Diari
By Gaia Zol
08/12/2025

Nello zaino speck e nutella: Gaia e il suo Cammino delle Colline del Prosecco

Un passo alla volta, passi piccoli ma sicuri, passi lenti e contenti.

Gaia è una donna della community di Cammini d’Italia che ha deciso di partire da sola per il suo primo cammino. Una scelta che, purtroppo, non è ancora così scontata per tutte. Ha trovato la forza e il coraggio di mettersi alla prova, passo dopo passo. Come prima esperienza ha scelto il Veneto e il Cammino delle Colline del Prosecco: salite, fatica, incontri e una certa spiritualità l’hanno accompagnata lungo le sue quattro tappe. Non sono mancati i panini e… la Nutella. Ma il resto te lo lasciamo scoprire nel suo racconto. Incamminati con lei e lascia che le sue parole diventino una spinta in più per partire. Il cammino ti sta chiamando. Buona lettura a tutte e tutti voi!

Introduzione

Dopo due giorni di cammino e quasi 50 km, vedo il fatidico segnale: salita con pendenza del 15%.  Non vedo nessuno nè davanti nè dietro a me, faccio un respiro profondo. Ho la maglietta zuppa e lo zaino mi pesa come un macigno. Chi me l’ha fatto fare? Me lo chiedo a voce alta, con una piccola nota di disperazione. 

Mi siedo sul primo masso che trovo e scarto il mio panino con tre etti di speck: penso che rimarrò qui finchè non avrò trovato la forza di rialzarmi e fare gli ultimi 4,5 km del cammino delle Colline del Prosecco. Lo ripeto ad alta voce: chi me l’ha fatto fare? E come sono arrivata fin qui?

Se anche tu come Gaia hai voglia di condividere il tuo racconto di cammino, scrivici a info@camminiditalia.org: ti invieremo tutte le indicazioni per raccontare la tua avventura! E se preferisci un contatto diretto unisciti alla nostra Community su Facebook e condividi il tuo racconto con noi e altri appassionati.

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Tappa 01: da Vidor a Col San Martino

Dopo un treno e due bus sono finalmente arrivata a Vidor. Sono le 11 di mattina di un martedì ed in giro non c’è nessuno. Il punto di partenza ufficiale del cammino è il municipio, dove vedo il cartello del cammino e le prime frecce che mi fanno fare il giro del piccolo centro. Il cammino inizia subito con un bello strappo verticale di “via crucis” che porta fino al castello di Vidor e al tempio della Beata Vergine Addolorata. Ho già il fiatone. 

Le frecce e il segnale giallo e rosso (ogni bivio sul cammino è ben segnato) mi portano in mezzo al bosco e tra le colline di viti, con scorci sulle valli di Vidor e di Colbertaldo. Sono da sola sul cammino, ma in fondo era questo che volevo: il mio primo cammino in solitaria per mettermi alla prova. Più salgo, più mi allontano dalle vigne e più mi avvicino alla storia di questi luoghi del Veneto. Sono su sentieri dove c’era la linea del fronte austro-ungarico e cammino tra trincee e vedette. Il fiume Piave, protagonista della Prima Guerra Mondiale, corre tra queste terre.

Vista sulle vallate

Ti è mai capitata/o di aver paura di partire in cammino da sola/o? Sara Massarotto ha scritto un bellissimo articolo con alcune sue condivisioni. Leggilo e preparati a partire!

Un cartello ad un bivio mi informa che mancano 5 km a Col San Martino. E credo di avercela fatta, cosa vuoi che siano 5 km? Un ultimo colle, un’ultima curva e Col San Martino appare quasi dal nulla. Dall’alto vedo il campanile e il campo di calcio e so che da qualche parte c’è la Locanda dove mi aspetta una doccia calda. 

Però, prima di arrivare mi concedo una merenda sugli scalini della Chiesa del Colle, dove tiro un sospiro di sollievo perchè sono sopravvissuta alla prima tappa. Nutella e fette biscottate, non c’è modo migliore di festeggiare. 

