Diari
19 Dic 2024

Rallentare per vivere: il cammino di Oropa di Manuel

Nella nostra frenetica quotidianità non ci fermiamo più a parlare con nessuno, non siamo più in grado di rallentare e goderci ogni singolo istante. Sul muro di una casa davanti a me leggo: 'Il sole torna, il tempo no.' Forse, la risposta sta tutta qui.

Manuel, con il suo avvincente diario, ci racconta che il cammino di Oropa è molto più di un semplice percorso: è un viaggio tra paesaggi mozzafiato, incontri umani profondi e riflessioni personali. Attraverso le sue parole e sensazioni, scopriamo un mondo fatto di natura, tradizione e introspezione, dove ogni passo racconta una storia e ogni pausa diventa un momento di connessione con se stessi e con gli altri.

Tappa 00: verso Santhià

Cosa significa per me camminare? Questa è la prima domanda che mi attraversa la mente mentre spengo la sveglia sul cellulare ancor prima di sentirla suonare. Spalanco gli occhi e scatto in piedi, incredibilmente e completamente sveglio, grato e pieno di energie. È una sensazione che non provo praticamente mai nella mia quotidianità, anzi; l’idea di dovermi alzare dal letto per andare a condurre una vita monotona e sempre uguale, infatti, solitamente mi tiene legato al materasso come una mano invisibile che mi preme sul petto.

Ma questa mattina è diverso, questa mattina si torna a vivere per davvero. Non sono nemmeno le sei, ma mi dirigo subito a darmi una bella rinfrescata per poi tornare nella mia cameretta e cominciare “la vestitura del perfetto camminatore”, così amo chiamarla io: maglietta e pantaloncini tecnici, calze traspiranti ed anti-vesciche, scarpe da trail running. Dopo una rapida colazione e dopo aver controllato di aver tutto, chiudo il mio zaino da 40 lt e mi dirigo in stazione, pronto a salire sul treno che mi porterà a Santhià, punto iniziale del mio Cammino di Oropa.

Si percepisce che per Manuel non è il primo cammino, ha preso delle giuste accortezze prima di iniziare. Nel caso in cui fossi alla tua prima esperienza abbiamo scritto la guida al primo cammino che ti sarà utilissima per partire più sereno/a!

Tappa 01: da Santhià a Roppolo

Nel centro storico mi ricongiungo con Michele, colui che sarà il mio compagno di viaggio in questa nuova avventura. Più piccolo di me di qualche anno, potrà sembrarvi che il nostro rapporto sia uno di quelli nati in tenera età, potrete pensare che ci conosciamo da tempo immemore. Beh, non è così: io e Michele ci siamo conosciuti lungo un altro cammino solamente tre mesi fa e, come spesso accade, da queste esperienze ti porti a casa molto più di un semplice ricordo. Quasi a voler essere profetico, ritroviamo fin da subito su questo percorso il simbolo che ha dato il via alla nostra amicizia, simbolo che ci accompagnerà lungo tutta la prima tappa: quello del viandante della Via Francigena.

Uno dei cammini più lunghi di tutto il mondo: la Via Francigena. Se vuoi scoprire altri itinerari presenti in tutta Italia, abbiamo scritto un Atlante con più di 100 percorsi! Così saprai sempre che ci sarà un cammino da fare che ti aspetta.

A camminare cominciamo verso le dieci, non proprio l’ora più adatta specialmente in piena estate ed in particolare con il caldo che ci accompagna lungo tutto il percorso fino a Cavaglià, percorso quasi completamente al sole. Inizialmente prevalentemente pianeggiante, il paesaggio diventa man mano sempre più gradevole e vario, tra colline, prati, campi coltivati e boschi di castagno, e quando arriviamo al castello di Roppolo, attualmente non visitabile, la vista che ci si presenta davanti ci lascia senza fiato: il lago di Viverone in tutta la sua bellezza sembra volerci dare il benvenuto.

