Diari
11 Gen 2023

“Riemergere dal buio grazie al camminare” – Daniele Matterazzo si racconta

Daniele Matterazzo: “Riemergere dal buio grazie al camminare”

Ci sono storie che valgono la pena di essere raccontate. Storie piene di coraggio, di paura, di cadute ma anche di tante rinascite. La parola chiave di questa storia è chiaramente carica di significato e potenza: resilienza.

Quante storie abbiamo sentito ultimamente. Quante persone si sono rialzate e hanno ritrovato la loro strada, se stessi, grazie ad un semplice gesto: il camminare.

Un gesto così semplice e, apparentemente, insignificante che porta addirittura a “salvarci la vita”. Com’è possibile, direte voi? Eppure di storie del genere ne sentiamo sempre più spesso e sempre più gente viene incuriosita da questa “terapia” che è il camminare, da soli, in compagnia, nei boschi, sui sentieri, in riva al mare. Poco importa il luogo, ma è quello che accade dentro che letteralmente fa scattare qualcosa al nostro interno e ti fa cambiare.

La storia di Daniele Matterazzo è una di queste. Lo abbiamo conosciuto e, già attraverso i suoi cammini che abbiamo sostenuto tramite la nostra community, ci è apparsa una persona nobile dal cuore grande, ma la chiacchierata avvenuta tra di noi ne è stata la conferma. Quello che più ci ha colpiti di Daniele è la sua forza, che sia di volontà o d’animo, ma è davvero tanta e la storia che andremo a raccontare ne è la prova.

Daniele Matterazzo

Combattere contro se stessi

Se andassimo a ripercorrere la vita di Daniele, potremmo descriverlo come un comunissimo bambino con un’infanzia serena. A far vacillare l’equilibrio della sua vita è un incidente che avviene durante la sua adolescenza.

All’età di 15 anni è vittima di un incidente stradale dove, inizialmente, lotta per la sua vita. La diagnosi non è delle migliori: viene privato della parziale mobilità del suo braccio sinistro e della totale mobilità della sua mano sinistra. Inizialmente, si pensava avrebbero dovuto amputargli il braccio, per poi cercare di salvarglielo in ogni modo. Dopo un lunga degenza in ospedale, tutto questo porta Daniele a vivere parte della sua adolescenza tra interventi di chirurgia plastica in Francia per ricostruire l’arto. Subirà, nel corso di quegli anni, ben 14 interventi che porteranno a ledere la sua autostima e la capacità di interagire con i compagni della sua età.
Sappiamo bene quanto l’adolescenza sia il periodo più difficile e complicato che l’essere umano si trova ad affrontare nella sua vita. Già per una persona che non subisce nessun trauma è complicata, figuriamoci per chi, come Daniele, in quel periodo delicato si è ritrovato ad affrontare un trauma, non solo fisico ma anche emotivo.

“Reagire all’ accaduto non è stato facile; ho trascinato per lungo tempo enormi ‘’pesi e carichi’’ alimentati da mie paure e preoccupazioni causate da un mio senso di “diversità”, arrivando spesso a pensare che questo, forse, fosse il giusto peso da sopportare, per chi come me, si imbatte in uno spiacevole destino che non vuole inizialmente comprendere né tanto meno accettare.”

Daniele si ritrova a passare i successivi dieci anni della sua vita a combattere contro qualcosa di ben più complesso, a volte anche più difficile che affrontare un intervento chirurgico: se stesso.
Sono stati anni difficili, racconta. Ha cercato per tanto tempo di lavorare su se stesso, senza chiedere l’aiuto di nessuno. Ma ricadeva in un continuo circolo vizioso, nel continuo tentativo di ricercare la propria dimensione, il suo posto nel mondo, le certezze e il coraggio che costituiscono un uomo oramai cresciuto.
Mancavano le fondamenta, la cosiddetta ” terra sotto ai piedi”. Ha dovuto ricrearle a fatica, pur non sapendo dove andare, cosa cercare, chi voleva essere, chi diventare.

Il coraggio è fatto di paura

“E’ stata la paura a dettare i primi passi”, questo quello che ci tiene a sottolineare.
Come dice una bellissima frase di Oriana Fallaci: “il coraggio è fatto di paura”, ed è proprio a questo concetto che vorremmo dare visibilità.