Chiesa del Colle

Il consiglio pratico per la tappa: sono arrivata a Vidor dalla stazione dei treni di Conegliano, dove ho preso il bus 132. Il mio consiglio è di chiamare la compagnia dei bus MOM per controllare gli orari e le connessioni, perchè online le informazioni non sono intuitive. Lo stesso bus passa per Vittorio Veneto. 

Col San Martino

Tappa 02: da Col San Martino a Follina

Amo la nutella, ma un croissant caldo con la crema al mascarpone e un cappuccino sono un ottimo inizio per la mia seconda giornata sul cammino. Questa è la tappa con le cime più alte ed i dislivelli più impegnativi: mi serve tutto lo zucchero che posso trovare. Salendo dal paese, la vista è una delle più belle che vedrò sul cammino: cime di piccoli colli, file di viti che sembrano tirate con il righello e lontano, all’orizzonte, le cime appena innevate delle Dolomiti. Sorrido tra me e me, mentre continuo a salire. 

Si sale e si sale, passando per una salita così ripida da richiedere una fune al lato, fino ad arrivare al punto più alto: il Monte Pertegar con i suoi 485 metri. Seguo le creste e i boschi di castagni per arrivare al vero punto panoramico di questa tappa, il momento che dà un senso a tutto il cammino. Da sola, su quella cima stretta, mi sembra di avere il mondo ai miei piedi. Mentre guardo le macchine in miniatura correre sulla strada sotto di me, penso che io so qualcosa che loro non sanno: che il silenzio è un dono. Quassù, sento solo il cinguettio degli uccelli e il rumore delle lucertole che si rincorrono tra le foglie (almeno, spero siano solo lucertole). 

Sapere che ho già affrontato la salita più lunga e dura di questa tappa mi dà un nuovo  passo allegro.  Dura poco, però finchè dura me lo godo. Con ogni salita metto in discussione tutte le mie scelte di vita. Ma ho imparato ad andare avanti perchè ho un mantra che mi ripeto continuamente:

Un passo alla volta, passi piccoli ma sicuri, passi lenti e contenti.

Se serve, lo canto ad alta voce. Tanto non ci sono testimoni. Quando inizio a scendere, so che Follina si sta avvicinando. Ho tutto il tempo di mettere i piedi al fresco nel fiume Soligo e di rilassarmi. Prendo il mio panino imbottito di 2 etti e mezzo di speck e lascio che il fiume lavi via un po’ della fatica.  Follina non è lontana e io non ho fretta. Sul cammino, non ho mai fretta.

Il consiglio pratico per la tappa: partite con acqua e cibo, perchè non ci sono punti di ristoro in questa tappa. Io mi sono fermata al panificio Stival di Col San Martino prima di partire, che apre ogni giorno (domenica esclusa) alle 06:00. 

Tappa 03: da Follina a Serravalle

La guida ufficiale divide il cammino in quattro tappe. La terza tappa è da Follina a Tarzo e la quarta da Tarzo a Serravalle, Vittorio Veneto. Ho deciso di unire le ultime due tappe per provare a fare 24 km (per la prima volta in vita mia), una scelta che consiglio solo a chi ha già allenamento. Altrimenti, le quattro tappe vanno più che bene. 

Dalla mia camera vedo le colline che si tingono di rosso per l’alba, mentre bevo il mio caffè ed osservo il chiostro dell’abbazia di Follina ancora silenzioso, con la piccola fontana che detta il ritmo della vita dei frati. Lascio il paese mentre i venditori del mercato settimanale iniziano ad aprire i loro stand, mettendo in mostra verdura, frutta e rastrelliere piene di abiti. 

Cammino delle Colline del Prosecco e non solo. Conoscevi tutti i cammini presenti in Veneto? Li abbiamo raggruppati in questo articolo.