Ormai ci siamo, manca poco, ed in men che non si dica, infatti, attraversiamo il paesino di Roppolo fino a giungere alla casa del movimento lento, nostro punto di fine tappa. Qui, per un disguido relativo alla camera prontamente risolto, facciamo la conoscenza di Giorgio, un signore di settantasette anni in cammino con Niccolò, nipote di dodici. Dopo esserci fatti una doccia, aver eseguito esercizi di stretching ed aver steso l’abbigliamento ad asciugare, normale prassi del pellegrino, passiamo il resto del pomeriggio in loro compagnia, raccontandoci aneddoti ed esperienze di vita, prima di andare a cena e, infine, a riposare.

Riflessione su una maglia alla Casa del Movimento Lento

Tappa 02: da Roppolo a Torrazzo

Al tavolo della colazione troviamo Giorgio e Niccolò già intenti ad issarsi lo zaino sulle spalle e partire, noi li seguiamo circa mezz’ora dopo, non prima, però, di esserci fermati all’alimentari del paese ad acquistare un pezzo di pizza al trancio: questo sarà il nostro pranzo. La tappa di oggi mi lascia qualcosa dentro di davvero importante: quanto verde, quanta natura, quanto sole; tutti elementi che riempiono il cuore di ogni camminatore di gratitudine e serenità. Credo capiti a tutti coloro abbiano scelto il turismo lento come forma di spostamento: la pace e la tranquillità che ti dona il cammino è facilmente identificabile nel sorriso che hai sul volto.

Fin dai primi passi percorsi, il paesaggio che ci circonda è sensazionale. Dapprima, visitiamo rapidamente il ricetto di Viverone per poi procedere ancora più in alto ed ammirare il lago da una panchina gigante. Ci fermiamo qui circa una ventina di minuti a scattare, e scattarci, foto su foto, ma questo paesaggio, questo esatto punto è per noi come magnetico, persuasivo, quasi a volerci costringere a restare. Ma non possiamo, siamo solo ad inizio giornata e abbiamo ancora tanto da goderci, i nostri occhi sono affamati.

Panchina gigante sul lago di Viverone

Un cammino stupendo attende Manuel, ma lui ancora non lo sa del tutto! Ecco dei buoni motivi per il quale dovresti prendere zaino e scarpe e correre a percorrerlo!

Lasciate le colline che circondano il lago, ci avventuriamo lungo la foresta della Serra Morenica, riparandoci così dal caldo, anche se le zanzare e la paura delle zecche sono sempre con noi, prima di raggiungere e superare, nell’ordine, Zimone, il Monastero di Bose, la bellissima chiesa romanica di San Secondo (dove sostiamo per un po’ e riempiamo le borracce alla fontanella) ed il ricetto di Magnano.

Nel primissimo pomeriggio, raggiungiamo infine Torrazzo, dove ci fermiamo a pranzare sugli scalini della chiesa di Santa Maria Assunta, prima di dirigerci al BeataMente B&B olistico, dove soggiorneremo questa notte. Di tutto quanto mi porterò a casa di questo cammino, voglio ricordare anche questo momento, qui seduto in terrazza a guardare la strada deserta davanti a me. Non sto facendo nulla, Michele è di sopra a riposare, ma io sono qui, qui e ora, non so nemmeno più da quanto tempo, un’ora, forse due. Eppure, mi sento felice come non mai, perché mi rendo conto di quanto sia bello fermarsi e godersi la vita.

Tappa 03: da Torrazzo al Santuario di Graglia

La sveglia questa mattina suona mezz’ora prima, abbiamo deciso di anticipare la partenza in quanto, nel pomeriggio, è prevista pioggia. Dopo aver fatto colazione ed essermi cosparso di crema solare ed anti-sfregamento, ed essermi spruzzato lo spray contro zecche e zanzare, ripartiamo alla conquista della terza tappa. Non sono ancora le otto e fuori non c’è nessuno, e muoviamo i primi passi nel silenzio più totale. Anche l’alimentari è ancora chiuso; ci toccherà fermarci a fare rifornimento di cibo più avanti.

