfilata si terrà il 29 novembre.

I bambini più coraggiosi si avventureranno per i vicoli cercando di sfuggire ai Krampus. Non è nulla pericoloso, anzi: i Krampus sono membri di associazioni registrate, e sotto le maschere spaventose ci sono ragazzi che con passione mantengono viva questa tradizione.

Campo Tures, nelle Valli di Tures e Aurina, è famosa non solo per la sua sfilata del 7 dicembre, ma anche per essere uno dei centri dell’artigianato delle maschere. Gli intagliatori locali sono maestri riconosciuti nel creare le maschere di legno che danno vita ai Krampus: volti demoniaci con dettagli minuziosi, corna autentiche di capra o stambecco, espressioni che oscillano tra il terrificante e il grottesco. 

Ogni maschera è un pezzo unico, frutto di settimane di lavoro paziente. I dettagli sono impressionanti: denti aguzzi, occhi infossati, nasi contorti, rughe profonde. Le corna, molto spesso, sono autentiche, recuperate da animali delle montagne. 

La maschera ha un valore sia economico che culturale, per questo durante le sfilate non si toccano mai: sono oggetti delicati e preziosi, parte integrante dell’identità culturale delle valli.

A Lana, la tradizionale sfilata si terrà il 22 novembre, dalle cinque del pomeriggio, dalla zona artigianale di Lana Sud fino al campo sportivo. I Krampus emergeranno tra i vicoli al calar della sera, mentre l’aria si riempie del profumo di vin brulé e caldarroste. 

Il 5 dicembre, invece, ci sarà la “Sfilata di San Nicolò con i piccoli Krampus”, una versione per i bambini che mantiene il fascino della tradizione senza l’intensità spaventosa della versione adulta.

Naturno ospita la sua sfilata il 6 dicembre, dalle sei di sera, con partenza dal parcheggio “Hirschen” nella frazione di Compaccio. Qui l’evento si conclude con una festa popolare dove si può assaggiare la cucina locale e scaldarsi con bevande calde, mentre i Krampus continuano a vagare tra la folla.

Castelrotto organizza ogni due anni la sfilata ed il 2025 è l’anno giusto: il 13 dicembre, alle due del pomeriggio avrà inizio la sfilata e proseguirà fino a tarda notte. Dopo il corteo, una grande festa si svolgerà sotto i tendoni riscaldati, con musica, cibo tradizionale e danze che continueranno fino a tarda notte.

I Krampus di Camporosso, Tarvisio

Consigli pratici per vivere l’esperienza

Se decidete di partecipare a una sfilata dei Krampus, ci sono alcune cose che è bene sapere. 

L’atmosfera è genuinamente intensa, le maschere sono davvero spaventose, e i Krampus possono essere a volte invadenti con chi incontrano per strada. 

Molte sfilate prevedono aree recintate lungo il percorso dove potete assistere in sicurezza, ma preparatevi comunque al fatto che i Krampus potrebbero avvicinarsi, toccarvi con le fruste (non fa male, è più un gioco teatrale che altro) o cercare di coinvolgervi nel loro gioco di inseguimenti.

Se avete bambini piccoli, valutate bene la loro sensibilità. Molti paesi organizzano cortei dei “piccoli Krampus” pensati appositamente per i più giovani, con un’atmosfera meno intensa ma comunque autentica.

Vestitevi pesante: le sfilate si svolgono di sera, spesso in piedi all’aperto per diverse ore, e le temperature possono scendere parecchio. Scarponcini caldi, giacca termica, cappello e guanti sono indispensabili. 

Le maschere non vanno mai toccate. È una regola fondamentale che va rispettata sempre. Oltre a essere oggetti di valore economico, le maschere hanno un significato culturale profondo per chi le indossa. 

Se volete fare una foto con un Krampus, chiederglielo gentilmente: sotto le maschere ci sono spesso ragazzi molto disponibili che saranno felici di posare con voi.

Durante le sfilate, l’alcol scorre abbondante. È parte della tradizione, e nei tendoni riscaldati dove spesso prosegue la festa dopo il corteo ufficiale, troverete vin brulé, grappa e lo schnapps ai Krampus, un distillato forte che viene offerto tradizionalmente a queste figure. L’atmosfera diventa molto conviviale, ma sempre con quel sottofondo di rispetto per il rito che si sta celebrando.

I borghi si riempiono di persone in questi giorni. Se volete partecipare, prenotate l’alloggio con largo anticipo, soprattutto per le sfilate più grandi come quella di Dobbiaco o Castelrotto. 

Infine, andate con spirito aperto. Quando vi troverete a partecipare alle sfilate sappiate che state assistendo a qualcosa di raro: un rito che attraversa i secoli e che continua a parlare del rapporto profondo tra l’uomo e la montagna, tra la civiltà e la natura selvaggia, tra la luce e l’ombra.

I Krampus all’opera durante una tradizionale sfilata

Cammini invernali nelle terre dei Krampus

Se alle celebrazioni dei Krampus volete anche aggiungere qualche giorno di cammino, per immergervi completamente in questi territori, sappiate che il Friuli Venezia Giulia offre diversi cammini percorribili anche in questa stagione!

Ecco alcune idee: 

La Via Flavia attraversa 116 chilometri in cinque tappe da Lazzaretto ad Aquileia, seguendo antiche tracce romane tra il Carso, riserve naturali e la laguna dei canneti, in una terra dove si intrecciano influenze italiane, slave e germaniche. 

Per chi ha più tempo, la Romea Strata entra in Friuli dal Tarvisio e attraversa la regione seguendo l’antica Via Romea Allemagna: un percorso storico che per secoli ha collegato il Mar Baltico a Roma e che ancora oggi permette di scoprire borghi, chiese e testimonianze di una cultura millenaria. Essendo che questo cammino è molto lungo (attraversa ben 7 regioni italiane), si possono percorrere dei tratti, secondo il tempo che si ha a disposizione e i luoghi che si vogliono visitare.

Il Cammino Celeste, che parte da Aquileia e si dirige verso il Monte Lussari nelle Alpi Giulie, a dicembre è percorribile solo nei suoi tratti iniziali, visto che la meta finale si trova in alta quota dove la neve rende i sentieri impraticabili. Ma proprio le tappe più basse, quelle che attraversano la pianura friulana e iniziano a salire verso le Alpi, offrono panorami invernali suggestivi e vi permettono di avvicinarvi gradualmente alle zone dove si celebrano le tradizioni dei Krampus. 

Il Cammino di San Cristoforo si sviluppa invece su tre percorsi distinti nell’ovest friulano, tutti percorribili in inverno con le dovute precauzioni:

  • La Pedemontana collega Caneva a Spilimbergo in oltre 150 chilometri attraverso la fascia collinare tra i fiumi Livenza e Tagliamento, toccando siti UNESCO, castelli e pievi affrescate. 
  • Il Percorso dei Magredi si snoda nella pianura friulana attraverso l’ambiente unico della steppa dal fascino selvaggio, perfetto per chi cerca cammini più contemplativi e meno impegnativi. 
  • L’Anello della Val Meduna si addentra invece tra boschi, torrenti e piccole borgate di montagna, regalando un’esperienza più selvaggia e intima.

Non ci resta che augurarvi buon cammino, buone sfilate e… fate i bravi, altrimenti i Krampus vi rapiscono!

Articolo di
Sara Massarotto