L’avvicinamento alla prima salita del giorno è lento e cammino tra le vigne, con il CastelBrando che mi osserva dall’alto, le sue finestre che risplendono con i primi raggi di sole. La maggior parte di questa giornata è sull’asfalto, anche se su strade secondarie, che seguono le curve delle valli e dei piccoli borghi lontani dal traffico. Passo piccole chiese chiuse ormai da anni, case silenziose e degli alberghi di lusso, nascosti tra i filari.

Ancora un ultimo sforzo

Quasi non mi accorgo di essere arrivata a Tarzo. Sto camminando in boschi di castagni e sento il rumore delle motoseghe di alcuni taglialegna. Il paese di Tarzo, meta finale della terza tappa, lo lascio alla mia destra, mentre seguo le indicazioni per la quarta tappa, quella che porta a Serravalle. Sento di avere ancora le energie per andare avanti e per affrontare i circa 10 km che mi porteranno all’arrivo del Cammino delle Colline del Prosecco.

Ho scelto di fare la variante bassa per motivi di sicurezza. Essendo da sola, la mia sicurezza e la mia tranquillità sul cammino sono fondamentali. Da Tarzo sono arrivata sulla via dei murales di Colmaggiore e al parco dei laghi di Revine. A questo punto mi sono illusa ed ho pensato che le salite fossero finite. E poi, eccolo lì: salita con il 15% di pendenza. Finisco il mio panino allo speck, mi godo un cucchiaio di nutella e riparto affrontando la salita. 

Quando sono arrivata a Serravalle, quasi non ci credevo. Sudata e stanca, ho buttato lo zaino per terra e mi sembrava di volare, tanto ero leggera. Mi sembrava così strano: io avevo appena finito il mio primo cammino in solitaria e nessuno lo sapeva. La gente andava avanti come niente, bevendo caffè e chiacchierando, ed io avrei voluto fermarli e dirgli che CE L’AVEVO FATTA. Volevo dirlo a tutti, urlarlo. 

La foto che un’estranea mi ha fatto al mio arrivo a Serravalle la dice tutta: un sorriso enorme, mentre abbraccio lo zaino che puzza come me. Quell’emozione non me la dimenticherò mai. Ce l’ho fatta, io ed io da sola. E non importa se non lo sa nessuno o se lo sa tutto il mondo. Non importa perchè lo so io.

Il consiglio pratico: per la quarta tappa (quella che va da Tarzo a Serravalle) ci sono due varianti. Quella alta porta al monte Baldo. Parlando con altri camminatori, ho scoperto che la discesa in particolare è esposta e può essere pericolosa, soprattutto se ha piovuto. Il mio consiglio è di farla se vi sentiti sicuri (e se magari siete in compagnia) e comunque di controllare se il sentiero è aperto prima di partire. 

Consigli Extra

Stai pensando di fare il Cammino? 

  • Sul sito ufficiale trovi la descrizione delle tappe e puoi scaricare le coordinate gpx, che sono molto precise;
  • Prenota dove dormire, in particolare in estate o primavera. I paesi sono molto piccoli e non ci sono molte opzioni di soggiorno. Se contatti gli hotel direttamente, dicendo che fai il cammino, spesso ti fanno un piccolo sconto;
  • Nelle prime due tappe ci sono possibilità di “uscire dal cammino” e di fermarsi prima, in altri paesi, se si è stanchi, che vale la pena considerare;
  • Parti sempre con abbastanza acqua, soprattutto se fai il cammino in estate, perchè non ci sono molte fontanelle. 

Infine, un piccolo pensiero per altre donne che desiderano partire in solitaria. Questo è un cammino perfetto per sperimentare. Io mi sono sentita sicura ad ogni passo e questo mi ha permesso di godere davvero della bellezza delle Colline del Prosecco. Ed ora sono già pronta alla prossima avventura. 

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Articolo di
Gaia Zol

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