Avendo soggiornato a Torrazzo e non a Sala Biellese, abbiamo quasi due chilometri in più da fare, ma dopo nemmeno due ore giungiamo a Donato. Soprannominato “il paese dell’acqua” per via delle moltissime fontane presenti e per il fatto che qui, come ci spiegherà in seguito la ragazza dell’alimentari dove acquisteremo il nostro pranzo e con cui avremo una piacevolissima chiacchierata, viene prodotta la famosissima acqua Guizza, Donato ci colpisce molto per la sua semplicità ed al contempo per la sua accoglienza.

Al bar, dove ci fermiamo per apporre il timbro sulla credenziale e per bere un caffè, incontriamo diversi signori e signore intenti a leggere il giornale ed a scambiare quattro chiacchiere nella pace più totale di una normalissima domenica di luglio, ai quali ci uniamo brevemente anche noi dopo aver risposto ad alcune domande sul Cammino di Oropa e su questo mondo in generale. La tappa di oggi è paesaggisticamente davvero bella, ma un po’ più faticosa rispetto alle prime due, soprattutto per via del dislivello più impegnativo e per il meteo, che questa volta non ha sbagliato: verso le tredici, quando ormai il Santuario di Graglia appare di fronte a noi, comincia a piovere.

Santuario di Graglia

Non solo cammino di Oropa: il Piemonte è una regione ricca di cammini e sentieri! Ne abbiamo parlato qui.

La fortuna ha però voluto che cominciasse a piovere proprio mentre troviamo lungo il sentiero La Sosta del Pellegrino, una particolare e singolare installazione a forma di capanna composta da migliaia di giocattoli collezionati da una graziosa signora, in cui poterci riparare dalla pioggia. Questa è un’altra cosa che amo di questo mondo: la disponibilità verso il pellegrino, per amore verso il prossimo, non per profitto o interesse personale. Ringrazio scrivendole un pensiero sul grosso libro presente sul tavolo e lasciandole un’offerta, poi decidiamo di ripartire anche se la pioggia non ha ancora smesso di cadere.

“Stanotte dormirò proprio qui, incredibile!” Penso mentre non molto tempo dopo faccio il giro attorno al Santuario di Graglia, perlustrando i suoi giardini ed i suoi interni. Se tempo fa mi avessero detto che un giorno avrei cenato divinamente ed alloggiato in una bellissima stanza all’interno di un immenso Santuario, non ci avrei creduto. Ma si sa, il cammino è fonte di soprese.

Tappa 04: dal Santuario di Graglia al Santuario di Oropa

Il ronzio di una zanzara nell’orecchio mi sveglia. So che è presto, lo deduco da Michele che dorme profondamente nel letto di fianco al mio e dal buio ancora presente nella stanza, anche se una flebile luce penetra dalla finestra lasciata aperta. Cerco il cellulare e guardo l’ora: le cinque e venti. Non ho più voglia di dormire, non ci riesco, quello che faccio è invece andare alla finestra a vedere l’alba, ad osservare il sorgere del sole. È sempre un po’ strano l’ultimo giorno di cammino, provo costantemente due sentimenti opposti: felicità, perché sto per raggiungere il traguardo, ma soprattutto malinconia, perché sto per finire, da lì a poche ore sarà tutto completamente terminato ed io dovrò tornare a casa, alla solita vita, alla solita routine.

Rileggo un’ultima volta le informazioni contenute nella guida, osservo i timbri presenti fino a questo momento sulla credenziale, chiudo lo zaino e mi allaccio le scarpe: sono pronto per uscire là fuori, pronto per una nuova tappa. C’è il sole, fa caldo, la giornata non può che iniziare in modo migliore. Inspiro a pieni polmoni l’aria fresca delle prime ore del mattino e parto. Mi sento sereno, euforico, grato per ciò che il cammino ha da offrirmi anche oggi. Altro terreno sotto ai miei piedi che scivola via, altre migliaia di passi che si aggiungono a quelle di ieri ed a quelle dei giorni precedenti. Attraverso praterie e campagne, pascoli e boschi, tra lo scroscio dell’acqua dei torrenti ed il cinguettio degli uccelli.