Viviamo la nostra vita cercando di gestire le nostre emozioni, andando a cercare e vivere quelle più belle e positive, come l’allegria, la gioia, il benessere, la tanto ricercata felicità! Ben diverso è con le emozioni come la rabbia e la paura.
Emozioni che temiamo e che spesso non sappiamo come gestire, abbiamo difficoltà e cerchiamo di metterle da parte, sotterrandole dentro noi stessi, fingendo di non conoscere la loro esistenza. Oppure, le diamo sfogo, ma in maniera del tutto errata.

Per Daniele la paura è stata un emozione fondamentale nella sua crescita personale. Un sentimento, una sensazione, un emozione onnipresente, che non lo lasciava mai.
Era la sua stessa condizione a mettergli timore, non la sua condizione fisica, la sua disabilità, bensì il ritenersi tale e per questo non aver mai tentato nulla, rintanandosi nella sua comfort zone.
Finché non ha ben compreso che, invece, la paura non era la sua nemica. Ti può bloccare, metterti a tappeto ma è anche la stessa a farti sbloccare quando la situazione è satura.

La paura è un dono
. Va conosciuta, va cercata, va abbracciata e non temuta. E’ proprio grazie ad essa, all’idea di non voler rimanere in quella situazione, di non aver mai provato nulla, di non aver mai sperimentato, che ha trovato il coraggio. Il coraggio di muovere i suoi primi passi.

Nel cammino, la cura per la mente e l’anima

All’età di trent’anni, infatti, qualcosa nella sua vita cambia. Decide di lasciarsi alle spalle il Daniele spaventato e procedere dritto verso una nuova direzione, mettendosi alla prova in qualcosa di totalmente nuovo nella sua vita. Pensando, appunto, che questa nuova direzione l’avrebbe portato a riscoprire qualcosa in più su se stesso, scrollandosi di dosso tutto quello che aveva accumulato.
Sulle sue spalle, oltre al Daniele spaventato e un sacco di dubbi, indossa uno zaino da trekking con il necessario per intraprendere questo nuovo cammino di vita che, si augurava, l’avrebbe portato fuori quel tunnel senza vie di uscita.

Era il 2020 quando Daniele, dopo aver tanto sentito parlare del Cammino di Santiago, decide di percorrerlo. Riprendendo in mano le redini della propria vita e andando a ricercare quei pezzettini che aveva perso e lasciato indietro negli ultimi anni.

Era una cosa nuova per tutti, sia per lui che per le persone che lo circondavano, di cui aveva tutta la loro approvazione della scelta che aveva preso di mettersi in cammino. Nel giro di un mese aveva pronto tutto, intento a buttarsi a capofitto in questa sua nuova avventura.
Parte da Saint Jacques Pied de Port in direzione Santiago di Compostela, attraverso il Cammino Francese, percorrendo circa 800 km.
Una volta dinanzi alla bellissima cattedrale di Santiago, decide di andare ad ammirare l’immensità dell’oceano Atlantico. Raggiungendo così Finisterre (conosciuta come la fine del mondo) e, attraverso la cuesta de la muerte, giungere a Muxia.

“È stata l’esperienza più grande e bella della mia vita che mi sia potuto e voluto regalare, e devo rendere veramente grazie a quel giorno in cui ho deciso di partire.
Ho scoperto, nel cammino, la cura per la mente e l’anima, un’azione terapeutica ‘’attiva’’ che porta, nei giorni di solitudine e fatica, a rielaborare, riprendere, riscoprire e far nostri i concetti cardini della vita stessa. Ho ritrovato pian piano la forza, il coraggio di accettare e la volontà di rimettersi in gioco nonostante tutto.”

Daniele Matterazzo: “I miei passi sono anche quelli degli altri”

Chi ha percorso il cammino di Santiago sa quello che può darti, quello che è capace di scuotere dentro di te. Ognuno cammina per motivazioni differenti. Anche se, inizialmente, molti dei cammini sono nati come pellegrinaggi religiosi. Ad oggi, a spingere migliaia di persone a camminare per centinaia di chilometri, ci sono diverse ed infinite motivazioni. Chi con la propria zavorra e chi a cuor leggero. Chi per religione, chi per una ricerca più profonda dentro se stesso.
Insomma, siamo tutti spinti verso un’unica direzione, è vero, ma tutti con la propria storia da raccontare. E forse, è proprio questo il bello del cammino.

Daniele, dopo il suo Cammino di Santiago, ha promesso a se stesso di non smettere più. Un semplice gesto che gli aveva donato così tanto, che gli aveva dato quello che cercava: una strada da seguire.
Quella strada era ancora in un cammino. Uno diverso, questa volta, e per una motivazione del tutto nuova.

