Sulle antiche vie di fede: Il Cammino di Tindari di Giuseppe con la sua Compagnia dell’Ostello
Affrontare il Cammino di Tindari per Giuseppe e il suo gruppo significa immergersi in un viaggio che va oltre la fatica dei chilometri percorsi. È un’esperienza che intreccia fede, storia e natura, attraverso antichi sentieri medievali, borghi incantati e panorami mozzafiato. Ogni passo racconta di tradizioni secolari, ogni incontro arricchisce il cuore, e alla fine del percorso, ciò che resta non è solo la soddisfazione di aver raggiunto la meta, ma il ricordo indelebile delle emozioni condivise lungo la strada. Prepariamoci a scoprire insieme queste giornate di cammino!
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Se non vuoi perderti lungo la strada, ti ricordiamo di scaricare l’app di Cammini d’Italia prima di partire! In un unico strumento avrai tutte le tracce dei cammini italiani, permettendoti di navigare (anche in modalità offline!). Te ne parliamo a questo link!
Tappa 00: verso Moio Alcantara
Nel pomeriggio del 5 settembre, la maggior parte dei partecipanti è giunta a Mojo per partire l’indomani mattina presto per compiere tutti insieme il Cammino di Tindari. Abbiamo utilizzato questo tempo per visitare il Santuario del SS. Crocifisso del paese, che custodisce una statua di legno di pregevole fattura, scolpita da Frate Umile da Petralia intorno al 1630. Davanti al SS. Crocifisso abbiamo ricevuto dal parroco, Padre Daniele, la benedizione per l’inizio del cammino, la Carta del Pellegrino con l’apposizione dei timbri della parrocchia e della Compagnia dell’Ostello. La serata è poi proseguita con una cena comunitaria in un agriturismo della zona, dove abbiamo gustato i prodotti tipici della valle: provola, ricotta e funghi, seguiti da un assaggio di maccheroni al sugo di suino nero dei Nebrodi.
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Tappa 01: Moio Alcantara – Roccella Valdemone – Montalbano Elicona
25 km
Quest’anno abbiamo deciso di spostare la partenza a Roccella Valdemone, un borgo dell’alta valle dell’Alcantara, incastonato tra due grandi rocce, al confine tra i monti Peloritani e i Nebrodi. Roccella è uno dei tanti paesi da cui, storicamente, partono i pellegrini nel periodo della festa della Madonna (a Settembre), per raggiungere il santuario e rinnovare un antico voto.
Superato il centro abitato e percorso un tratto di strada provinciale asfaltata, il cammino risale il torrente Licopeti, affluente del fiume Alcantara, nella Riserva Naturale Orientata del Bosco di Malabotta. Questo tratto, in cui si guada più volte il torrente, è denominato “Sentiero della Trota” proprio per la presenza di questo splendido pesce d’acqua dolce, che nei freddi laghetti lungo il corso d’acqua, chiamati “Unni”, si ferma per accoppiarsi e depositare le uova.
Raggiunto un altopiano chiamato “A Manca Giarasa”, si svolta a destra, seguendo il corso del torrente Fontanazzi fino alla ex caserma della Forestale, ormai ridotta a rudere. Qui, nell’area attrezzata antistante, abbiamo fatto una breve sosta per riprendere fiato, bere e mangiare qualche snack energetico. Successivamente, abbiamo imboccato la pista che risale a destra della caserma, seguendola per circa 2 km tra faggi e roverelle, fino a raggiungere il punto più alto del percorso, proprio sotto il Pizzo Ralo (1327 m s.l.m.).
Non solo Cammino di Tindari! La Sicilia offre molti sentieri altrettanto affascinanti, ricchi di storia, natura e tradizioni. Li abbiamo elencati qui.
Da qui, seguendo una sterrata lungo la cresta della montagna, con una splendida vista sull’Etna, siamo giunti a un bivio da seguire a sinistra per rientrare nel Bosco di Malabotta. All’interno del bosco, abbiamo potuto visitare i Patriarchi, antiche roverelle raggruppate in un altopiano affacciato sul suggestivo panorama di Pizzo Voturi.
Dopo alcuni chilometri, abbiamo lasciato il bosco per una visita guidata ai Megaliti dell’Argimusco, condotta dalla guida ambientale ed escursionistica Giuseppe Oliveri, che ha raccontato i misteri e gli aneddoti legati a questo luogo, scelto dal medico personale di Federico III d’Aragona, Arnaldo da Villanova, per praticare l’alchimia.
La prima tappa si è conclusa a Montalbano Elicona, dove, dopo una doccia, abbiamo visitato il paese, eletto Borgo dei Borghi d’Italia nel 2015. Qui abbiamo esplorato le numerose chiese, il quartiere arabo medievale restaurato e il Castello federiciano, trasformato da Federico II in residenza reale estiva. La giornata si è chiusa con una cena in un locale tipico convenzionato e il meritato riposo dopo i 25 km percorsi.
Tappa 02: Montalbano – Tindari
23 km
Domenica mattina, dopo la benedizione impartita dal parroco del Santuario di Maria Santissima della Provvidenza di Montalbano, ci siamo incamminati verso la meta lungo un antico sentiero medievale che congiungeva Montalbano alle sue frazioni. Lungo il percorso, dove la modernizzazione non è ancora arrivata, compaiono brevi tratti del basolato in pietra originale. Giunti nella frazione di Braidi, dopo circa 5 km e una salita di 2 km, ci siamo fermati per una breve sosta nella piazzetta del villaggio, spesso sede della Sagra della Ricotta, dove in passato abbiamo potuto gustare dolci tipici come cannoli e ravioli ripieni.
Superato Braidi e scollinato nella contrada delle Tre Croci, abbiamo affrontato l’ultima parte del pellegrinaggio, caratterizzata da una forte calura, con temperature che hanno raggiunto i 38 gradi durante l’ultima salita verso il santuario. Giunti alla sommità del promontorio, ci siamo rinfrescati nei locali messi a disposizione dalle Sorelle Speranzine e siamo entrati in chiesa per partecipare alla Santa Messa, ricevere la benedizione e l’ultimo timbro sulla nostra credenziale, suggellando il pellegrinaggio.
Se il racconto di questo pellegrinaggio ti sta piacendo non perderti la straordinaria esperienza di Giacomo che ha condiviso il suo viaggio da Roma a Loreto.
In serata, un gruppo ha fatto ritorno a casa con un bus riservato, mentre altri hanno percorso il Sentiero Coda di Volpe per raggiungere Olivieri e i laghetti costieri di Marinello, nella Riserva Naturale, per trascorrere una giornata di relax in questo splendido tratto di mare. Al termine di tutto il viaggio, sono stati molti i commenti dei partecipanti. Ne riporto alcuni che mi hanno reso orgoglioso:
“Sono contenta di averlo fatto, ma è stato veramente impegnativo. Due giorni, quasi 50 chilometri a piedi, salite e discese tostissime, da Mojo Alcantara fino al Santuario della Madonna Nera, sul crinale tra i Peloritani e i Nebrodi. È il Cammino di Tindari, uno dei percorsi siciliani battuti da pellegrini e trekkers. Poiché comprende un notevole dislivello, è considerato un buon allenamento per chi intende iniziare il Cammino di Santiago dai Pirenei. Per dire, io ho fatto la parte ‘turistica’ del Santiago, gli ultimi 100 km, e in confronto è una passeggiata.”
“Ogni cammino ha un inizio e una fine con una credenziale piena di firme e timbri, ma ciò che realmente rimane sono le relazioni che si sono create durante il suo svolgimento.”