Sai che sul nostro shop online puoi trovare la guida del cammino di Oropa?

A Sordevolo veniamo accolti da un cagnolino che percorre qualche metro al nostro fianco e sembra voler comunicare con noi, con la sua linguetta di fuori ed i suoi occhioni dolci. “Venite con me,” – sembra volerci dire – “vi voglio dare il benvenuto”. E così fa, prima di lasciarci andare e tornare a casa. Qui facciamo poi la conoscenza anche del bibliotecario del paese, il quale ci offre un caffè e ci racconta, con un velo di nostalgia, di com’era Sordevolo nel passato, di quanti giovani, compresi i propri figli, abbiano lasciato quella terra per volare altrove, lontani dal nido famigliare.

L’ultima tappa è forse la più bella, o perlomeno la più emozionante, e sicuramente la più dura. Il dislivello è importante, si fa sentire, i polpacci cominciano a tirare. Poi, dopo qualche ora, arrivo qui, davanti all’incantevole Santuario di Oropa con il Testimonium tra le mani a simboleggiare la fine di questa nuova esperienza, e mi domando nuovamente: “cosa significa per me Camminare?”. Ci rifletto, mentre volgo lo sguardo in direzione della magica cornice delle alpi biellesi dietro il Santuario, ma le parole fatico a trovarle perché mi risultano tutte banali e superficiali.

Testimonium ottenuto al termine del Cammino di Oropa

Perché per me non è semplicemente muovere un passo dopo l’altro. Per me non è una moda, non vuol dire voler emulare qualcun altro. Per me è non è una gara, per me non significa dimostrare qualcosa a qualcuno. Allora ripenso ai discorsi del nonno di settantasette anni accompagnato dal nipote di dodici, agli aneddoti del bibliotecario di Sordevolo ed a quelli della ragazza dell’alimentari di Donato, al pensionato di Torrazzo ed ai ragazzi di Graglia, e mi rendo conto, ancora una volta, che nella nostra frenetica quotidianità non ci fermiamo più a parlare con nessuno, non siamo più in grado di rallentare e goderci ogni singolo istante. Poi, sul muro di una casa davanti a me, ecco la scritta: “il sole torna, il tempo no”. E allora, forse, la risposta sta tutta qui.

Tappa finale: il rientro a casa

Mi giro un’ultima volta a salutare e ringraziare il Santuario di Oropa, poi è la volta di salutare il mio amico Michele. Non sono bravo coi saluti, mi mettono sempre una profonda tristezza; quindi, gli stringo velocemente la mano e le nostre strade si dividono. È strano, penso mentre il treno viaggia in direzione di Milano Centrale, fino a pochi mesi prima nessuno dei due sapeva dell’esistenza dell’altro ed ora, invece, avevamo trascorso gli ultimi giorni insieme in cammino, da Santhià al Santuario di Oropa, condividendo tutto. Non si può spiegare cosa voglia dire camminare, ciò che lascia dentro, ciò che ti fa provare. Di una cosa sono certo però, anche se molti non lo potranno realmente capire: questo è vivere.

Sapevi che puoi condividere anche tu la tua esperienza di cammino con la nostra community? Inviaci una mail a info@camminiditalia.org, e ti forniremo tutte le linee guida necessarie. Se preferisci, puoi anche raccontare la tua avventura nella Community Facebook dedicata.

Se non vuoi perderti lungo la strada, ti ricordiamo di scaricare l’app di Cammini d’Italia prima di partire! In un unico strumento avrai tutte le tracce dei cammini italiani, permettendoti di navigare (anche in modalità offline!). Te ne parliamo a questo link!

Articolo di
Manuel Cilurzo

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