Decide di percorrere la Via Francigena, dal Passo di San Bernardo a Roma, avviando una raccolta fondi.
Questa volta prende la decisione di non camminare, solo, per se stesso, bensì anche per qualcun altro. La raccolta fondi aperta era per la ‘Fondazione Salus Pueri’ della Pediatria dell’ospedale di Padova, in aiuto e sostegno ai bambini e le loro famiglie. Lui conosce bene i corridoi di quell’ospedale, le ricorda bene le grida “silenziose” che riecheggiano nel bianco di quelle pareti, di quelle stanze. Un riscatto per quell’adolescenza che gli era stata rubata.

A piedi al Polo Nord per il prossimo

Quest’anno abbiamo voluto supportare Daniele, tramite i nostri social, anche se ha deciso di percorrere un cammino fuori dall’Italia. L’abbiamo fatto perché apprezziamo e supportiamo le sue iniziative.

Si parla del Kungsleden, il ‘Sentiero del Re’, nella Lapponia Svedese per un totale di 450 km circa.
Questa volta ha camminato aprendo una raccolta fondi per ‘NoisyVision’, un’organizzazione senza scopo di lucro che sostiene le persone con limitazione visiva o uditiva ed educa la comunità sui temi dell’accessibilità e dell’inclusione sociale.

L'”impresa“, in totale solitaria, è stata affrontata con tenda, sacco a pelo, cibo liofilizzato, abbigliamento tecnico e un’infinita determinazione. In questo trekking estremo, Daniele, ha voluto mettersi in gioco, mettendo alla prova il suo corpo e la sua mente dinanzi a terre fredde, dure e poco digeribili.
Il trekking gli ha insegnato come tener fermi i pensieri, che solitamente corrono alla rinfusa, mentre nel camminare la testa rimane ferma in quell’istante, in quel punto preciso, a capire qual è la prossima mossa, a concentrarsi nel trasportare 22 kg sulle proprie spalle senza sprofondare al suolo.

Trovare la propria strada: progetti e traguardi

Nell’arco di questi tre anni, nei suoi cammini, tra migliaia di passi percorsi, Daniele Matterazzo ha sempre più chiara la sua strada, quello che vorrebbe diventare e far diventare il ‘camminare’ un servizio per il prossimo.
Ha studiato per diventare Guida Ambientale Escursionistica, con la consapevolezza di voler fare questo nella vita. Con l’auspicio di poter diventare un punto di riferimento per chi, come lui, ha delle disabilità e il pensiero di non “poter essere in grado” di mettersi alla prova. Proprio come lui da ragazzo: non ha mai pensato di poter fare sport, non pensava fosse in grado di poter vivere la montagna, l’escursionismo in maniera autonoma, ritrovandosi a rinunciare a molte cose della vita per non aver mai avuto un punto di riferimento da seguire.

Quindi, aiutare il prossimo, non solo raccogliendo fondi camminando in solitaria nei suoi cammini, ma anche mettendosi al servizio del prossimo tramite un lavoro di tutto rispetto, che permette di trasmettere sempre a più persone l’amore e il rispetto dell’ambiente, anche per chi, questi ambienti, sono meno indicati per la difficoltà di intraprenderli con le proprie disabilità.

Auguriamo a Daniele che tutti i suoi progetti prendano piega e che riesca a proseguire per questa sua strada che, dopo tanta fatica e chilometri, è riuscito a trovare e farla sua. E che possa essere d’esempio a molte altre persone che si sentono intrappolate in una disabilità, sentendosi persi ed esclusi, incapaci di ritrovarsi. Non siete soli.

Grazie a Daniele Matterazzo per averci raccontato la sua storia.

Daniele Matterazzo lo trovate sulle sue pagine social come Walkinscape:

Il diario di Daniele Matterazzo in un altro nostro articolo: “Questo è il mio modo di riemergere… Camminare”

Ti è piaciuta la storia di Daniele Matterazzo? Ecco altri diari e interviste:

Cambiano vita e…vanno a vivere in montagna – Bagaglio Leggero si raccontano

Va’ Sentiero in partenza per un nuovo cammino

Cecilia Mercadante

Camminatrice solitaria sempre alla scoperta di nuovi cammini e sentieri da percorrere. Appassionata del viaggiare a piedi e scrittura, ha unito le due passioni creando il suo blog A Piedi il Mondo.

Articolo di
Cammini d'Italia