Curiosità
17 Lug 2020

Il Monte Adone: l’icona più potente della Via degli Dei

Il Monte Adone, ormai è divenuta una vera e propria icona di uno dei cammini più percorso in Italia. Avete capito di cosa stiamo parlando?

La Via degli Dei: il successo

La Via degli Dei è ormai diventata una delle pietre miliari degli appassionati di trekking e dei cammini.
Un percorso affascinante, fresco e gustoso che ripercorre per gran parte l’antica Via Flaminia Militare, collegando Piazza Maggiore a Bologna con Piazza della Signoria a Firenze.
Il successo di questo itinerario scaturisce da un mix di fattori che accomunati portano ogni anno migliaia di appassionati a percorrere la Via degli Dei non solo a piedi. Sicuramente il fatto di unire due città d’arte universitarie gioca un ruolo importante, dando modo a numerosi studenti di cimentarsi in questo trekking con costi anche ridotti, vista la disponibilità di percorrere il sentiero in tenda.

Il Monte Adone

Il Monte Adone è una montagna situata nel medio Appennino bolognese e compresa nell’estrema parte sud-orientale del territorio comunale di Sasso Marconi. Caratterizzato da una vegetazione formata da aride praterie e da rade specie legnose mediterranee (leccio, alaterno). La vetta del monte Adone (precisamente 654,44 metri sul livello del mare) è raggiungibile dall’abitato di Brento, una frazione del comune di Monzuno, che sorge sulle sue pendici orientali; su di essa sono situate alcune attrazioni naturalistiche e panoramiche come le due Grotte delle Fate, la Grotticella e il Cunicolo Pozzo. Dal monte Adone hanno inoltre origine alcuni ruscelli, il più importante dei quali è il rio Favale, il principale affluente del torrente Savena.


Veniamo a noi. Lungo la Via degli Dei numerosi sono i luoghi d’arte e suggestivi i paesaggi che si incontrano lungo il percorso. Il Portico di San Luca, il Monte Gazzaro, il Passo dell’Osteria Bruciata, la Via Flaminia Militare, il Monte Senario così come il Monte Adone, divenuto nel tempo un vero e proprio segno distintivo di questa via.


Non conosci l’origine del nome “Via degli Dei”? Non perditi questo articolo!
Chiunque affronti la Via degli Dei non può che dedicare tempo a degli scatti sul Monte Adone, che con il suo fascino “tremolante” cattura l’attenzione di tutti i trekker che vi giungono fino in cima.


Ma perché quando si pensa alla Via degli Dei non si può fare a meno di pensare al Monte Adone?

Il Simbolo

Una location unica che ci riporta subito indietro nel tempo. L’erosione della montagna è la prima nota che salta all’occhio, generando dei totem di pietra che sembrano lottare costantemente contro la legge di gravità.
La vista in cima è davvero meravigliosa, un panorama mozzafiato che domina la valle sottostante in direzione Monzuno, località situata sulla seconda tappa.
L’ascesa al Monte Adone è piuttosto ardua, specialmente se si intende percorrere la risalita al termine della prima tappa Bologna-Brento. Gli sforzi saranno ad ogni modo ripagati dal fascino di questa montagna, che assume un’atmosfera differente a seconda del momento della giornata e delle stagioni. Godersi la golden hour, un tramonto o le prime ore di luce da questa cima è uno spettacolo che vi rimarrà impresso nella mente e nel cuore.
La guida pubblicata da Terre di Mezzo, a cura di Simone Frignani, è diventata un must per chi intende intraprendere la Via degli Dei. Guarda caso, l’immagine di copertina di tale guida è proprio rappresentata dal Monte Adone, contribuendo così ad incoronarlo come icona di questo accattivante trekking.

L’Anello del Monte Adone Non per forza di cose si raggiunge il Monte Adone per affrontare la Via degli Dei. Spesso si incontrano escursionisti che si cimentano in alcuni trekking giornalieri. È possibile percorrere anche un anello di circa 6 km partendo dall’abitato di Brento, procedendo per il sentiero CAI 110 e svoltando circa dopo 200 metri verso sinistra per l’imbocco del sentiero che conduce alla vetta.
Fatti pochi passi ci si trova in mezzo ad un “mare solidificato”, con tanto di conchiglie fossili: molluschi marini e ostriche che testimoniano come il Contrafforte Pliocenico, qualche milione di anni fa, fosse coperto dal mare. La salita non è difficile, e in poco si arriva al pianoro dove si trovano, ricordati in una bacheca, i segni della Linea Gotica. Da lì, proseguendo con un piccolo strappo, si arriva alla cima di Monte Adone (654m slm). Il panorama è veramente splendido e non sembra nemmeno di essere a pochi chilometri da Bologna. Non ci sono particolari pericoli, ma consigliamo di non sporgervi troppo e soprattutto di tenere controllati i bambini.
Abbandonata la croce presente sulla cima, proseguendo lungo il sentiero, si arriva ad una delle altre particolarità di Monte Adone: le torri. Si tratta di due maestosi torrioni lavorati dagli agenti atmosferici che sembrano a guardia di questo luogo. Da qui inizia la lunga discesa, in alcuni tratti anche impegnativa.
La fine del sentiero è nei pressi di un grande traliccio.
Una volta arrivati sulla strada si hanno due possibilità, o prendere la prima stradella a destra in leggera salita, più corta e che passa in località Piccola Raieda, o proseguire tra le case e, al termine della discesa, risalire a destra. Giunti sulla strada più ampia (CAI 110a) si prosegue a destra. Questa seconda ipotesi è un po’ più lunga, ma passa davanti al Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica dove trovano ricovero animali feriti o abbandonati, in prevalenza di provenienza esotica (leoni, tigri, scimmie ecc). Da qui, con circa 15 minuti di cammino, si chiude l’anello e si ritorna a Brento.
Il percorso è lungo circa 6 km con circa 190 metri di dislivello. Vi consigliamo una sosta alla Vecchia Trattoria Monte Adone dove è possibile pranzare gustando ottimi primi piatti con pasta fatta in casa.

Articolo di
Cammini d'Italia